Anche quest’anno è tempo di accendere i motori. La corsa più famosa del mondo è di nuovo imminente: la 500 miglia d’Indianapolis si correrà domenica 28 maggio. Il momento più atteso della IndyCar Series è arrivato, e non dobbiamo farci trovare impreparati. Ecco quindi una Guida completa al tracciato e all’evento!
La corsa quest’anno taglia il traguardo delle 102 edizioni e vede sulla griglia di partenza ben sei passati vincitori. Da Castroneves a Kanaan, da Dixon a Rossi, da Hunter-Reay a Takuma Sato. Ancora una volta il più vincente è Helio Castroneves, di nuovo in forze al team Penske e con tre trofei all’attivo. Tutti gli altri hanno bevuto il latte solo una volta.
E no, bevuto il latte non è un modo di dire. A Indianapolis, niente champagne per il vincitore. Secondo una tradizione che ormai affonda nella Storia, chi taglia la Brickyard del 200° giro in testa alla corsa ha in regalo una bottiglia di latte. La fornitura riempie di gioia la American Dairy Association, corporazione dei produttori di latte statunitense. Ed è un rituale che tutti aspettano (al punto che il pubblico a stelle e strisce detesta Emerson Fittipaldi, macchiatosi del grave reato di aver preferito del succo d’arancia…).
L’entry-list è stata pubblicata il 3 maggio. Le macchine che proveranno a qualificarsi saranno 35, con 33 posti disponibili. La news più scottante è il grande ritorno di Danica Patrick, al volante di una DW12 di Ed Carpenter. E se non fosse stato per un incidente in WEC, anche Pietro Fittipaldi sarebbe stato al via: ma dovrà essere rimpiazzato. Stefan Wilson si aggiungerà al team Andretti.
Diamo un’occhiata più da vicino al circuito. Cosa può avere di interessante un ovale, con quattro curve di 90°? Molto di più di quanto sembri. Anzitutto, le quattro pieghe hanno un banking di 9°12’ e sono lunghe ciascuna 0,250 miglia, ovvero circa 0,402 km. Il doppio dei rettilinei corti, che misurano 0,125 miglia (cioè 0,201km). I lunghi invece sono davvero lunghi: 0,625 miglia, che equivale a qualcosa in più di 1km l’uno. Sul dritto la larghezza della pista è di 15 metri, mentre nelle curve si allarga fino a 18. La lunghezza complessiva del circuito è 2,5 miglia (4,023 km) e i giri richiesti sono 200, per un totale perfetto di 500 miglia. Cioè 804,672km.
Il record sul giro l’ha fatto registrare Arie Luyendyk nel 1996. In qualifica si conquistò la pole-position con 0:37.895 ma in prova girò addirittura in 0:37.616, a 385,052 km/h di media e ben 239,260 miglia all’ora. In gara, viceversa, il record appartiene a Eddie Chever ed è sempre datato 1996. L’americano di Roma chiuse un giro in 0:38.119, a 379,971 km/h (o 236,103 mph).
Quanto dura una 500 miglia? Buone notizie: anche meno di tre ore. Dipende da quante pace car escono in pista, dalle bandiere gialle, dagli incidenti. Ma dal 2011 al 2014 ci sono state quattro delle nove 500 Indy più veloci della storia, sotto il filo dei 180 minuti. Il record di percorrenza in gara appartiene a Tony Kanaan, che ha concluso l’edizione 2013 in appena 2h40’03”4181, il che significa alla spaventosa media di 187,433 miglia orarie. Cioè 301,644 chilometri all’ora. Considerate che il Gran premio di Formula 1 più veloce della storia l’ha percorso Michael Schumacher a Monza nel 2003, con V10 e F2003-GA all’attivo. Rimanendo ben al di sotto dei 250 km/h (chiuse con 247,6 km/h di media). Senza che entrasse la Safety Car: la Indy 2013 passò invece il 10% del tempo sotto bandiera gialla, con ben 21 giri passati a bassissime velocità. Quella del 2017, vinta da Sato, si concluse in 3h13’03”3584.
Con oggi cominciano due settimane di fuoco per la IndyCar Series. Ci saranno cinque giorni di prove libere e due di qualificazioni, più un ulteriore giorni di prove generali chiamato Carb Day. Con oggi si chiuderà il Rookie Orientation Program, la due giorni che serve a rinfrescare la memoria ai rientranti e far saggiare l’asfalto ovale agli esordienti. Nella prima sessione del ROP, che si è tenuta martedì 1° maggio, davanti a tutti svettava il frizzante Robert Wickens. Il ROP consiste, per ogni suo giorno, in tre fasi: nella prima, i piloti devono percorrere dieci giri a 205 miglia orarie; nella seconda, dieci giri a 210; nella terza, dieci giri a 215. Parliamo di velocità comprese tra i 320 e i 350 km/h di media!
Sull’asfalto di Indianapolis si è già tenuta una giornata di test, lunedì 30 aprile. A chiudere davanti a tutti è stato Tony Kanaan (per AJ Foyt) alla velocità di 226,181 mph (circa 364 km/h di media). Quel giorno Josef Newgarden ha anche testato il windscreen, il parabrezza che la Indy vuole adottare nel 2019.
Le prove libere si terranno oggi, domani, dopodomani e infine il 18 maggio, il cosiddetto Fast Friday. In un anno favorevole alla Honda e su un circuito che ha sempre avvantaggiato i motori nipponici, c’è da credere che sul giro secco sapranno destreggiarsi con una certa abilità. Le qualifiche si terranno sabato (quando si deciderà la pole) e domenica.
A Indianapolis infatti il primo giorno di qualifiche servirà a determinare quali saranno le 33 vetture qualificate per la gara. Dopodiché, il giorno dopo verranno divise in tre gruppi in base alla graduatoria dei tempi: i primi nove saranno ammessi alla Fast Nine Shootout e si giocheranno la pole; i successivi ventuno si spartiranno le posizioni dalla 10^ alla 30^; gli ultimi, infine, si giocheranno la qualificazione nell’ultima fila. Prima scenderà in pista il secondo gruppo, poi i più lenti, infine ci sarà la lotta per le prime posizioni.
Dopo che si sarà decisa la pole position, ci saranno gli ultimi due giorni di prove libere: lunedì 21 e venerdì 25, quest’ultimo chiamato Carb Day.
Fuori Traiettoria seguirà tutti i giorni di prove della 500 miglia di Indianapolis 2018 e vi fornirà, pochi giorni prima della gara, una preview aggiornatissima con orari, previsioni meteo e pronostici per la corsa più famosa del mondo.