“Velocità…sono pura velocità!”. Sfido chiunque di voi a non sapere, nonostante gli ormai 18 anni che ci separano da quei primi secondi di film, a chi appartenga questa citazione. Quella strana macchina parlante rossa, con gli occhi azzurri ed il #95 stampato sulla carena, dal 2006 è entrata a far parte dell’immaginario collettivo di praticamente tutti gli appassionati di automobili del mondo. Non oso immaginare quanti di voi, in questi 18 anni, abbiano rivisto la storia di Saetta McQueen. Scommetto però che siete stati in tanti a decidere di rivedere “Cars” più e più volte, al punto da esservi convinti di sapere tutto su questo film.
Eppure, secondo me, qualcosa vi è sfuggito. Non mi credete? Leggete un po’ qui sotto allora.
- Nella sua versione primigenia, “Cars” si chiamava in realtà “Little Yellow Car”, ed era un film basato sulla storia di un’auto elettrica bistrattata dalle auto a combustione interna che popolavano il mondo;
- Se lasciate che l’animazione del Menu iniziale del DVD si ripeta per 5 volte, in basso a destra comparirà un logo Dinoco: cliccandoci sopra, vedrete una versione adattata a “Cars” del corto Pixar “L’Agnello Rimbalzello” – inserito in apertura de “Gli Incredibili” – , con Cricchetto e McQueen come protagonisti;
- Il nome del protagonista non è casuale. Saetta McQueen è stato infatti chiamato così in memoria di uno degli animatori della Pixar, Glenn McQueen, scomparso mentre realizzava “Alla Ricerca di Nemo”. Sembra poi che la produzione si sia ispirata al cantante Kid Rock per la creazione del profilo psicologico della vettura #95;
- La marca di pneumatici utilizzata nel film, “Lightyear”, è contemporaneamente un omaggio alla Goodyear e a Buzz Lightyear, l’astronauta protagonista del primo film targato Pixar: “Toy Story”;
- Sempre a Buzz Lightyear è dedicata la scritta “Sector 4, Gamma Quadrant” (“Settore 4, Quadrante Gamma”) che si legge sull’anteriore sinistra di Saetta McQueen e sugli pneumatici di alcune auto durante le fasi dei Pit Stop nella gara d’apertura del film;
- Nella versione italiana del film, Bob Cutlass e Darrell Cartrip – i due commentatori delle gare della Piston Cup – altro non sono se non Gianfranco Mazzoni e Ivan Capelli, voci storiche della F1 trasmessa sulla Rai. Nella gara conclusiva della pellicola, quella che si tiene a Los Angeles, Cutlass-Mazzoni esordisce addirittura nella telecronaca con l’ormai leggendaria frase “Un cordiale saluto a tutti gli appassionati”;
- Il personaggio di King è ispirato a Richard Petty, leggenda della NASCAR, che nella versione americana doppia…praticamente se stesso. L’auto che lo impersona nella pellicola, la Plymouth Superbird, è ispirata all’auto che Petty ha guidato nel 1970, e persino la dinamica dello schianto nella gara conclusiva è ripresa da un incidente che ha realmente coinvolto il pilota durante la 500 miglia di Daytona del 1988;
- Il numero di Chick Hicks, l’86, non è casuale: è nel 1986 che è stata infatti fondata la Pixar;
- Neppure il numero di Saetta McQueen, il 95, è casuale: “Toy Story”, il primo film della Pixar, è uscito nelle sale cinematografiche proprio nel 1995;
- Durante la gara di apertura, il King supera un’auto bianca, con il logo della Apple come sponsor e con il numero 84. La Apple – fondata, come la Pixar, da Steve Jobs – è l’unico marchio realmente esistente che compare nell’intero film, mentre l’84 è stato scelto perché il primo Macintosh è stato svelato nel 1984;
- Il tanto agognato sponsor Dinoco, altro non è se non la marca di carburanti venduta nella stazione di servizio che appare in “Toy Story”;
- Emeryville è il luogo in cui la Pixar ha la sede: ci sono riferimenti a questa località sia durante il primo spot pubblicitario della Rust-eze (la targa dell’auto rugginosa recita “Eville”) sia nel grosso monumento di benvenuto che viene inquadrato prima della gara finale a Los Angeles (lì campeggia proprio la scritta “Emeryville”);
- Harv, l’agente di Saetta McQueen, nella versione inglese della pellicola è doppiato da Jeremy Clarkson;
- Quando Mack transita davanti alla stazione di servizio, tra i camion parcheggiati uno presenta sulla fiancata la scritta “Iinc.”: la “I” iniziale è la stessa dello stemma de “Gli Incredibili”, film Pixar uscito nel 2004;
- Boost, DJ e Wingo, le auto che fanno addormentare Mack durante il viaggio di trasferimento in California, nella versione italiana del film sono doppiati rispettivamente da Giancarlo Fisichella, Jarno Trulli ed Emanuele Pirro;
- Il numero del treno che rischia di investire Saetta McQueen è A113, che è anche il numero di targa di Cricchetto: A113 era il numero della stanza che utilizzavano John Lasseter e Brad Bird, due direttori della Pixar, quando studiavano al California Institute of the Arts;
- Il personaggio di Cricchetto (Mater nella versione originale del film), è ispirato ad un fan sfegatato della NASCAR, Douglas “Mater” Keever, incontrato per caso dal direttore della pellicola John Lasseter al Charlotte Motor Speedway durante un viaggio effettuato per raccogliere info sul film. Ha un piccolo cameo come doppiatore in una delle scene iniziali;
- Il nome del Motel di Sally, “Cozy Cone” (“Il cono comodo”) è ispirato ad un posto realmente esistente, il Cozy Dog Drive-In di Springfield, nell’Illinois;
- Le montagne alle spalle di Radiator Springs sono ispirate ad un altro posto realmente esistente, il “Cadillac Ranch”, dove diverse Cadillac sono letteralmente impilate nel terreno;
- L’intera cittadina di Radiator Spring trae ispirazione da quella – realmente esistente – di Seligman, piccolo centro abitato sito in Arizona e sorto attorno alla Route 66. Nel paese, tra gli immancabili Motel e le innumerevoli insegne al neon, è possibile vedere diversi riferimenti alla pellicola della Pixar;
- Luigi, la 500 gialla, nella versione italiana è doppiata da Marco Della Noce, famoso per essere stato il comico Oriano Ferrari di Zelig. I numeri della sua targa (44.5-10.8) corrispondono rispettivamente alla latitudine ed alla longitudine della sede della Ferrari a Maranello;
- Guido, ispirato ad una Iso Isetta del 1956, nella versione inglese della pellicola parla in italiano, mentre nella versione italiana si esprime solamente in dialetto modenese: a doppiarlo è Alex Zanardi;
- Durante la sequenza di presentazione della gara finale a Los Angeles, dietro Bob Cutlass e Darrell Cartrip appare il furgoncino del “Pizza Planet”, un altro chiaro riferimento a “Toy Story”;
- La sede della Pixar ad Emeryville compare nel film: la si nota infatti sulla sinistra mentre i jet militari si apprestano a sorvolare il circuito di Los Angeles prima della corsa finale;
- La Ferrari F430 che nei minuti conclusivi del film entra nel negozio di gomme di Luigi e Guido, infine, è doppiata in tutte le versioni del film da Michael Schumacher;
Ora mi credete quando poco fa vi dicevo che qualcosa vi era sicuramente sfuggito, vero?