Come ogni anno, verso la metà di novembre si è ufficialmente conclusa la corsa al titolo del World Rally Championship: a differenza delle edizioni precedenti, la lotta per conquistare l’iride è stata apertissima fino a pochi eventi dalla fine, quando due passi falsi di Thierry Neuville hanno vanificato la rimonta avvenuta nella parte centrale della stagione. Sebastien Ogier ha così conquistato il quinto Mondiale consecutivo, issandosi in solitaria al secondo posto all time, dietro al solo Sebastien Loeb (9).
Andiamo dunque ad analizzare brevemente la stagione di tutti coloro che hanno disputato almeno 2 gare su una WRC Plus, in ordine di classifica.
SEBASTIEN OGIER (1° – 232 pts) – Voto 9. È stata indubbiamente l’annata più difficile degli ultimi tempi per il fuoriclasse francese: abituato ad un numero di vittorie oscillante tra le 6 e le 9 a stagione, Ogier si è dovuto accontentare di soli 2 trionfi durante l’anno, l’ultimo dei quali ottenuto in Portogallo, nel lontano maggio. Il compagno di team Ott Tanak si è dimostrato spesso più veloce di lui, trovandosi a bordo di un’auto più conosciuta, ed in diversi Rally la velocità semplicemente non era sufficiente per lottare per la vittoria.
Proprio per questi motivi, per quanto paia assurdo affermarlo, questo 2017 è stato l’anno della consacrazione definitiva del transalpino. 9 podi su 13 gare, un solo ritiro (Finlandia) ed il quinto posto come peggior posizione al traguardo. Una costanza impressionante, la capacità di far fruttare al massimo anche le gare più complicate e una Ford indistruttibile gli hanno regalato un titolo che vale come i 4 precedenti messi insieme. E anche il miglior Neuville di sempre si è dovuto arrendere allo strano binomio Ogier/M-Sport, sul quale non molti avrebbero scommesso a gennaio, che è recentemente stato confermato fino a fine 2018.
THIERRY NEUVILLE (2° – 208 pts) – Voto 8. Inutile prendersi in giro, l’80% di questo Mondiale si era già volatilizzato a febbraio: il doppio errore commesso al Montecarlo ed in Svezia è costato carissimo, all’incirca 60 punti, costringendo il binomio più veloce del 2017 all’inseguimento fin dal terzo round del campionato. Non sono bastate le 4 vittorie, esattamente il doppio di quelle ottenute dal Campione del Mondo, non è bastato il ricongiungimento avvenuto in Finlandia, quando Ogier e Neuville sono incredibilmente tornati a pari punti.
Un nuovo periodo no e i ritiri in Germania e Finlandia hanno costretto il belga al terzo piazzamento da Runner Up della sua carriera. Da sottolineare come il pilota di St. Vith sia stato molto spesso il più veloce su strada ma, con un tale numero di incidenti (talvolta la fragilità del mezzo non ha aiutato) puntare al bersaglio grosso diventa impossibile.
OTT TANAK (3° – 191 pts) – Voto 8.5. Perde la battaglia per il secondo posto da Neuville, ma questa è stata la stagione della consacrazione per il velocissimo estone. Si discuteva tanto di lui ad inizio stagione, messo per la prima volta su un’auto veramente competitiva, e nonostante la pressione non ha deluso le attese. Ha vinto le prime due gare in carriera, ottenendo in totale più del doppio dei podi raggiunti nelle 3 stagioni complete precedentemente disputate.
È stato parte, insieme a Neuville e Latvala, del gruppetto che regolarmente faceva il vuoto dietro di sé nella fase centrale della stagione, concludendo spesso e volentieri davanti al caposquadra. Per diventare un Campione c’è ancora della strada da fare, cercando di eliminare quelle gare no, Finlandia e Galles tra tutte, che hanno visto Tanak girare su tempi relativamente poco competitivi sin dal venerdì, ma la strada è decisamente quella giusta. E, dal 2018, verrà percorsa a bordo di una Toyota.
JARI-MATTI LATVALA (4° – 136 pts) – Voto 7.5. La stagione del grande riscatto. Era difficile sapere cosa aspettarsi da Toyota, al grande rientro dopo 17 anni di assenza dal Mondiale Rally, e da Latvala, reduce dalla peggior annata dal lontano 2007. Sicuramente nessuno si sarebbe mai atteso la vittoria in Svezia, che ha consentito al finlandese di conquistare momentaneamente la vetta della classifica grazie anche al secondo posto di Montecarlo. È poi seguito un momento meno positivo per la macchina, che sempre più spesso ha iniziato a patire di surriscaldamento del motore: JML ha dunque sfornato una sequenza di gare corse con la combattività persa nel 2016, cercando di far fronte alle difficoltà, ed ottenendo risultati impensabili con il mezzo a disposizione.
Il podio raggiunto in Sardegna è poi stato seguito da 2 ritiri causati proprio dal problema di cui sopra, che gli hanno fatto perdere prima un altro podio (Polonia) poi una vittoria certa (Finlandia). Il finale di stagione, leggermente sottotono, non ci fa dimenticare né le prodezze di cui è stato capace in un team sostanzialmente debuttante, né la regolare umiliazione inflitta al compagno di squadra Hanninen.
ELFYN EVANS (5° – 128 pts) – Voto 7. Un’annata decisamente altalenante per l'”elfo” gallese, le cui prestazioni sono spesso dipese dalla scarsa adattabilità della sua gommatura DMACK. In diverse occasioni, le sue coperture causavano un sottosterzo tale da rendere la macchina ingovernabile, costringendolo a pagare minuti di ritardo già venerdì sera. Ma quando le cose giravano bene… allora c’era da divertirsi.
La leadership sfumata sul traguardo per una questione di decimi in Argentina è stata un’amara beffa, compensata dall’incredibile gioia di ottenere la prima vittoria in carriera proprio nel Rally del Galles, sulle strade di casa sua. Il podio in Finlandia, storicamente prerogativa di scandinavi e predestinati, fa ben sperare per la prossima stagione, sperando che la prestazione delle sue gomme vada ad allinearsi con quella delle Michelin.
DANI SORDO (6° – 95 pts) – Voto 6. Insomma… La prima parte della stagione non era andata poi male. Quarto a Montecarlo ed in Svezia, terzo in Corsica ed in Portogallo, lo spagnolo aveva raccolto 66 punti nelle prime 6 gare. Nelle successive 6, i punti sono stati 25. Un calo netto avvenuto nella seconda parte, che infine ha convinto il suo team a non affidargli una macchina per la tredicesima ed ultima corsa dell’anno.
Non un segnale positivo da parte del team che, dopo l’assunzione di Mikkelsen, pare aver messo lo spagnolo ai margini del proprio progetto. Se l’anno prossimo non arrivasse il riscatto del debole finale di stagione, con il contratto che andrà a scadere, potrebbe trattarsi dell’ultimo anno di Sordo in Hyundai.
KRIS MEEKE (7° – 77 pts) – Voto 6. 2 vittorie, esattamente come Ogier. Della costanza del francese però, purtroppo, non c’è traccia. Kris Meeke ha portato a termine il suo quarto campionato completo con all’attivo due primi posti, due settimi (di cui uno rientrando con il Rally-2 dopo aver danneggiato la macchina), un ottavo e 7 ritiri.
Inutile dire che le gioie ottenute in Spagna ed in Messico, dove peraltro ha fatto saltare le coronarie del suo team, bastano a malapena a salvare una stagione in cui gli incidenti sono stati decisamente troppi. Si classifica comunque primo tra le Citroen, anche grazie alla gara in più disputata nei confronti di Craig Breen, e si guadagna senza grossi problemi la riconferma per il 2018.
HAYDEN PADDON (8° – 74 pts) – Voto 5.5. Rally di Montecarlo, PS 1. Hayden Paddon è il terzo partente al via. Dopo una manciata di km, il neozelandese perde il controllo della vettura e va a sbattere violentemente all’esterno di una curva a sinistra. Un incidente come tanti, causato dal fondo ghiacciato, dal buio della notte e dalla poca confidenza con le nuove vetture: peccato però che, nel punto dell’impatto, si trovasse un fotografo, che muore sul colpo. Buona parte del Mondiale di Paddon finisce lì, con il 30enne della Hyundai che non riesce a togliersi dalla testa i ricordi dell’incidente.
I due podi, ottenuti in Polonia ed in Australia, fanno da contorno ad una stagione anonima, passata lontana dalle posizioni che contano e, talvolta, con minuti di ritardo già dopo la prima tappa. Deve riprendersi, soprattutto mentalmente, sperando che la concorrenza di Mikkelsen nel 2018 non lo metta completamente fuori dai giochi.
JUHO HANNINEN (9° – 71 pts) – Voto 5. Aveva testato la macchina per mesi. La conosceva meglio di chiunque altro. Tutto ciò non è bastato per evitare una lunga sfilza di umiliazioni ad inizio stagione quando, mentre Latvala vinceva in Svezia andando regolarmente oltre i limiti della vettura, Hanninen si ritrovava minuti dietro, mai oltre la 6a posizione nelle prime 8 gare. Finalmente, nella gara di casa, il primo podio, al quale sono seguite due solide prestazioni.
Purtroppo per il finlandese, questo netto miglioramento non è bastato per tenere il sedile in ottica 2018, vista l’esplosione del talento di Lappi e l’acquisto di Tanak. Per questa ragione, a scanso di sorprese, quella appena conclusa si rivelerà essere la sua unica stagione completa nel WRC. Peccato che l’avventura sia finita proprio mentre si stava iniziando ad ambientare.
CRAIG BREEN (10° – 64 pts) – Voto 6.5. 11 gare disputate contro le 12/13 degli altri, la prima delle quali è stata corsa sulla Citroen DS3 WRC con specifiche 2016. Ecco la ragione del voto relativamente alto di Craig Breen, unico a portare punti alla causa Citroen durante la crisi di Meeke e le prestazioni non all’altezza di Lefebvre. 6 i piazzamenti a punti, tutti quinti posti, ai quali si aggiungono 4 ritiri, dei quali solo 2 sono stati causati da incidenti. E così, quella che doveva essere una stagione da tappabuchi (era previsto che saltasse ben più di due gare) si è trasformata nella stagione, se non della consacrazione, quantomeno della riconferma.
Non sarà un purosangue come Meeke, ma le sue doti di ragioniere gli consentono di dimostrarsi sorprendente utile per la squadra. Chissà che non possa puntare a qualcosina di più l’anno prossimo: d’altronde ha solo 27 anni.
ESAPEKKA LAPPI (11° – 62 pts) – Voto 8. C’è qualcosa di più dolce di vincere la prima gara sulle strade di casa? Secondo Lappi c’è: vincere la prima gara sulle strade di casa, alla quarta uscita ufficiale nel Mondiale Rally. Ebbene sì, il finlandese, vincitore del WRC-2 nel 2016, ci ha messo solo 4 gare per ottenere la prima vittoria in carriera, conquistando il Rally di Finlandia, noto a tutti come uno degli eventi che richiedono più esperienza nell’intero panorama del Motorsport.
E poco importa se il seguito della stagione non è stato poi così brillante, con diversi errori a macchiare performance comunque molto veloci: questo ragazzo ha talento da vendere e la Finlandia, nazione da 5.5 milioni di abitanti e storicamente patria di grandi campioni nelle gare su strada, potrebbe averci regalato l’ennesimo diamante di una già meravigliosa collana.
ANDREAS MIKKELSEN (12° – 54 pts) – Voto 7. Il talento norvegese, rimasto senza casa in seguito all’abbandono da parte di Volkswagen, in questo 2016 si è improvvisato giramondo. Dopo 3 gare a bordo di una Skoda Fabia R5 (di cui le prime 2 concluse in un’incredibile settima posizione Overall), Mikkelsen si è spostato in Francia, direzione Citroen.
L’inizio stentato in Italia ed in Polonia non faceva presagire chissà cosa, ma, in seguito all’approdo sulla superficie asfaltata tanto amata, lo scandinavo ha ottenuto un insperato secondo posto. Ciò ha convinto Hyundai, con la quale ha corso le ultime 3 gare dell’anno, ad offrirgli un contratto fino a fine 2019, che gli garantirà la possibilità di correre per qualche stagione senza la necessità di elemosinare sedili.
STEPHANE LEFEBVRE (13° – 30 pts) – Voto 4.5. Molto, ma molto male l’inizio di stagione di Lefebvre, descritto da molti come un pilota potenzialmente molto veloce, anche grazie alla vittoria del WRC-3 2014. Purtroppo per lui il francese non sta riuscendo a portare sulle 4 ruote motrici le prestazioni che realizzava con le 2WD, ottenendo al massimo un ottavo posto nelle prime 5 gare corse.
Ciò lo fa sprofondare in fondo alla confusa line-up Citroen, consentendogli di prendere parte solo ad altre 3 gare. In queste il miglioramento si vede, visto che Lefebvre arriva quinto in Polonia e sesto in Spagna, ma le aspettative della vigilia erano decisamente migliori. Rimarrà in Citroen nel 2018, sperando di poter continuare sulla falsariga della seconda metà di stagione.
TEEMU SUNINEN (14° – 29 pts) – Voto 7 (sulla fiducia). Avevamo detto che avremmo dato un giudizio a tutti coloro che avessero corso almeno due gare su una WRC Plus… Beh, Suninen ne ha fatte proprio due, perciò anche lui rientra in questo lungo elenco. I Rally in questione sono Polonia e Finlandia, sicuramente i più congeniali alle sue caratteristiche, che conclude rispettivamente in sesta e quarta posizione, rischiando seriamente di acciuffare il podio nella seconda occasione. Conclude terzo nel WRC-2, con una vittoria (Spagna) e altri 3 podi. In attesa del probabile annuncio di M-Sport in vista 2018, ammiriamo un altro dei potenziali finlandesi volanti del futuro.
MADS OSTBERG (15° – 29 pts) – Voto 4. Prima stagione senza podi dal lontano 2010 per il pilota appassionato di salto in lungo, con l’aggravante di non esserci neanche arrivato vicino. Parte bene in una manciata di occasioni, chiudendo il venerdì con i primi, ma commette sempre qualche errore che lo fa scendere sempre più in basso, sia in gara, che in classifica.
Non molto altro da dire sul suo conto, se non per sottolineare il fatto che, essendo stato mollato da M-Sport, è stato costretto a ripartire dall’Adapta World Rally Team, una realtà con molte meno possibilità rispetto a quella di Wilson. Eppure, nel 2012, il giovane Ostberg era salito agli onori della cronaca vincendo una gara proprio con Adapta.
LORENZO BERTELLI (n.c. – 0 pts) Voto Non Classificabile. 2 gare su una WRC Plus, 2 incidenti. Poi il lavoro chiama, e Bertelli viene costretto a mollare l’attività nel Mondiale per dedicarsi agli affari. Con queste macchine così estreme, comunque non sarebbe stato il suo anno
KHALID AL-QASIMI (n.c. – 0 pts) – Voto Non Classificabile. Il ricchissimo Al-Qasimi corre 4 gare con Citroen, finendo sempre alle spalle di diversi piloti del WRC-2. Rispetto a Bertelli ha l’aggravante di togliere un posto da ufficiale ad un pilota vero e proprio, ogni volta che decide di cimentarsi nello sport: assurdo pensare che Meeke, Breen o Lefebvre siano costretti a sacrificarsi per dargli spazio.