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Fuori Pista

America’s Cup for dummies: cos’è successo nella prima parte di Louis Vuitton Cup





Se in questi giorni vi siete imbattuti in delle barche volanti guidate da gente vestita come i piloti degli X-Wing e vi siete chiesti cosa fossero, siete nel posto giusto.

America's Cup
© Samo Vidic / Alinghi Red Bull Racing

Lo scorso 29 agosto è infatti iniziata l’America’s Cup, la più importante competizione nell’ambito degli sport nautici nonché il più antico trofeo per cui si compete ancora nel ventunesimo secolo. Liberatasi finalmente dei maturandi in vacanza Barcellona, tre anni e mezzo dopo Auckland, ospiterà l’intera competizione nelle acque a largo della famosissima Barceloneta. Sei barche a vela si sfideranno fra le onde spagnole per decretare il vincitore della Coppa dalle 100 ghinee.

Ma andiamo con ordine, perchè le barche volano? Gli yacht a vela che prendono parte all’America’s Cup rappresentano la migliore tecnologia del monda messa sull’acqua, e dall’edizione 2013 planano sull’acqua al fine di limitare al minimo la forza di attrito. Questo avviene in parte grazie alle preghiere dei telecronisti, ma soprattutto grazie ai foil, delle appendici in carbonio che, sviluppando portanza, agiscono in acqua come le ali di un aereo facendo sollevare l’imbarcazione. A bordo di queste complesse barche operano equipaggi formati da otto uomini: quattro cyclors, l’ultimo stadio di evoluzione degli istruttori di spinning, pedalatori instancabili che grazie alla forza delle proprie gambe danno alla barca l’energia necessaria per muovere le suo componenti; due trimmer, addetti alla regolazione delle vele; e due timonieri, le vere star della squadra, i deus ex machina di ciò che accade in acqua: le manovre, le rotte, le strategie, è tutto nelle loro mani.

Le regate si svolgono in uno spicchio d’acqua denominato “campo di regata”, che le imbarcazioni devono percorrere per sei volte, tre volte di bolina, cioè risalendo in diagonale il vento contrario, e tre volte di poppa, con il vento a favore, in sostanza avanti e indietro. Prima di questo c’è una complicata partenza, dove le barche devono, per la partenza perfetta, solcare la linea nell’esatto momento in cui il countdown segna lo zero in una difficile danza di manovre e contromanovre per cercare di indurre in errore gli avversari. Un secondo in più o in meno sul tempismo perfetto può risultare fatale. Chi attraversa il campo di regata nel minor tempo possibile vince.

COS’È SUCCESSO NELLA LV CUP?

Dopo le regate preliminari, una sorta di prove libere prive di valore sportivo ma fondamentali agli equipaggi per tastare il polso della propria e delle altre barche, dal 29 agosto nella baia di Barcellona è tornata la Louis Vuitton Cup. Tornata sotto il nome della maison francese dopo al parentesi Prada del 2021, la LV Cup è il torneo che decreterà lo sfidante i campioni in carica di Emirates Team New Zealand per la conquista della brocca. A darsi battaglia nelle acque spagnole cinque barche dai nomi e dalle storie evocative. A partire dagli statunitensi di American Magic, rappresentanti il New York Yacht Club, il primo circolo a vincere la Coppa nel 1851 e il più vincente della storia con ben 25 America’s Cup in bacheca. Ci sono poi gli inglesi di INEOS Britannia, supportati dal colosso chimico già azionista dell’omonima squadra ciclistica, di Mercedes F1, del Manchester United, dell’OGC Nizza. Poi gli svizzeri di Alinghi Red Bull Racing, vincitori di due Coppe all’inizio degli anni 2000, non male per un paese senza sbocchi sul mare, e i francesi di Orient Express, ultimi arrivati nella vasca degli squali. Infine la nostra Luna Rossa, che alla sesta partecipazione all’America’s Cup punta alla terza finale, la seconda di fila, e si presenta ai nastri di partenza come l’anti-New Zealand.

America's Cup
© Alexandre Carabi / Alinghi Red Bull Racing

Dopo il round robin, la fase a girone unico, a dirigere subito le vele verso le casa saranno i francesi di Orient Express. Un’ottima barca, uguale in tutto e per tutto a quella dei campioni in carica di New Zealand, serve a poco quando a manovrarla c’è un equipaggio inesperto. Dopo la vittoria iniziale contro i diretti rivali di Alinghi sul lungo periodo i francesi sono naufragati, trovandosi alla fine con in mano solo una vittoria. Alinghi che invece centra la qualificazione grazie alla convincente vittoria su American Magic e soprattutto a quella ottenuta grazie al ritiro di Luna Rossa.

L’equipaggio guidato da Max Sirena, dominatore in lungo e in largo fra gli aspiranti sfidanti, si è fatto uccellare proprio sul più bello. L’ultimo giorno di regate sembrava una formalità, ma il braccio del foil destro gioca un brutto scherzo alla barca italiana che si ritrova zoppa. Luna Rossa deve ammainare le vele e issare bandiera bianca contro gli elvetici, e la sconfitta costringe Bruni e Spithill ad un’inaspettato spareggio per la testa della classifica contro INEOS Britannia. Dall’altra parte del campo di regata c’è Sir Ben Ainslie, timoniere al servizio di Sua Maestà nonchè il velista più vincente della storia: medagliato per cinque edizioni di fila delle Olimpiadi e vincitore della brocca nel 2013 al timone di Oracle. Sulla gara secca Ainslie non si fa scappare l’occasione, e approfittando di una Luna Rossa ancora malconcia mette a segno il migliore dei gol al 90′, il più bel sorpasso al fotofinish, vincendo il round robin.

E ORA?

INEOS venerdì ha scelto chi sfidare in semifinale, e Luna Rossa ha trovato davanti al suo cammino American Magic. Gli statunitensi sono stati i più fumosi di questa prima parte di America’s Cup, sempre in bilico tra il genio e l’idiota, e potrebbero rivelarsi una mina vagante nella corsa alla finale. Le semifinali sono iniziate sabato 14 (al momento Luna Rossa è in vantaggio per 4-1 nei confronti di American Magic), e si svolgeranno al meglio delle 9 regate, mentre la finale della Louis Vuitton Cup sarà al meglio delle 13, e sancirà lo sfidante dei neozelandesi per la brocca.





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Michele Larosa

The author Michele Larosa