E’ stata indubbiamente una bella gara, il GP di Barcellona. Ma le mancava ancora qualcosa per essere perfetta. E quel qualcosa, ovviamente, sono le Pagelle Rimappate. Prendete e leggetene tutti, ancora una volta.
LEWIS HAMILTON – 186 BPM. La buona notizia, oltre alla vittoria, è che oltre ad avvicinare Senna e Schumacher per numero di Pole Position realizzate è riuscito nell’impresa anche di umiliarli battendo un altro record: quello del maggior numero di partenze al palo fiondate alle ortiche nell’arco della sua carriera, ma quantomeno riesce a metterci una pezza togliendo adesivi, vernice, dignità e anche un calzino a Vettel superandolo a velocità curvatura. Comunque abbiamo finalmente capito dai suoi Team Radio ansimanti che si ispirerà ad un noto scrittore russo nella scelta dello pseudonimo usato per la stesura del suo romanzo che tratterà del complotto pro-Rosberg nel 2016, vista anche la tematica fantascientifica trattata. ANSIMOV
SEBASTIAN VETTEL – 7L. La presenza di Bottas alle sue spalle, dopo il GP di Sochi, lo spinge in partenza a tirare un porcone talmente violento da far guadagnare alla sua PU 25 CV all’istante per poi fuggire via. Nei confronti di Hamilton inizialmente innalza un muro che a confronto quello di Berlino era la soglia di un marciapiede, poi il #44 lo supera così velocemente da togliergli anche la voglia di vivere e la sua gara finisce lì. Non ha comunque digerito la strategia Mercedes, e lo si è capito sin da ieri mattina, quando per poco non metteva le mani addosso ad un meccanico che aveva commesso l’errore di portargli per colazione qualcosa che a Bastiano faceva irrimediabilmente pensare al “Biscotto” subito. VETTEL BISCOTTATE
SERGIO PEREZ & ESTEBAN OCON – 22. La monoposto meno eterosessuale che la storia del Motorsport ricordi consegue un altro risultato importantissimo. Il messicano ed il francese, alla guida dei confetti più veloci del mondo, si prendono più punti in una gara di quanti la McLaren possa sognarne in una stagione, ma Force vengono inquadrati troppo poco dalla regia. Tuttavia potranno rifarsi a breve: vista la loro colorazione ed il loro proprietario, pare che il Giro d’Italia li abbia scelti per scortare il primo in classifica nel corso delle tappe restanti, visto che la VJM10 rappresenta alla perfezione la tipica tenuta del vincitore del giro. LA MALLYA ROSA
PASCAL WEHRLEIN – 9,86. I punti visti dalla Sauber nel 2017 erano quelli della Coop. I punti visti da lui nel 2017 erano quelli di sutura che gli hanno tolto all’ospedale. Però con un colpo di genio strategico eccezionale, si imbottisce di tapas fagioli & jalapeno prima della gara, facendo confluire le sue flatulenze infuocate nell’MGU-H aumentandone la potenza e riuscendo a tenersi dietro le Toro Rosso. Il suo weekend sarebbe da incorniciare, se non fosse che pare sia finito di nuovo in analisi per via di un giornalista inglese, che dicendogli che aveva messo in mostra una difesa rocciosa paragonandolo ad una pietra, ha risvegliato in lui ricordi decisamente non piacevoli. THE ROC
FERNANDO ALONSO – 29. E’ stratega sopraffino quando, rendendosi conto che nessuno si sta cagando nulla che non sia Rosso ed Argento durante gli ultimi secondi della Q3, decide di utilizzare il vecchio layout dell’ultima curva del Montmelò, zompando a pie’ pari l’ultima chicane, risparmiando 3″ netti e prendendosi la settima posizione. Da quando viene spedito a Ibiza dalla ruotata di Massa non è più lo stesso però, e si limita a rifilare coppini qua e là ai vari Stroll di turno. E’ stato però visto entrare piuttosto svogliato in macchina, e qualcuno ha pensato che fosse ormai troppo concentrato per la Indy500, come si è dedotto anche dal modo in cui Nando indicava la destinazione del suo jet privato. Perché alla scusa del corso accelerato di romanesco non ci ha creduto nessuno francamente. “DALLARA PARTE DELL’OCEANO”
JOLYON PALMER & LANCE STROLL – 4. I camion di Renault e Williams sono ancora fermi al Montmelò nella speranza che uno dei due almeno abbia un guasto e sia costretto al ritiro, altrimenti al loro ritmo rischiano di rimare lì fino al weekend di Baku. La loro prestazione è stata talmente vergognosa che la Catalogna, che quest’anno voleva donare la cittadinanza onoraria a tutti i protagonisti del GP, si è rifiutata di concedere loro quest’onore. Pare che almeno si sia offerta l’Andalucia al posto della Catalogna, ma alla sola condizione che potessero modificare appositamente l’aggettivo che indica gli abitanti di quella regione, visto il pessimo GP di entrambi. SCANDALUSI
STOFFEL VANDOORNE – 1″8. Nemmeno il Triangolo delle Bermuda avrebbe fatto scomparire la sua autostima più di quanto non stia facendo Fernando Alonso. Tra il momento in cui Nando taglia il traguardo in qualifica ed il momento in cui lo fa lui avrebbero potuto rinascere, evolversi e poi estinguersi di nuovo i dinosauri. E’ per questo che entra in pista con la vista talmente offuscata dalle lacrime da non riuscire a vedere Felipe, che si prende una castagna così forte da fargli cadere la dentiera. Per via di un problema al GPS, comunque, pare che gli uomini McLaren non riuscissero a capire quale fosse la MCL32 ferma nella ghiaia. Poi un Team Radio del belga, che sta dimostrando di imparare in fretta la lingua dei suoi motoristi, ha chiarito il tutto. STOFFELMO
VALTTERI BOTTAS – 7PRENDO. Fa un torto enorme a sua madre facendole fischiare le orecchie per tutti i gentilissimi pensieri che le sono stati rivolti dall’Italia, proprio nel giorno della Festa della Mamma, quando in 20 giri stupra la gara delle Ferrari. Il suo tempo sul giro alla fine del primo stint è più lento di quello di un Commissario che girava in bicicletta, mentre dal box si chiedevano per quale motivo il fondo della sua W08 facesse così tante scintille senza rendersi conto che in realtà erano i cerchioni della Mercedes a girare sull’asfalto, visto che delle Soft non erano rimaste neppure le tele. Gli implode la PU a suon di gufate, ma Valtteri ha fatto buon viso a cattivo gioco e pare che sia stato visto mentre arrostiva delle costine sfruttando le fiamme del suo motore, giusto per completare il tipico pasto spagnolo riassunto in quel famoso modo di dire. DALLA PAELLA ALLA BRACE
KIMI RAIKKONEN – SPA 2016. Benzina e fuoco, elettricità e acqua, Iannone e Crutchlow: ognuna di queste coppie è sicuramente meno dannosa di quanto non lo sia il connubio Ferrari – RB in una prima curva di un GP. Non fa nemmeno in tempo a capire che il bimbo accanto a lui era Max e non Thomas che già ci si ritrova lanciato sopra dall’infingardo Bottas. Ma Kimi è uomo saggio, e si ritira subito nel Motorhome per utilizzare la sua collezione di matrioske voodoo. Facendo esplodere la PU Mercedes ottiene la sua vendetta, e la sa sua soddisfazione è tangibile. Addirittura lo si sentiva cantare a squarciagola nel paddock una vecchia canzone di Luca Dirisio, opportunamente adattata per l’occasione. CI VUOLE KARMA E SANGUE FREDDO
THOMAS – 10+. Tutti a credere che il giovane Thomas stesse piangendo per l’eliminazione prematura di Raikkonen, è invece il francesino ci ha gabbato tutti. Pare infatti che nei suoi vestiti Ferrari siano stati trovati diversi spicchi di quella verdura famosa per far piangere una volta tagliata, sfruttati sapientemente per scoppiare in lacrime una volta inquadrato. Visto lo stratagemma utilizzato ed il fatto che sia stato il primo ad ottenere un risultato simile, pare che la FIA gli abbia dedicato addirittura una posizione in griglia apposita per il prossimo GP. CIPOLL POSITION