Dopo la vittoria del Mondiale Moto2 e un anno burrascoso in MotoGP, Remy Gardner è approdato nel WorldSBK. Sulla R1 del GYTR GRT Yamaha WorldSBK Team si è trovato bene fin da subito, ma anche l’ambiente che ha trovato in squadra e nel paddock lo hanno rasserenato e spronato a dare sempre di più.
FUORITRAIETTORIA: Ciao Remy, partiamo diretti: ti piace la R1 e come ti ci trovi?
REMY GARDNER: Mi ci trovo molto bene, mi diverto alla guida. È un pacchetto con cui abbiamo buoni risultati e penso che sia una moto con cui poter lottare per il podio in futuro.
FT: Come è stato per te passare dal V4 di una MotoGP al quattro in linea in Superbike?
RG: Non penso che il motore sia stata la parte più complessa per me, è stato più che altro il concetto della moto stessa e la grande differenza degli pneumatici. La maniera necessaria per tirare fuori il meglio dalla moto è molto differente dai prototipi che ho sempre guidato.
FT: Parlando, invece, di aerodinamica, ti manca quella estremizzata della MotoGP?
RG: Personalmente no, penso sia molto meglio la moto senza tutte quelle ali!
FT: E tu guidi meglio senza?
RG: Diciamo che senza le ali è più semplice il cambio direzione, ma hai più wheelie, quindi è più che altro un compromesso.
FT: Come ti trovi con le Pirelli, soprattutto in confronto alle Michelin e Dunlop che hai usato in passato?
RG: Le anteriori Pirelli sono fantastiche, migliori delle Michelin e anche più sicure. Per quanto riguarda le posteriori, il grip iniziale è migliore di quello che avevo con le Michelin, però a metà gara ho un crollo che con le francesi non avevo, sono più costanti. Riguardo Dunlop, sono una via di mezzo: per me la posteriore Dunlop è quella con meno grip di tutte, ma rimane uguale dal primo all’ultimo giro, finisci la gara con la stessa aderenza con la quale hai iniziato! L’anteriore, invece, è davvero una via di mezzo.
FT: Riguardo il tuo stile di guida, come pensi che la tua esperienza in Moto2 ti possa aver aiutato in Superbike?
RG: Ogni anno passato in pista ho messo in tasca esperienza e penso che non importa quale classe sia, è tutta esperienza guadagnata. Tutto ciò che ho fatto nella mia carriera finora mi ha aiutato a trovare la maniera migliore per adattarmi alle Superbike. È molto diverso dalle moto che ho guidato in passato: lo stile, il modo di guidare e la maniera per riuscire a fare il miglior giro possibile sono assolutamente diversi sulle derivate di serie, al momento sono ancora in una fase di apprendimento per tirare fuori il meglio dalla moto.
FT: Quest’anno nuovo paddock e nuovo team, come sta andando?
RG: Molto bene! Il team mi ha accolto come se fossi uno di famiglia, sono felicissimo. Il paddock è molto più rilassato e amichevole di quello del Motomondiale, mi sto trovando molto bene.
FT: Qualcuno dice che questo paddock sia più genuino, tu sei d’accordo?
RG: Sì, sicuramente è più genuino, ci sono più amicizie, nonostante io comunque abbia lasciato molti amici anche in quello del Motomondiale dopo sette anni lì. Dopo qualche mese, posso dire di sentirmi ben accolto qui, che è una cosa molto bella.
FT: Parlando di amicizie, l’anno scorso Acosta ci ha raccontato che per lui è difficile avere amici del paddock, ma che il suo primo amico sei stato tu…
RG: Non ho molti amici che sono anche avversari, quindi fin quando non sono contro Pedro possiamo rimanere amici! (Ride) È difficile per dei rivali essere amici, ovviamente si è amichevoli e gentili, si mangia insieme, ma non è che poi si esce insieme “dopo scuola”. Io ho molti amici che sono meccanici o tecnici.
FT: Pedro ci ha anche raccontato che i piloti che ha come esempio sono Stoner… e te! Cosa si prova a sapere di poter essere un esempio per un giovane pilota?
RG: È bello! Pedro è giovane e stava lottando per il campionato, io invece già avevo 23 anni e qualche anno di esperienza in più. Ho fatto vari tipi di esperienze e questo ti permette di dare consigli a un pilota più giovane. Lui è molto talentuoso, posso dire che ha fatto il mio percorso, ma in maniera più rapida. È veloce e sveglio, sta acquisendo tutta l’esperienza necessaria per diventare Campione del Mondo ancora e ancora.
FT: Ti abbiamo chiesto di Pedro perché la cosa che ci aveva colpito è stata che non gli avevamo chiesto di te, ma è stato lui a portare il discorso sul vostro rapporto.
RG: Sì, è come un fratellino minore per me, ci alleniamo insieme, settimana scorsa eravamo in circuito con le 600.
FT: Parlando di format di stagione, preferisci il calendario intenso della MotoGP con una gara a weekend come nel 2022, oppure preferisci il format WSBK con meno Round, ma ognuno con tre gare?
RG: Preferisco il calendario del WorldSBK, posso stare più tempo a casa in Andorra con la mia famiglia, la mia fidanzata e il mio cagnolino. Per me la Superpole Race, con formato sprint, è un po’ troppo, ma mi piace davvero molto poter fare due gare lunghe, anche perché sono più opportunità per weekend.
FT: Cambiando argomento, sette piloti australiani hanno vinto la 8 Ore di Suzuka, potresti essere l’ottavo?
RG: Sinceramente non mi sono mai piaciute molto le gare endurance, quindi al momento non sono interessato. So che è un evento prestigioso e speciale, quindi non escludo un giorno di ripensarci, vedremo! Ma al momento ho altri obiettivi.
FT: È vero che ti diletti a “giocare” con le automobili?
RG: Si, ho iniziato a “giocarci” da piccolo! La prima moto, poi la prima macchina, il primo progetto e poi un altro… e mi sono fatto prendere la mano, mi piace il lato ingegneristico.
FT: Un’ultima cosa, è vero che in gara indossi solo mutande rosse?
RG: Si, è vero! Anche se non più, non indosso più le mutande… è più comodo!