Mario Isola, nei giorni scorsi, aveva avvertito che avremmo potuto assistere ad un progressivo miglioramento delle condizioni della pista nell’arco del weekend. E aveva conseguentemente avvisato che, molto probabilmente, le prime sessioni di prove della F1 sarebbero state interlocutorie, per dar modo ai piloti di prendere confidenza, tra le strette stradine di Baku, con la maggiore larghezza delle monoposto di F1 di quest’anno.
Ecco perché non si è assistito a dei veri e propri time attack nelle FP1 del GP di Baku, durante le quali alcuni piloti non hanno neppure montato le SuperSoft, la mescola che verrà utilizzata per la simulazione di qualifica e per la qualifica vera e propria. Ne è venuta quindi fuori una classifica per certi versi anomala, con una prima fila virtuale tutta RedBull: davanti a tutti c’è infatti Max Verstappen, che con il suo 1’44″410 (fatto segnare, questo sì, con le Pirelli “rosse”) ha rifilato quasi mezzo secondo al compagno di team Daniel Ricciardo, che a propria volta precede di poco meno di un decimo Sebastian Vettel, terzo in 1’44″967 senza mai aver calzato le SuperSoft. In Ferrari pare si siano concentrati sin da questa prima sessione sulla ricerca del giusto set-up in ottica gara, con le due SF70-H mandate in pista per brevi stint e sempre molto cariche di carburante per andare a simulare la prima fase della corsa.
4°, a sorpresa, è Sergio Perez: il messicano ha chiuso le FP1 con il crono di 1’45″398, ma ha purtroppo rovinato la sua sessione andando a picchiare duro contro il muro di Curva 10, all’ombra della torre del castello di Baku, causando anche l’esposizione di una bandiera rossa per permettere ai commissari di rimuovere i detriti e le due gomme del lato destro della vettura, letteralmente divelte. Un errore in ingresso, con la VJM10 che è salita con troppa decisione sul cordolo interno, ha infatti costretto “Checo” ad allargare un minimo la propria traiettoria, e con queste auto più larghe non c’è molto margine di errore in quella strettoia. Solamente quinta e sesta sono le due Mercedes, con Hamilton che precede di poco meno di 3 decimi Valtteri Bottas, che a sua volta si tiene dietro Esteban Ocon, più lento del compagno di team di quasi mezzo secondo ma più prudente forse nel non cercare da subito il limite. La Top Ten viene poi completata da Felipe Massa, Kimi Raikkonen – che ha commesso qualche errore di troppo, soprattutto in fase di staccata – e da Daniil Kvyat.
11° è Lance Stroll, che si tiene dietro il duo formato dalle due VF-17, con Magnussen a precedere Grosjean di 116 millesimi. Non benissimo Nico Hulkenberg in queste FP1, con la sua R.S. 17 che non va oltre il 14° posto appena davanti a Stoffel Vandoorne, primo pilota ad accusare oltre 3″ di ritardo dalla vetta grazie al suo 1’47″446. Dietro il belga ci sono poi i due spagnoli, con Sainz – a quasi un secondo da Kvyat – che precede Fernando Alonso, in 17esima posizione e stranamente dietro al compagno di team. 18° è invece Palmer, che dietro ha solo la coppia Sauber, con Wehrlein che dopo aver sofferto in Canada riesce a rimettere le proprie ruote davanti ad Ericsson rifilandogli tra l’altro 9 decimi.
Ecco la classifica completa al termine delle FP1: