“Non potevamo dire di essere venuti qui per battere il record della Peugeot, ma siamo molto felici di averlo fatto”. Sono queste le prime parole che il direttore tecnico del progetto I.D. R Pikes Peak, Francois-Xavier Demaison, ha pronunciato dopo aver visto il cronometro della Pikes Peak fermarsi a 7’57″148. Volkswagen Motorsport, ufficialmente, aveva infatti deciso di attaccare la storica salita tra le montagne del Colorado solamente per tentare di battere il precedente record relativo alle auto elettriche. Tuttavia, già dai tempi messi a segno nel corso delle prime sessioni di prove si era capito che la I.D. R Pikes Peak guidata da Romain Dumas avrebbe potuto puntare molto più in alto.
Il precedente record assoluto lungo i 19,99 km della Pikes Peak International Hill Climb lo aveva messo a segno un certo Sebastien Loeb, che nel 2013 alla guida della mostruosa Peugeot 208 T16 Pikes Peak era riuscito a divorare le 156 curve che compongono l’iconica “Race to the clouds” in 8’13″878. Quello fatto registrare dall’alsaziano sembrava un crono destinato a durare per parecchi anni ancora, ma i vertici di Volkswagen Motorsport devono averla pensate diversamente. La I.D. R Pikes Peak, un’auto totalmente elettrica con un look dal sapore LMP1, con i suoi soli 1.100 kg di peso e la possibilità di non perdere neppure un briciolo dei suoi 680 CV di potenza a causa del variare dell’altitudine, è un prototipo specificamente progettato per questa corsa: dunque quasi nessuno, a voler essere sinceri, si è stupito di vedere già nel corso dei test dei tempi clamorosamente vicini al crono fatto registrare da Loeb.
E così, nel corso dell’unico tentativo che si ha a disposizione quando si decide di sfidare la Pikes Peak, Romain Dumas è riuscito a limare ben 16″ ad un tempo che pareva inarrivabile, abbassando di oltre 1’10” il precedente record relativo alle auto elettriche. “Fantastico, con questo risultato siamo andati addirittura oltre le nostre aspettative!“ – ha dichiarato il pilota francese a scalata ormai conclusa – “Avevamo capito sin dai test che avremmo potuto puntare al record assoluto, ma per farcela avevamo bisogno che tutto funzionasse alla perfezione, dall’auto al pilota. Senza dimenticare poi il ruolo del meteo, con la nebbia che ha reso umida la parte centrale del percorso e mi ha un po’ rallentato“. “La I.D. R Pikes Peak è l’auto più impressionante che mi sia capitato di guidare in una gara: la propulsione elettrica cambia parecchio nel modo di guidare, e dopo aver preso parte a questo progetto sento di aver imparato molto. Sono incredibilmente orgoglioso di aver fatto parte di tutto questo!“, ha concluso infine il nuovo recordman della Pikes Peak.
A fare eco all’entusiasmo nelle parole di Dumas ci hanno poi pensato le dichiarazioni di Sven Meets, Direttore di Volkswagen Motorsport. “E’ un giorno fantastico per VW, e siamo davvero orgogliosi del risultato ottenuto” – ha detto infatti Meets – “La I.D. R Pikes Peak è l’auto più innovativa e complesso che Volkswagen abbia mai realizzato, ed è solo grazie allo straordinario impegno di tutti che è stato possibile superare alcune sfide e trovare nuove soluzioni”. Il Direttore di VW Motorsport ha chiosato poi sul poco tempo (250 giorni) trascorso tra la presentazione del progetto e la realizzazione del record: “Dovrebbe essere impossibile centrare un primato simile in così poco tempo, voglio dire grazie a tutte le persone che hanno collaborato a questo progetto perché senza la loro straordinaria dedizione non ce l’avremmo mai fatta!”, ha concluso infatti Meets.
Il nostro Simone Faggioli, dunque, non ha potuto far altro che accontentarsi della 2^ posizione assoluta. Il pilota toscano, andato tra le montagne del Colorado da esordiente, con la sua Norma M20 SF Pikes Peak ha completato la scalata con un ottimo 8’37″230, un crono che lo ha portato ad appena 24″ dal record di Loeb rimasto ora riferimento da battere per le sole auto termiche. E c’è da dire che, probabilmente, il pluricampione delle cronoscalate voglia riprovare a battere il crono dell’alsaziano nel prossimo futuro: tantissime sono state le noie tecniche che hanno afflitto la sua Norma nel corso delle giornate di prova, dunque non ci sarò troppo da stupirsi se magari nel 2019 il toscano deciderà di attaccare la Pikes Peak con un po’ di esperienza in più sulle spalle…