Ci ha pensato l’Haas F1 Team a fare un regalo di San Valentino a tutti gli appassionati di Formula 1 sparsi per il mondo. Mentre infatti il Circus si preparava ad accogliere degnamente la nuova nata di casa Groove, quella Williams che sarà affidata a Lance Stroll e Sergey Sirotkin, la scuderia statunitense a sorpresa ha bruciato tutti sul tempo, bypassando la fase dell’annuncio della data di presentazione e procedendo direttamente con l’unveiling della propria nuova nata.
La VF-18, che anche in questa stagione sarà affidata a Romain Grosjean e Kevin Magnussen e presentata in una colorazione più simile a quella dell’esordio, avrà il compito di far dimenticare a Gene Haas, Gunther Steiner e compagni la ben poco esaltante annata 2017, durante la quale la vettura statunitense troppo spesso non è apparsa al livello delle monoposto di metà classifica. Nel tentativo quindi di migliorare la vettura, gli ingegneri a stelle e strisce sono intervenuti su parecchi aspetti della monoposto, innanzitutto adattandola alle principali modifiche regolamentari previste per questo 2018 – presenza dell’HALO ed assenza della “pinna” sul cofano motore – e cercando dopo di migliorarne le principali caratteristiche. Caratteristiche che, pur essendo con ogni probabilità destinate a cambiare nuovamente in vista della prima sessione di test pre-stagionali del Montmelò, è forse utile analizzare con un po’ più di attenzione.
Se infatti si corre concretamente il rischio che la maggior parte della veste aerodinamica cambi radicalmente da qui all’apparizione della VF-18 sull’asfalto spagnolo – fatta eccezione per il nuovo rollbar e per le masse radianti, vincolanti e vincolate per motivi strutturali -, l’ala anteriore della nuova Haas merita un’analisi ravvicinata. Essa è infatti parecchio diversa rispetto alla versione 2017, e l’attenzione posta nel suo design potrebbe far ipotizzare che si tratti effettivamente di quella che poi, con le debite modifiche causate dall’esito dei test, accompagnerà la VF-18 nelle FP1 del GP d’Australia. Il main plane dell’ala della nuova Haas ha 3 elementi, accompagnati nella zona laterale da almeno due paratie verticali e da altrettanti soffiaggi nella zona inferiore, uno dei quali facilmente visibile all’esterno dell’endplate. Per quanto riguarda i profili aggiuntivi, invece, si può notare come da 3 flap si passi a 4 nel momento in cui si giunge nella zona antistante gli pneumatici anteriori.
Nuovi sono anche i piloncini di supporto dell’ala anteriore, che al loro interno presentano una paratia verticale realizzata probabilmente per migliorare l’efficienza dei nuovi turning vanes piazzati stavolta davanti le telecamere ai lati del musetto – che presenta un vistoso vanity panel che lascerebbe presagire la presenza dell’S-Duct -, poco prima dei braccetti della sospensione push-rod. Si nota poi anche il mozzo forato, una soluzione tecnica confermata dallo scorso anno.
La zona delle fiancate ricorda poi la SF70-H: dopo le due piccole paratie verticali poste ai lati dell’abitacolo sul quale spicca l’HALO, infatti, si nota come la forma delle bocche dei radiatori sia piuttosto simile a quella della Rossa della passata stagione, con la presenza – sempre sulla falsariga Ferrari – di diversi profili fronte radiatori pensati per indirizzare meglio l’aria dentro le pance della nuova VF-18. In Haas hanno poi deciso di confermare sia la struttura del profilo verticale posto ai lati delle fiancate, caratterizzato anche sulla nuova nata dalla presenza di 4 elementi curvilinei, sia la presenza dei “coltelli” sul fondo dei bargeboard davanti al fondo piatto, una soluzione adottata a partire dal GP di Austin del 2017 e poi raramente abbandonata dal team statunitense.
Nuovo è il rollbar e dunque nuovo è anche l’airbox, ora realizzato sulla falsariga di quanto fatto vedere nel corso dello scorso anno da Mercedes e Toro Rosso. Anche sulla VF-18 si notano infatti tre diverse sezioni, con quella centrale che servirà a convogliare l’aria verso la Power Unit Ferrari e con quelle laterali che andranno invece a raffreddare le componenti ausiliarie, come compressore ed ERS. Scompare – ma probabilmente meno di quanto si fosse portati a pensare – la “pinna” sul cofano motore che tanto aveva caratterizzato le monoposto del 2017 e che, dopo il veto della McLaren, ha dovuto abbandonare per questa stagione le vetture del Circus.
Sulla Haas si nota infatti come il cofano motore non si limiti a fasciare per bene la PU Ferrari, ma si preoccupi anche di indirizzare il flusso d’aria verso l’ala posteriore, che come sulla SF70-H è sorretta da un doppio pilone di supporto. L’alettone conserva molte delle caratteristiche già viste nel corso della passata stagione, e sarà una delle parti dell’auto più soggette a cambiamenti nel corso dei test: gli endplate sono infatti molto…basici a livello di feritoie ed aperture, e persino il mainplane non presenta neppure quell’incavo a “V” nella parte centrale che eravamo stati abituati a vedere nel corso del 2017. A sorpresa invece, visto che l’assenza delle “pinne” avrebbe potuto (o dovuto) renderle superflue, torna la T-Wing: sulla VF-18 sembra infatti essere stata ripresa una soluzione in parte anticipata dalla Williams lo scorso anno, che vedeva quest’appendice aerodinamica posizionata non sulla cima della pinna ma nella parte bassa del retrotreno, molto più vicina agli scarichi.
Nella zona posteriore – che finora le immagini divulgate avvolgono nel più grande segreto, visto il buio che oscura tutta la zona del diffusore – si nota poi una discreta rastremazione della zona della Coca-Cola, che nella parte finale tende però ad allargarsi nuovamente a mo’ di “megafono” per garantire una dissipazione migliore del calore prodotto dalla PU e che finisce così per inglobare parte dei braccetti della sospensione posteriore pull-rod. Sul fondo piatto, infine, si può notare come davanti agli pneumatici posteriori siano presenti 4 “tagli” nella parte esterna del marciapiede, nel tentativo di ripulire al meglio l’aria davanti alle gomme del retrotreno e di migliorare così l’efficienza aerodinamica.
Oggi sarà il turno della Williams: a Groove si saranno limitati a portare avanti il progetto FW40 oppure avranno azzardato qualcosa di innovativo?
Per le informazioni aggiuntive, con un “gentilissimo” d’obbligo, si ringrazia Sebastiano Vianello.