Tanti errori e poche certezze, soprattutto sul passo gara: questo sembra essere il verdetto della seconda sessione di prove libere del GP d’Austria, caratterizzate come le FP1 da parecchie sbavature e da indicazioni contrastanti circa la reale efficacia delle varie mescole portate da Pirelli per questo appuntamento.
Va detto che non c’è dubbio – ma questo era piuttosto ovvio sin dall’inizio – su quale sia il compound con cui i piloti attaccheranno la Pole Position. La simulazione di qualifica è stata infatti unanimemente svolta utilizzando le UltraSoft, le “fucsia” della gamma Pirelli. E ad utilizzarle al meglio è stato, come nelle FP1, Lewis Hamilton: il pilota inglese della Mercedes ha chiuso infatti la seconda sessione di prove libere in 1’05″483, un tempo che è sufficiente al #44 per staccare di 147 millesimi Sebastian Vettel. Il tedesco rovina la prima fila virtuale delle Frecce d’Argento piazzandosi davanti a Bottas ed al suo 1’05″699, con le due RedBull che nonostante i problemi tecnici che hanno afflitto a fasi alterne sia Verstappen che Ricciardo si sono piazzate rispettivamente quarta e quinta, staccate tra di loro di 41 millesimi e distanti di più di 3 decimi dalla vetta.
Solo 6° è Kimi Raikkonen, che non ha però sfruttato al meglio il proprio treno di UltraSoft a causa di un errore in Curva 1 durante il suo giro lanciato e che non è andato oltre un 1’06″144, mentre alle sue spalle è buona la prestazione di Magnussen (7°) e di Alonso, 8° in 1’06″732. L’asturiano è inseguito a soli 3 millesimi di distanza da Nico Hulkenberg, risalito sulla sua R.S. 17 dopo averne ceduto il sedile a Sirotkin durante le FP1, e da Romain Grosjean, alle prese con i soliti problemi cronici con la sua Haas ma comunque capace di artigliare la decima piazza: i tre piloti sono distanti tra di loro appena 31 millesimi!
Appena fuori dai primi dieci c’è Esteban Ocon in 1’06″849, con alle spalle Vandoorne e Kvyat, quest’ultimo tornato ai box in anticipo rispetto al termine della sessione a causa di un evidente surriscaldamento ai freni posteriori. In 14esima piazza troviamo Felipe Massa con il suo 1’07″065, un tempo che gli permette di precedere Sainz – anche lui costretto ad abbandonare anzitempo le FP2 per via di problemi tecnici – e Stroll, che ha lamentato evidenti e strane vibrazioni al posteriore della vettura. Solo 17° è invece Sergio Perez: il messicano, che durante le prime prove libere ha ceduto il sedile a Celis, non è andato oltre un 1’07″509 che gli ha permesso di tenersi dietro solamente Palmer – con soli 7 giri all’attivo per via di un problema tecnico – ed il duo Sauber, con Wehrlein che stavolta è solo per un decimo più veloce di Ericsson pur accusando un distacco dalla vetta superiore ai 3″.
Ma le poche certezze di cui vi parlavo ad inizio articolo emergono quando si tratta di analizzare il passo gara dei vari piloti. Come scritto nel nostro articolo di preview, la UltraSoft non è detto che possa essere la gomma più gettonata in gara come tanto spesso è invece capitato nel corso di questa stagione. Con le Pirelli “fucsia” infatti si presentano in fretta fenomeni di blistering, e non si esclude che possa esserci che tenterà l’azzardo di passare il Q2 con le SuperSoft per poi effettuare una strategia ad una sosta (passando dalle “rosse” alle Soft) senza montare le UltraSoft. Lewis Hamilton comunque, nonostante qualche inconveniente tecnico negli ultimissimi minuti delle FP2, è stato il più rapido anche per quel che riguarda il passo gara. Sia con le Soft che con le UltraSoft – ma con questa mescola solamente per i primi giri dei suoi stint – il #44 ha saputo girare sul passo dell’1’08”, con Vettel che paga qualche decimo rispetto ai crono dell’inglese, il quale comunque man mano che il degrado si presentava ha rallentato fino a girare sul passo dell’1’09” basso. Lontani tutti gli altri, con le RedBull che si avvicinano al muro dell’1’10” e con gli altri ad inseguire.
Ecco la classifica completa al termine delle FP2: