Abbiamo raggiunto ai nostri microfoni, in esclusiva per Fuori Traiettoria, Francesco Pizzi, nuovo pilota della Charouz che quest’anno correrà in Formula 3, nonché promessa del motorsport italiano. Ecco cosa ci ha raccontato il pilota romano.
FUORI TRAIETTORIA: Ciao Francesco, e grazie per la disponibilità. Partiamo dal finale della scorsa stagione: tu hai disputato i test post stagionali con la MP Motorsport in Formula Regional, e tutti ci aspettavamo che saresti rimasto un altro anno in Regional. Com’è avvenuto invece il passaggio in Charouz in F3?
FRANCESCO PIZZI: Si, in effetti abbiamo fatto dei test con vari team di Regional alla fine del 2021. Il piano era quello di ripetere la stagione con ambizioni molto forti. Durante le trattative, nel mese di dicembre, il mio manager Gianpaolo Matteucci ha avuto un incontro con la proprietà del team Charouz. L’opportunità era davvero interessante e abbiamo deciso di accettare quell’offerta proprio alla fine del 2021.
Subito dopo ho iniziato la preparazione per questa stagione, con il simulatore e tanto allenamento fisico e mentale, necessari per innalzare le mie capacità di prestazioni in un campionato di così alto livello. Ci sono tante cose da fare e molto lavoro da sviluppare, per arrivare preparati all’inizio della stagione in Bahrain.
FT: A proposito di questo, credi che aver saltato i test post stagionali a Valencia ti causerà qualche svantaggio, almeno all’inizio della stagione?
FP: E’ naturale che per un esordiente come me ogni chilometro sia importantissimo, che si debba recuperare qualcosa ed io impararne altre, ma come dicevo prima, abbiamo lavorato tanto quest’inverno e ci siamo sentiti molto con la squadra per arrivare il più preparati possibile.
Capiremo il nostro livello in Bahrain, dove andremo per fare il meglio delle nostre possibilità. Io e la squadra dobbiamo ancora conoscerci, specialmente per quel che riguarda il lavoro in pista, che inizieremo in occasione test collettivi.
FT: Ecco, a proposito del Bahrain, tu quest’anno correrai in tre circuiti in cui non hai mai corso, Sakhir appunto, Silverstone e Budapest. Quale di questi tre reputi più interessante per andare a correrci, e quale reputi la sfida maggiore?
FP: Di sicuro Silverstone, perché lì non ci saranno dei test. Inoltre secondo me è anche la pista più difficile tra le tre, senza contare che è anche il circuito più storico insieme a Spa e Monza in cui correremo questa stagione.
FT: Quali obiettivi ti poni per questa stagione? Se hai degli obiettivi.
FP: Il nostro obiettivo è in realtà un impegno, cioè di continuare a lavorare insieme e crescere durante tutta la stagione; alla fine del 2022 potremo fare un bilancio. Di sicuro vogliamo partire il più forte possibile finendo in zona punti in più gare possibili, ma tutto questo lo vedremo quando inizierà il campionato e con la prima qualifica in Bahrain.
FT: Cambiamo argomento: l’anno scorso il format della F3 era stato modificato con le tre gare a weekend e le tappe sfasate rispetto alla F2, cosa che permetteva anche di correre in entrambe le categorie, come hanno fatto alcuni piloti come ad esempio Matteo Nannini. Quest’anno però si è tornati ad un format a due gare. Volevo quindi chiederti se avresti preferito correre con il format dello scorso anno o se preferisci quello attuale.
FP: Il format dell’anno scorso creava più scompiglio perché c’erano due inversioni di griglia, e quindi quasi tutti riuscivano ad avere una possibilità di arrivare davanti. Quest’anno invece visto che la griglia invertita arriva dalla qualifica e non dalla gara alla fine devi comunque qualificarti davanti. È un format più selettivo, secondo me perché si basa di più sulla velocità singola.
Molte volte durante le gare, succedono delle cose, come degli incidenti o delle Safety Car, che danno la possibilità a chi è meno veloce, di finire dodicesimo (e quindi partendo primo nella gara successiva). Questo format invece è più simile a com’è il motorsport in generale, il risultato te lo devi meritare perché comunque devi piazzarti nei primi dodici.
FT: Quest’anno correrai per tutta la stagione davanti ai team di F1 (cosa già successa un paio di volte con la Regional). Questo credi che potrà portarti più pressione o ti spronerà ad andare meglio?
FP: Quando è successo con la Regional, nel 2021 (Imola, Barcellona e Monaco ndr) alla fine neanche te ne accorgi. Sappiamo di essere insieme alla F1, però anche per il Covid e tutta la questione delle bolle non abbiamo visto niente. La pitlane è più bella quando c’è la F1, ma alla fine quando si abbassa la visiera te lo scordi. Da quel momento in poi, potresti stare in pista con chiunque ma dai sempre il massimo di ciò che puoi senza pensare ad altro.
FT: A questo proposito, hai avuto o stai avendo contatti con qualche team, magari per entrare in un’Academy?
FP: Finora no, che io sappia, non abbiamo avuto contatti con nessuno. Sin dalla Formula 4 siamo andati avanti da soli, ma di questi aspetti non me ne occupo ormai dal mese di giugno dell’anno scorso, quando è iniziata la nostra collaborazione con il mio manager, e io non so sempre tutto.
FT: Però hai avuto buoni risultati in F4 (vincitore della F4 UAE e secondo nella F4 Italia nel 2020 ndr), è strano che nessuno ti abbia contattato.
FP: Eh quello non rientra nelle cose che io posso fare, io faccio il meglio di quel che posso, poi chiaramente dipende da altro. Ho avuto la possibilità di scontrarmi con piloti della Red Bull al primo anno, loro erano esperti mentre io ero un rookie, e alla fine siamo stati sullo stesso livello. In Formula Regional non ho avuto grandi risultati (ventesimo in classifica generale ndr), però siamo riusciti a tirare fuori qualcosa di buono da una stagione molto difficile.
FT: Hai però avuto un ottimo quinto posto a Zandvoort lo scorso anno: cos’è successo in quella gara di diverso rispetto al resto della stagione?
FP: Diciamo che abbiamo trovato delle condizioni di pista particolari. In qualifica era un po’ un terno al lotto, bisognava riuscire a mettere il giro insieme, anche perché tra il Full Course Yellow e la bandiera rossa abbiamo avuto solo un giro veloce, e in quel giro io sono riuscito a realizzare tre buoni settori; la pista poi era anche umida e difficile da guidare. Alla fine però sono riuscito a mettere dietro anche tanti piloti che nella maggior parte della stagione ci sono stati davanti. In gara poi mi sono dovuto difendere perché la velocità non era quella che avevano gli altri, però alla fine siamo comunque riusciti a chiudere al quinto posto.
FT: Un’ultima domanda, un po’ più personale: tu sei un ragazzo molto giovane, non hai ancora diciott’anni. Come riesci la tua attività da pilota con la tua adolescenza, e quindi alla scuola, le amicizie, la famiglia, ecc? È difficile o ne vale così tanto la pena che non ci pensi?
FP: Sì, è difficile tante volte, ma non ci penso quasi mai, perché alla fine siamo tanti ragazzi che crescono tutti insieme sin dai kart, e fuori dalla pista siamo amici tra di noi piloti. Alla fine ti crei un altro ambiente in pista. A casa chiaramente ho degli amici a Roma, però li vedo molto poco, perché passo molti giorni fuori, e quelli in cui sono a casa sono solo di transito per poi spesso ripartire il giorno dopo. Per quanto riguarda la scuola, fino all’anno scorso, al terzo liceo, ho studiato normalmente, mentre quest’anno, il quarto, lo sto facendo da privatista. Tra l’altro stamattina ho appena fatto il test per entrare al Politecnico alla facoltà di ingegneria meccanica (sorride ndr).
FT: In bocca al lupo. Che poi, con la DAD non dovrebbe essere più facile seguire le lezioni?
FP: Era più facile fino allo scorso anno, perché l’anno scorso andavo in DAD, mentre quest’anno si è incrementato sempre di più il carico di lavoro, ci sono più cose da fare, e quindi quest’anno è stato più difficile. Sono andato molto poco a scuola, però alla fine continuiamo a portarla avanti.
FT: Perfetto. Grazie mille per la disponibilità e in bocca al lupo per la stagione.