Sebastien Buemi ipoteca il campionato e festeggia la quinta vittoria nelle ultime sei corse. Così finisce l’ePrix di Parigi della Formula E, con Lucas Di Grassi in crisi cronica e fuori dai punti. Il pilota brasiliano, dopo una qualifica disastrosa e una gara inguardabile, non ha guadagnato nemmeno qualche briciola e si trova a inseguire il svizzero con un distacco di 43 lunghezze.
La quinta vittoria stagionale di Buemi lo slancia in avanti nel campionato ed è un decisivo punto a favore per il secondo alloro consecutivo. Volendo trarre un bilancio, la Renault ha trovato una serie in cui è decisamente migliore degli avversari, con una macchina sempre bilanciata, veloce e affidabile. Anche questa volta il beniamino del pubblico ha portato a casa il trofeo più prestigioso ed è riuscito a resistere ai suoi avversari.
Il suo primo rivale, oggi, è stato JEV. Sì, proprio lui: Jean-Eric Vergne, che aveva provato a strappargli la pole position e invece era partito a fianco a lui dalla seconda casella. L’ex terzo pilota Ferrari ha corso negli scarichi di Buemi per tutta la corsa, anche se lo svizzero è riuscito più volte a fare da elastico. Insomma, ancora una volta l’e.dams dimostra di poter giocare al gatto col topo con qualunque altra automobile elettrica.
La gara non ha premiato però il francese. Vergne è finito a muro nel corso del 34° giro, gettando in pista la Safety Car. Un vero peccato per il primo pilota della Techeetah, che stava portando a casa un 2° posto grazie a un comodo distacco di 5” sul suo diretto inseguitore, Jose Maria Lopez. Che ha incassato e ringraziato.
Andando a podio, Lopez ha limitato i danni della DS Virgin, il team in orbita Citroen-Peugeot che dalla nascita del campionato cerca di imporsi come terza forza dietro e.dams e Abt. Ma la DS deve vedersela con le altre squadre di seconda fascia, in una stagione in cui i rapporti di forza hanno sempre dimostrato di essere molto liquidi. Tanto che la Mahindra, team indiano indipendente, ha concluso al 3° e al 4° posto con il sempreverde Nick Heidfeld e il suo compagno emergente Felix Rosenqvist. Guadagnando così un bottino di 27 punti: 8 in più dei 18 che la DS incassa con Lopez e dell’1 che guadagna grazie al giro veloce di Sam Bird, fuori dai punti.
In classifica costruttori si scava un margine di 75 punti tra la capoclassifica Renault e.dams (190 lunghezze) e l’inseguitrice Audi Abt (a quota 115, in barba alle promesse di riscossa). Si consolida la medaglia di bronzo della Mahindra, con 87 briciole in tasca contro le 63 della DS Virgin. La Torre Eiffel rimarrà un ricordo malinconico in casa Techeetah, visto che rimane ferma a quota 45 punti facendosi sorpassare dalla connazionale NEXTEV, che di certo non ha evidenziato (perlomeno sulla Senna) meriti superiori.
Molto più scoppiettante il mondiale piloti, con Sebastien Buemi a quota 132 e quindi con un vantaggio di 43 unità su Lucas Di Grassi, fermo a 89 lunghezze. Ma il pilota svizzero sarà costretto a saltare la doppia gara di New York, dove balleranno 48 punti, ben 5 in più del distacco tra i due. Corse che si preannunciano combattute, perché Nicolas Prost (oggi quinto sotto la bandiera a scacchi) non sembra in grado di contenere il rivale del suo compagno di team.
Per darvi infine un’idea di quanto la seconda fascia del mondiale sia in precario equilibrio prestazionale (ovvero di quanto siano lì lì per degenerare in una lotta all’ultimo sangue tutti contro tutti), vi basti sapere che, con 6 corse alle spalle e altre 6 ancora da disputare, ci sono ben 6 piloti nello spazio di 20 punti (più Abt 10°, a 21 lunghezze da Heidfeld 4°).