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Terza tappa andata in archivio. Marc Marquez ristabilisce l’ordine al CoTA, agguantando il 5° successo qui. Ma vediamo di assegnare meriti e demeriti a tutti i protagonisti.

MARC MARQUEZ, Voto: 9,5. Ancora lui qui in terra texana, ormai è pronta la stellina da Texas Ranger. Parte in sordina, lasciando sfuriare Pedrosa, per poi passare Dani all’ottavo giro. Un’altra manciata di giri e cambia passo, allungando inesorabilmente su chiunque. Gara molto ragionata la sua. Sa di essere il più veloce qui, complice anche la dipartita iniziale di Vinales, e cerca di gestire al meglio la doppia Hard. Si rilancia dopo gli errori nei due precedenti GP, anche se la prestazione quasi perfetta di domenica, che gli consegna l’ambito Hat-trick, viene leggermente appannata dalla doppia caduta nell’ecatombe delle FP3. Ma sempre meglio in prova che in gara. L’ultimo giro rallenta molto, lasciando per strada almeno 2 secondi, rendendo meno indicativa la classifica finale. Sceriffo Austinato

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VALENTINO ROSSI, Voto: 8,5. Inizia questo week end nel migliore dei modi, se confrontato con Qatar e Argentina. Riesce anche a guadagnare la prima fila in griglia, strappando la terza posizione a Dani Pedrosa negli ultimissimi secondi. Un po’ come in gara. Parte un po’ in sordina, calamitando le dolci attenzioni di Zarco. Resiste e quell’entrataccia gli fa da campanello d’allarme, decide di cambiare ritmo e si mette all’inseguimento del duo Repsol. Riesce a superare Pedrosa e a girare sugli stessi di Marquez che era ormai lontano. Ne esce da leader del mondiale, e lui ed i suoi tecnici sembrano aver definitivamente capito come far rendere al meglio le Michelin 2017. Dreaming for Alzamora.

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DANI PEDROSA, Voto: 8,5. Mezzo voto in più per una partenza a fionda fantastica, alcuni anni fa ci aveva abituato a partenza così. Addirittura all’epoca c’era chi vociferava la Honda fosse dotata di un sistema derivato dalla MX, che precaricasse la forcella. Nulla di tutto ciò, solamente grandissimo manico di Dani. Riesce a capitalizzare bene lo sprint, tenendosi avvinghiato al codino di Marc finché l’usura della Medium anteriore non lo rallenta. Come in prova subisce la zampata finale del Dottore, portando comunque a casa un ottimo podio, frutto della sua guida sublime. Molla

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CAL CRUTCHLOW, Voto: 7,5. Riesce ad avere la meglio su Zarco chiudendo 4° nonostante la partenza in nona posizione, ma per meno di 3 secondi non riesce a bissare il podio di due settimane fa. Se non fosse caduto nelle Q2, probabilmente sarebbe stata per lui tutta un’altra gara. Si conferma il migliore tra i piloti di Team privati. Privatista

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JOHANN ZARCO, Voto: 7. Veleggia per tutto il week end a ridosso delle primissime posizioni. In gara, con Vinales già out, rischia un sorpasso che gli sarebbe costata l’ira eterna di Lin Jarvis. Riesce a chiudere in Top5, risultando ancora una volta il miglior rookie rifilando ben 11 secondi al Folger. Perché non se lo c**a nessuno?

ANDREA DOVIZIOSO, Voto: 6,5. Fa quello che può, la GP17 sembra aver fatto 2 salti inidetro rispetto alla GP16. Chiude sesto e a fine gara si lascia andare a dichiarazioni che mai avremmo immaginato potessero essere proferite da lui. Le Soft mascherano inizialmente il gap con gli altri mezzi: non è un caso se alla fine le tre GP17 siano racchiuse in meno di 4 secondi. Desmorabbia

ANDREA IANNONE, Voto: 7. Riesce finalmente a completare un GP senza intoppi, acquisendo i primi punti iridati. Ne gioisce pure la Suzuki che per questa gara aveva perso Rins. Dobbiamo ammettere che, con quel sorpasso deciso su Lorenzo, un po’ ci ha fatto sussultare. Iannone a salve.

DANILO PETRUCCI, Voto: 6,5. Non accenna minimamente alla Gorilla’s Rain Dance questa volta. A dispetto del risultato si rivela il pilota più a suo agio con questa difficile GP17, che non fa lavorare le gomme. Guadagna 5 posizioni rispetto alla 13/a da cui partiva, e sfrutta l’entrata decisa di Iannone per infilare Lorenzo. Underdog

JORGE LORENZO, Voto: 7. Voto d’incoraggiamento. Chiude a 3 secondi e mezzo da Dovizioso, mostrando che le dichiarazioni rilasciate dopo la gara in Argentina non erano campate in aria. Già questo è quindi un buon risultato, non essendo Jorge il tipo di pilota che guida sopra i problemi del mezzo. Sta imparando a gestire la Ducati, anche se soffre ancora nella bagarre di gara. Accede in Q2 graziato da Baz, e capitalizza al massimo la situazione guadagnandosi il 6° posto in griglia, a circa mezzo secondo dalla prima fila. Un errore nei primi giri ed il sorpasso di Iannone messi assieme gli fanno perdere nel complesso 4 posizioni. Probabilmente le avrebbe perse comunque, ma avrebbe sicuramente lottato. It’s a long way, to the top, if you wana Desmo & Win!

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JACK MILLER, Voto: 6. Terza gara chiusa nella Top 10, anche se questo 10° posto si rivela essere il suo peggior risultato stagionale (per ora). Il pilota che alternava gare a punti con gare nella ghiaia sembra ora un vago ricordo. Riesce a tenersi dietro Folger. Whiskey’n Beer

LORIS BAZ, Voto, 9,81. Riesce ad annullare le leggi della fisica in Q1. Ultimissimi attimi, ultima curva, intertempi ottimi che potrebbero consentirgli di prendere la seconda posizione. Ma succede qualcosa. L’anteriore inizia a scivolare e si chiude, il posteriore inizia a ruotare facendo perno sul gomito di Loris. Ma Loris non è studiato, e con un colpo di reni la tiene, evitando anche un High Side molto doloroso. Tempo buttato e Lorenzo ringrazia, ma davvero tanto di cappello a Lorsi Baz per questo incredibile salvataggio. E farlo proprio qui in Texas, patria dei rodei, deve aver avuto tutto un’altro sapore. YEE-HAW!

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MAVERICK VINALES, Voto: 4. Avrei voluto dargli 3, ma ha l’attenuante di essere per la prima volta in lizza per il titolo in MotoGP. Cade e nelle dichiarazioni fa intuire che il problema sia stata la gomma difettosa. Passa tutto il week end a ribattere al millesimo i tempi di Marc, facendoci immaginare una gara tiratissima. Ma sbaglia la partenza e al secondo giro cade. Asinello.

 

 





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Filippo Gardin

The author Filippo Gardin

Padovano classe 1993, ho iniziato a 2 anni a guidare, in quel caso una mini-replica della moto di Mick Doohan e da lì non mi sono più fermato. 2 e 4 ruote, entro e fuori strada e anche pista: cambiano le forme ma sono tutti frutti della stessa passione. Vi racconterò il Motomondiale, con la testa e con il cuore.