Alonso abbandona la Formula 1: trasloca in IndyCar? Fermi tutti, non è detto. Troppi movimenti di mercato devono andare a buon fine prima di poterlo dire con certezza. E in particolare la domanda è: la McLaren avvierà un programma americano?
Vi demmo conto del rivale numero uno di Alonso in casa McLaren. Si trattava di Scott Dixon, pluricampione IndyCar. Con una carta del genere a disposizione tutti si domandavano se la McLaren avrebbe davvero tentato il debutto di Fernando Alonso. Adesso – forse purtroppo per Woking – questa carta non è più disponibile. Dixon ha rinnovato con Ganassi, il top team Honda del Circus a stelle e strisce.
Le prospettive della McLaren in America sono legate a doppio filo con l’Andretti Autosport, la squadra di Michael, il figlio del grande Mario. La squadra inglese aveva schierato Alonso alla 500 miglia di Indianapolis cogestendo la vettura proprio con gli Andretti. I quali sarebbero ben disposti a riproporre l’operazione su più larga scala. Nonostante un parco macchine ragguardevole: hanno già allineato quattro vetture per tutta la stagione quest’anno. E le hanno confermate.
Si moltiplicano i commenti nel Nuovo Mondo sulla prospettiva. «Farà la Indy 500 e l’intero campionato? Lo spero» dichiara Tony Kanaan. «Sarebbe un bene per la nostra serie». Entusiasta anche Ryan Hunter-Reay: «Sì, lo accoglierei, nessun dubbio. Abbiamo lavorato bene insieme». Però poi aggiunge: «Non ho idea di a che punto sia tutta questa cosa, e non so dov’è la McLaren in questo momento. Non so come si lega agli Andretti. Ci sono molte speculazioni per ora».
RACER riporta che Alonso era interessato a correre tutta la stagione con Andretti, non soltanto part-time. E proprio in questa direzione sembra andare il test su circuito stradale che lo spagnolo sta per svolgere. Lo scoop è di Marshall Pruett, che non è in grado di dare una data sicura. Il cronista americano ipotizza che il collaudo si terrà al circuito di Barber dopo la gara di Portland del 2 settembre.
Road&Track ha individuato la scappatoia che può facilitare il debutto dello spagnolo e della squadra inglese. Il maggior ostacolo allo sbarco in America si chiama Honda. Il motore che ha perseguitato Alonso, impedendogli di cogliere il terzo iride e forse convincendolo al ritiro. Il motore che la McLaren stessa ha abbandonato in grande stile.
Il punto è che Andretti Autosport è spinto da motori Honda. E non vuole perdere la partnership (che è pluriannuale) solo per Alonso e la McLaren. Come si fa? L’opzione sul tavolo è aprire una collaborazione con l’Harding Racing. Una squadra che monta motori Chevrolet. E che potrebbe rapidamente trasformarsi in un team satellite di Michael Andretti. Il sussurro è così forte che è riportato anche da RACER. «Potremmo arrivare a sei [macchine]» dice Michael. E così risponde a chi gli chiede se stanno lavorando a un programma satellite per la McLaren: «Vedremo». Intanto l’Harding ha ammesso che l’obiettivo di quest’anno è correre con due auto full-time.
Confida Nigel Roebuck, in passato giornalista F1: «Quest’anno a Monaco Alonso m’ha detto: “Avrei potuto essere a Indy anziché qui”». I piani dello spagnolo sono difficili da far quadrare. Anche per un altro contrattempo. Il suo impegno a correre in tre eventi WEC Super Season. Ma solo uno o due potrebbero sovrapporsi all’impegno full-time nella IndyCar Series.