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Il dubbio di questa Pasqua 2017 rimarrà solamente uno. In Italia, domenica, sarà stato più alto il numero di litri d’olio utilizzati per friggere oppure quello dei litri di sudore freddo che i ferraristi hanno perso nel corso degli ultimi giri del GP del Bahrain? Non lo sapremo probabilmente mai. Quello che sappiamo però è che, di martedì, sono tornate ancora loro: le Pagelle Rimappate. Buona lettura, come sempre.

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SEBASTIAN VETTEL – 4. Che sono gli anni che impiegherà per metabolizzare il fatto che la Ferrari abbia davvero vinto una gara sfruttando al meglio la strategia. Come tutti i tedeschi, non appena gli permettono di usare le SS inizia a seminare talmente tanto panico da averne a fine gara una coltivazione intensiva, ed è gentilissimo nel far consumare immediatamente agli italiani le calorie del pranzo di Pasqua quando continua a guidare con il braccio fuori dall’abitacolo mentre Hamilton recupera secondi, primi e anche antipasti. Qualcuno ha criticato il suo gesto sul podio, quando ha dimostrato di non apprezzare molto l’acqua di rose. Ma il suo sputo era semplicemente un modo per far capire cosa stava facendo la sua Ferrari in classifica. SALIVA

LEWIS HAMILTON – 8. Come gli infarti miocardici che ha procurato ai ferraristi ad ogni intermedio. In Bahrain Bottas decide di dargli lo stesso fastidio di un’intera duna di sabbia dentro le mutande, fino a quando, approfittando delle ricorrenze storiche, Luigino impone al box una scelta: davanti, in pista, o lui o s’arrabbia. Il popolo dei Box opta per lui, ma l’imposizione della scelta, soprattutto in questo periodo, pare gli sia valso un nuovo soprannome, adattando alla situazione il nome di colui che, circa 2000 anni fa, costrinse a fare un’altra scelta piuttosto scomoda. PONZIO PILOTA

VALTTERI BOTTAS – 2ND. La situazione peggiora di giorno in giorno nel suo lato dei box: se in Cina infatti lo avevano chiamato “Nico”, pare che stavolta nel team radio sia scappato addirittura un “Rubens”. Riceve più ordini lui di un cameriere del bar di uno stabilimento balneare a luglio inoltrato, e alla fine è talmente deluso dalla gara da rifugiarsi in un piccolo locale adiacente al circuito per affogare i dispiaceri nell’alcool. La terapia stava funzionando, peccato che poi legga il nome del locale e ripiombi in uno stato avanzato di depressione. Certo è che avrebbe dovuto sospettare qualcosa quando si era accorto che c’erano solamente secondi nel menù di quel locale. BAR RICHELLO

KIMI RAIKKONEN – 1-3. Funziona più ad intermittenza di una fila di luci natalizie. Finisce in vomitesima posizione dopo una partenza che lo vede essere aggressivo come un dromedario sedato, poi in gara decide di tentare la rimonta fino a quando non si rende conto che anche stavolta sta rischiando di fare podio in un GP dove berrebbe sciacquatura di piatti. Decide quindi di continuare la sua campagna di isolamento, iniziata venerdì con la sua camminata nel deserto, e nessuno ne ha più tracce. Il suo weekend comunque pare abbia ispirato la stesura dell’adattamento di un romanzo di Paolo Giordano che parlava di persone che si sentivano sole. E anche luna. LA SOLITUDINE DEI NUMERI KIMI

ESTEBAN OCON – 10°. Il suo sembrava un weekend discreto e portato a casa senza troppi patemi d’animo, ma il team si rende conto che c’è qualcosa che non va quando lo vede aggirarsi nel paddock con elmo, spada, scudo e armatura blaterando qualcosa come “Mi chiamo Esteban Ocon, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni Felix” e di una vendetta che avrebbe avuto in questa vita o nell’altra. Forse arrivare sempre all’ultimo posto della Top Ten sta leggermente minando la sua salute mentale. MASSIMO OCON MERIDIO 

FERNANDO ALONSO – 10 E L’ODIO. Con un’auto che cambia più spesso PU che marce e che fa fatica a tenere il ritmo indiavolato della SC, riesce comunque a rifilare qualche ginocchiata sulle costole dei malcapitati che gli capitano a tiro. Ma la rabbia di Nando è così tanta da sentirsi non solo in radio, ma anche in ulna: ad ogni suo messaggio al muretto box vengono infatti chiamati 4 esorcisti, i segni della croce piovono come se non ci fosse un domani e appaiono Bibbie nelle mani di tutti. Fa vergognare talmente tanto la propria squadra per quello che dice che pare che nel Paddock le sue comunicazioni non vengano più definite “Team Radio”, ma in un altro modo più consono per descrivere quanto derisi si sentano a Woking. TEAM BARAZZO

CARLOS SAINZ – 128 BPS. Dopo due giorni in cui con la sua STR12 fa più parcheggi che giri, stava correndo bene. Poi però il patatrac: mentre esce dalla corsia box nelle sue cuffie non sente più il suo ingegnere bensì la musica di Steve Aoki, il noto DJ ospite di Hamilton. E così, quando fiocina Stroll con la perizia del capitano Acab e della sua baleniera, è evidente che la colpa sia delle musica di quel DJ, il cui ritmo lo stava trascinando talmente tanto da spingerlo a guidare in un modo decisamente poco sicuro. AOKI CHIUSI

LANCE STROLL – 9,5. La parola “ritiro” si legge più spesso nel suo tabellino di marcia in F1 che non nel resoconto di una partita al Monopoli. Si propone prepotentemente come contendente per il titolo di “Pilota più fiocinato del biennio”, che finora era saldamente nelle mani di Dovizioso, promettendo di far bene anche in Russia, dove all’imbuto di Curva 1 dopo quel rettilineo infinito mi aspetto quantomeno di vederlo decollare fino a Vladivostok. La fiducia in lui riposta dal team comincia però a scemare: prova ne è il fatto che usino una parte del suo nome per descrivere una stagione finora fallimentare. DISASTROLL

MAX VERSTAPPEN – 7. La sua RB13 non è ancora al livello di Ferrari e Mercedes, e per ovviare all’incoveniente il giovane olandese è furbo nel munire la sua auto di un rampino, con il quale si aggancia sapientemente al codone della W08 del #44 facendosi trainare fino al primo Pit. Poi il patatrac, con i suoi freni che decidono di disintegrarsi facendolo arrivare praticamente fino all’ingresso di Yas Marina. Sembra comunque che Max l’abbia presa piuttosto bene, e che per sdrammatizzare si sia presentato ai suoi box con una parrucca nera, vestito ed occhiali da sole neri intonando “I migliori danni della nostra vita”, adattamento delle canzone di un noto cantautore italiano rispolverato per l’occasione. SFRENATO ZERO

STOFFEL VANDOORNE – S.V. Probabilmente l’unico pilota nella storia la cui sigla è anche il voto, visto che persino i granelli di sabbia portati dal vento rimangono in pista decisamente più tempo di lui. Pare però che il suo guasto domenicale sia stato ordito dalla McLaren stessa che, vedendolo dimagrito ed emaciato, sembra abbia fatto di tutto per non fargli perdere il pranzo di Pasqua che gli avevano pagato. I tecnici di Woking ci hanno però impiegato un po’ di tempo per capire che Vandoorne, per definire questo regalo, non stesse nominando il Sommo Maestro Distruttore, bensì si stesse riferendo al fatto che il pranzo in omaggio non sia stato proprio il miglior dono possibile. PASTO MALDONADO 

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow