close
4 RuoteFormule minoriSu pista

Intervista a Mattia Colnaghi, campione F4 spagnola 2024: “Tra cinque anni mi vedo in F1”





Abbiamo intervistato Mattia Colnaghi, vincitore del campionato spagnolo di Formula 4 nel 2024, che c’ha raccontato qualcosa sulla sua stagione e sul suo futuro.

Mattia Colnaghi
© Fotocar

Il 2024 è stato un anno decisamente positivo per l’automobilismo italiano, soprattutto per i piloti: dall’annuncio del ritorno di un nostro portacolori in F1 a partire dal 2025 grazie ad Andrea Kimi Antonelli, alla doppietta in F3 con Leonardo Fornaroli e Gabriele Minì. Ad arricchire i successi  tricolori c’ha pensato anche Mattia Colnaghi, che quest’anno ha corso la sua prima stagione in monoposto. E che prima stagione: Colnaghi ha vinto il campionato spagnolo di Formula 4, uno dei più prestigiosi del mondo, riuscendo anche a strappare una partecipazione al GP di Macao.

Eppure, un anno fa non aveva neanche mai provato una monoposto: tutto è iniziato grazie ad un concorso di Richard Mille, che metteva in palio un sedile nel campionato spagnolo con MP Motorsport, e in cui ha potuto saggiare per la prima volta una vettura di Formula 4 passando dai kart.

“È stato un passaggio complicato – esordisce Mattia – per la diversa tecnica di guida tra il kart e l’auto. Ci sono molti più aspetti tecnici da imparare in macchina, perché è un mezzo più grande, con più trasferimento di carico, ecc, e quindi c’è voluto un po’ di tempo per imparare tutto. Nei test in inverno ricordo di aver fatto un po’ di fatica ad adattarmi a questa nuova F4; però con parecchie sessioni sono riuscito a trovare il ritmo e a capirla; in realtà una volta che la capisci diventa abbastanza facile, e credo che questa sia una cosa valida per tutte le categorie: una volta che sei abituato a fare certe cose sui pedali, sul volante, su qualsiasi pista sei è più facile capire l’auto per farla andare forte.

Mattia Colnaghi
© Fotocar


Tornando al discorso Richard Mille, prima avevo fatto pochi test in auto, quattro o cinque, sia sulla vecchia F4 che su quella nuova. Per questo onestamente non sapevo cosa aspettarmi, visto che tanti dei piloti che erano lì avevano già fatto parecchi test, se non anche delle gare. Sono arrivato pensando “Vediamo cosa succede, può o andare bene o andare male, ma comunque sarà un’esperienza”, senza aspettarmi di vincere.

Il primo turno di prove è stato sul bagnato, e lì sono andato molto bene, perché il bagnato bilancia un po’ quella che è l’esperienza in auto siccome è richiesta una guida molto più istintiva e meno tecnica. Poi sono andato bene anche con l’asciutto, ma credo comunque di aver fatto la differenza maggiore sul bagnato al mattino”.

Alla fine è arrivata quindi la vittoria del concorso, che gli ha garantito il sedile. Colnaghi ha corso un paio di round nella Formula Winter Series, campionato invernale spagnolo, cogliendo dei buoni risultati, per poi debuttare a tempo pieno nel campionato vero e proprio. Inizialmente, però, non si aspettava di vincere il titolo, e anzi, come ci racconta, la consapevolezza di essere uno dei contendenti è arrivata molto in là nella stagione, anche perché nel primo round a Jarama, nonostante una pole position, ha conquistato pochissimi punti.

“Onestamente ho iniziato a pensarci (di vincere il titolo, ndr) solo negli ultimi due round, perché comunque Keanu (Al Azhari, il suo rivale in campionato, ndr) avendo fatto già un anno di F4 ha giocato di esperienza nei primi round, quindi a Jarama, Portimao, Aragon e Valencia, anche se comunque già al Paul Ricard avevo fatto un buon weekend (due vittorie in tre gare, ndr).

Keanu ha giovato degli errori che ha fatto l’anno scorso, e per questo sapeva già cosa fare, mentre io e gli altri rookie ci siamo trovati a doverci adattare velocemente per riuscire a competere con lui. Però credo di essere riuscito a farlo abbastanza bene (sorride, ndr). Ovviamente essendo nello stesso team abbiamo potuto confrontare i dati, e quindi la mia crescita è stata un po’ facilitata. Lui era più forte per l’esperienza maggiore Formula 4, però credo di essere arrivato al suo livello verso la fine, se non addirittura meglio”.

Man mano però il suo campionato è andato sempre migliorando. A Portimao è arrivato il primo podio, mentre a Le Castellet sono arrivate le prime due vittorie. Ma è stato il penultimo round, a Jerez de la Frontera, a mettere veramente in lotta Mattia: vittoria in gara 1 e in gara 3, quelle che assegnano punteggio pieno, mentre in gara 2 ha chiuso ottimamente terzo. È a quel punto che ha iniziato veramente a crederci: prima dell’ultimo round di Barcellona aveva quattordici punti di ritardo da Al Azhari, ma aveva anche l’inerzia dei risultati a favore.

“È stato quindi dopo le due vittorie di Jerez e dopo la pole di Barcellona che ho pensato di poter vincere veramente il campionato; però prima onestamente non credevo di poter lottare con lui”.

A Barcellona Colnaghi ha fatto un capolavoro. Partito dalla pole in gara 1, si è difeso strenuamente proprio da Al Azhari nei primi giri di gara, andando poi a conquistare la vittoria e portandosi a soli cinque punti di ritardo. A quel punto si è capito dove soffiava il vento: Colnaghi ha vinto anche in gara 2, mentre Al Azhari è uscito fuori dai punti dopo essere stato penalizzato per eccesso dei track limits. Salito in testa alla classifica, a Mattia è bastato un quinto posto nella gara finale del fine settimana per conquistare il titolo, il suo primo in monoposto.

Un campionato che lui stesso definisce importantissimo per la sua carriera. Tanto che, a parte il primo round stagionale a Jarama, è stato estremamente positivo.

Credo che il momento peggiore sia stato in generale il round di Jarama, perché per quanto io non creda che la sfiga esista, è stato un weekend molto difficile, sia per errori miei che per errori degli altri che hanno compromesso la mia gara. Lì ho fatto pochi punti, ed essendo il primo round è stato un deficit importante in campionato senza il quale avrei facilitato le cose. Poi va beh, alla fine è andata bene comunque.

Il momento migliore, tralasciando la vittoria del campionato di per sé, credo sia stata in generale tutta la stagione. Non posso scegliere un momento specifico, perché è stato un campionato importante per la mia carriera, in cui sono stato circondato da un team, MP Motorsport, con gente molto brava e molto simpatica che mi ha fatto sentire a casa. E di questa cosa onestamente sono grato”.

Mattia Colnaghi
© Fotocar

Parte del successo di quest’anno è ovviamente stato dovuto alla squadra, l’olandese MP Motorsport, che il pilota italiano definisce come una famiglia per lui.

“Nel team di Formula 4 l’atmosfera è stata veramente incredibile, è stato come essere in una famiglia enorme! I meccanici sono incredibili, gli ingegneri lo stesso, sono tutti lì che ti fanno sentire a tuo agio per migliorare.

Per quanto riguarda i compagni di squadra nelle categorie superiori – aggiunge -, per adesso ho conosciuto a Macao solo Oliver Goethe che sta correndo la F2 in questo momento, e anche lui bravissimo e simpaticissimo, così come anche Valerio Rinicella, che ha fatto la Regional sempre con MP quest’anno”.

La stagione di Colnaghi non è però finita con la vittoria del titolo: anzi, proprio alla fine è arrivato l’appuntamento più importante, con il prestigioso GP di Macao, da quest’anno riservato alle vetture di Formula Regional. Vetture che Colnaghi aveva già avuto modo di provare un paio di settimane prima, nel suo primo test con le monoposto di Tatuus T-318.

“Avevo fatto un test a Monza con la Formula Regional prima del round di Barcellona, per iniziare a provarla, anche perché vivendo vicino Monza era comodo. Ho fatto questo test e ho iniziato ad abituarmi al downforce, e credo di essere andato molto bene.

Per Macao, il pilota che avrebbe dovuto correre non poteva venire, e quindi hanno discusso all’interno del team, e hanno deciso di provare a chiedere a me. Non mi aspettavo di andare, ho scoperto il martedì prima di Barcellona (la settimana precedente al GP, ndr) che sarei andato a fare Macao, e quindi onestamente non me l’aspettavo”.

Un’esperienza certamente indimenticabile: Colnaghi ha ben figurato nelle prove e nella gara di qualifica, sotto la pioggia, ma purtroppo il suo weekend è finito contro le barriere nella gara finale. Nonostante questo, il bilancio è positivo.

“La pista (di Macao, ndr) secondo me è una delle più difficili al mondo, ma anche delle più belle. È una relazione amore-odio: cioè quando fai degli errori o quando ti manca quel decimino la odi; però allo stesso tempo quando azzecchi il settore o il giro tra le mura, è una sensazione incredibile, è veramente magica. Ecco, la descriverei come magica.

“Considerando la quantità di giri fatti sull’asciutto, la velocità non era neanche così male. Poi ovviamente è stato un weekend difficile, più per la mancanza di esperienza sull’auto che per la pista. Sono sicuro che se l’anno prossimo dovessi tornare andrà benissimo. Poi è un posto incredibile, non avevo mai corso fuori dall’Europa. Credo che sia l’esperienza più vicina ad un weekend di Formula 1 senza essere in Formula 1”.

Ovviamente, l’esperienza di Macao è stata importante non solo per quanto riguarda la pista, ma anche perché ha potuto imparare come si comporta la vettura di Formula Regional in vista, si spera, di un futuro approdo alla categoria nel 2025.

“La Regional è una vettura che devo ancora capire, quindi non posso dare un parere molto importante per adesso. Ovviamente l’aerodinamica si sentiva molto di più. Poi c’è anche da considerare che nel campionato spagnolo usavamo le Hankook mentre in Regional ci sono le Pirelli, e questo ha fatto una grande parte secondo me, visto che queste ultime hanno molto più grip. Credo che al momento mi piaccia di più la Regional, perché col downforce maggiore si inserisce meglio in curva ed è più reattiva”.

Dove correrà Colnaghi nel 2025 al momento non è dato saperlo, anche se lo step logico successivo sarebbe ovviamente la Formula Regional. Ma lui sembra molto fiducioso sul suo futuro.

“Dove mi vedo tra cinque anni? Onestamente mi vedo in Formula 1! Se riesco a continuare così, se riesco ad ottenere questi risultati che ho ottenuto quest’anno in tutte le categorie in cui corro, mi vedo in F1 tra cinque anni”.

C’è stato anche spazio per alcune domande personali, iniziando da chi vedesse come suo modello di riferimento. Generando anche una certa ilarità, perché alla sua risposta “Kimi” è stato necessario aggiungere che oramai tocca specificare. Ovviamente intendeva l’originale, Raikkonen, “anche se naturalmente Antonelli è anche lui un talento incredibile (ride, ndr). E forse non è un caso se la sua pista preferita sia quella dove Raikkonen ha compiuto uno dei suoi ultimi sprazzi di classe della carriera, ossia Portimao, ritenuta estremamente affascinante, “sebbene Macao si avvicini molto”.

Si ringrazia Francesco Gritti per avermi permesso di realizzare questa intervista mettendomi in contatto con Mattia.





Tags : f4 spagnaFormula 4mattia colnaghi
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.