Due vittorie in tre gare. Un tabellino di marcia che in pochi, alla fine della stagione 2016, sarebbero stati in grado di prevedere per la Scuderia Ferrari e Sebastian Vettel, i mattatori di questi primi 3 GP del mondiale 2017 di F1.
Perché sì, è ancora la SF70-H del tedesco a tagliare il traguardo davanti a tutti sul nastro d’asfalto illuminato a giorno di Sakhir, dopo una gara che ha dimostrato al mondo come la Scuderia Ferrari quest’anno possa non solo vantare una monoposto di prim’ordine, velocissima e costante con qualsiasi mescola, ma anche un muretto box validissimo, capace di prendersi dei rischi nei momenti giusti della corsa. Perché Vettel, che scattava 3° ma che dopo una sola curva si era già liberato di Lewis Hamilton, ha vinto la gara nel momento in cui, con un undercut, ha anticipato la prima sosta rispetto a Valtteri Bottas, in quella fase in difficoltà con le sue gomme posteriori. Neppure l’ingresso di una Safety Car, causata da un’incidente in Curva 1 tra Sainz e Stroll – entrambi ritirati, con lo spagnolo che sconterà tre posizioni di penalità in griglia in Russia -, ha intralciato i piani di Vettel e della Ferrari, troppo veloci stavolta per venire penalizzati dall’ingresso in pista di Maylander. Ma è stata una vittoria comunque sofferta, quella del tedesco, che nelle fasi finali della corsa ha dovuto gestire il ritorno rabbioso di Lewis Hamilton, armato di gomme Soft più fresche in virtù di una strategia differente che però gli ha permesso solamente di tenersi dietro Bottas, 3° dopo essere partito dalla Pole.
4° è Raikkonen, finito in settima posizione nelle fasi finali, costretto a liberarsi in più di un’occasione di Felipe Massa e rallentato ancora una volta da un problema elettrico che sembra aver tolto potenza alla sua SF70-H, arrivata al traguardo con 22″4 di ritardo rispetto alla vettura gemella nonostante un disperato tentativo di rimonta su Bottas. Quinta piazza per Ricciardo, a contatto con i primi fino alla ripartenza dopo la Safety Car, che ha saputo tenersi dietro un positivo Felipe Massa ed uno strepitoso, vista anche la posizione di partenza, Sergio Perez. La top ten è chiusa poi da Grosjean, un Hulkenberg che ha saputo stavolta concretizzare l’ottima qualifica ed Ocon, ancora una volta nei punti ma ancora una volta “solamente” decimo.
Sfiora l’impresa Pascal Wehrlein, 11° con la Sauber equipaggiata con la PU Ferrari 2016 in una pista che richiede molta potenza, riuscito a tenersi dietro Daniil Kvyat, troppo “falloso” nella guida soprattutto durante i primi giri di gara, quando nella lotta con Sainz è finito larghissimo in Curva 13 perdendo numerose posizioni. 13° è Palmer, annichilito da Hulkenberg anche in Bahrain, mentre mestamente ultimo dei classificati, nonostante il ritiro a pochi giri dalla fine per l’ennesimo guasto alla sua PU Honda, è Fernando Alonso, autore ancora una volta di una gara corsa con il coltello tra i denti.
Tutti ritiri dunque alle spalle dell’asturiano. Oltre a Sainz e Stroll, entrati in collisione come accennato poco più sopra, non hanno concluso la gara: Ericsson, che è stato fermato da un problema al cambio; Verstappen, che era nelle posizioni di testa prima che i suoi freni alzassero bandiera bianca dopo essersi surriscaldati eccessivamente a seguito del primo pit stop, spedendolo contro le barriere di Curva 4; Magnussen, afflitto da un problema tecnico sulla sua Haas; e Vandoorne, che addirittura non ha preso parte al GP perché la sua PU Honda, sostituita ieri – ed il belga è già alla terza unità -, lo ha appiedato nel corso del giro di formazione.
Ecco l’ordine d’arrivo del GP del Bahrain al termine dei 57 giri: