Quando lo abbiamo conosciuto era un liceale che puliva gomme nell’EuroFormula Open. Adesso è diventato il progettista della nuova Predator’s PC015, un’auto che correrà nelle prossime stagioni della Formula X Italian Series. Parliamo di Andrea Amico, studente di Ingegneria al Politecnico di Milano e co-firmatario del formulino di cui Corrado Cusi vuole riempire la Formula X.
Il campionato, dedicato a piloti gentlemen e aperto a monoposto di bassa potenza, accoglie così un nuovo cucciolo nella muta di vetture che già corrono per i circuiti italiani. La Predator’s Challenge (che quest’anno è andata a Ivan Machado Perez) fino ad adesso schierava soltanto PC008 e PC010, le precedenti versioni della Predator’s.
«Una formula per tutti» l’ha definita Corrado Cusi nella presentazione. «Abbiamo mantenuto intatte le soluzioni tecniche vincenti già sperimentate nel corso degli anni, con l’obiettivo di garantire prestazioni più elevate». È ovvio che l’obiettivo della Predator’s è sostituire i vecchi modelli che ancora circolano sulle piste italiane. La PC015 dovrà subentrare alla PC010 come vettura di riferimento all’interno del Campionato di Formula X.
La PC015 è stata presentata qualche giorno fa a Maranello, al Museo Ferrari. La nuova monoposto è una evoluzione della precedente e il suo concepimento è stato seguito dal nostro Andrea Amico attraverso un certosino lavoro al CAD. La macchina è stata (come è tradizione per la serie di Corrado Cusani) realizzata nel tentativo di ridurre i costi al minimo. Autosprint riporta che il prezzo sarà di «19.900 euro più tasse» (identico a quello della PC010). Papà della monoposto, assieme ad Andrea, sono Corrado Cusi e Luca Panizzi (oltre allo staff Predator’s). L’automobile si presenta con fiancate più alte, telaio allungato e posteriore più rastremato rispetto all’esemplare predecessore. Le pance alte della PC015 sono un elemento atipico per le moderne vetture formula, e si combinano a un muso più basso ricavato in pezzo unico.
L’automobile si compone di un telaio in tubi d’acciaio con pennellature laterali in alluminio, con un cambio sequenziale a sei marce. È stato ristretto il roll-bar rispetto alla versione precedente. «L’obiettivo principale sul quale abbiamo basato la progettazione di questa macchina» ci ha dichiarato Amico «era ridurre il più possibile il Cx» per diminuire la resistenza all’avanzamento rispetto alla PC010.
Il motore rimane un 600cc Honda, per la precisione un Honda CBR 600 RR. Secondo Autosprint, svilupperà circa 118CV (per avere un termine di paragone, una F4 ne garantisce circa 140 e una F3 quasi 200). Le gomme non sono ancora state definite (saranno ugualmente delle all-weather come per la Formula E). Il peso di base è 360kg ma oscillerà in base all’uso di zavorre anteriori o posteriori (un dato non ufficiale, che non abbiamo avuto occasione di verificare e vi riportiamo per puro spirito di cronaca, citava un peso di circa 600kg). Le dimensioni corrispondono a 4050mm di lunghezza, 1630mm di larghezza massima, 1020mm di altezza e 2250/2270mm di passo (leggermente aumentato alla PC010).
Al momento non è in cantiere una versione «K» della monoposto, cioè una sua sorellina da schierare nei kartodromi. Andrea Amico riporta che, «benché non ci sia nulla di definito», è più plausibile che venga messa in conto una sua versione «1000» (cioè motorizzata con un propulsore da un litro per concorrere nella «formula libera» e per questo un po’ più grande).
Fuori Traiettoria fa un in bocca al lupo alla neonata formulina e ai suoi “genitori”. Dal successo di queste formule minori deriva gran parte dell’entusiasmo diffuso per il mondo dell’automobilismo, e bisogna incoraggiare chi lo alimenta con la propria passione e i propri sforzi.