close
4 RuoteFormula 1Su pista

Tutte le volte in cui chi ha vinto il Mondiale Costruttori non ha vinto quello Piloti





Per vincere in Formula 1, così come in tutte le categorie del motorsport, è necessario un connubio fra tre aspetti fondamentali: il pilota, la macchina e la squadra. La percentuale in cui tali elementi possono però variare di anno in anno: a volte un pilota può essere fortissimo, ma non supportato da una squadra e da una vettura altrettanto all’altezza; altre volte la macchina può essere progettata divinamente, ma strategie sbagliate sia in pista che nella gestione dei piloti possono portare a perdere gare e titoli che parevano già vinti; infine, a volte può essere lo stesso pilota che vanifica tutto con degli errori grossolani. Tutte cose che possono portare quindi ad una scissione tra chi vince il Campionato Piloti e chi vince quello riservato alle squadre. In Formula 1 che la squadra per cui corresse il pilota Campione del Mondo non vincesse il Mondiale Costruttori è successo ben undici volte in 66 edizioni in cui il titolo per i marchi è stato assegnato: ecco tutte le volte in cui è successo.

Mondiale Costruttori

1. 1958 (Vanwall – Mike Hawthorn)

Sebbene la F1 sia iniziata nel 1950, il Mondiale Costruttori viene istituito solo otto anni dopo, nel 1958. Siccome ogni marchio poteva contare su un numero pressoché illimitato di vetture, anche affidati a team privati, il regolamento permetteva ai costruttori di ottenere soltanto i punti ottenuti dalla migliore delle vetture classificate. A giocarsi il titolo furono Ferrari e Vanwall, ma la prima accusò le morti di Phil Collins e di Luigi Musso, rimanendo con il solo Mike Hawthorn come pilota di punta e vincendo due gare: di contro, la Vanwall ottenne ben sei vittorie grazie a Stirling Moss e a Tony Brooks. La costanza di Hawthorn gli consentì di vincere il titolo piloti nell’ultima gara stagionale in Marocco, ma la Ferrari non poté nulla contro la Vanwall, che nonostante dovette saltare il primo appuntamento stagionale in Argentina (tanto che Moss corse con una Cooper), riuscì a vincere con ben otto punti di vantaggio sulla Ferrari, acquisendo così l’onore di essere la prima casa a fregiarsi del Mondiale Costruttori.

2. 1973 (Lotus – Jackie Stewart)

La stagione 1973 vive del duello tra il campione in carica della Lotus, Emerson Fittipaldi, e Jackie Stewart della Tyrrell. Dopo un inizio folgorante di stagione con tre vittorie e un terzo posto nelle prime quattro gare per il brasiliano, una serie di problemi tecnici e fisici lo costringono a diversi ritiri nel corso della parte centrale del campionato, che permettono a Stewart di andare in fuga nel Mondiale con sei vittorie. Lo scozzese vince il Mondiale Piloti nel corso del terz’ultimo appuntamento a Monza, ma il Mondiale Costruttori resta in bilico grazie alle ottime prestazioni delle due Lotus, con Ronnie Peterson che nella seconda parte del campionato ottiene tre vittorie, tanto che si arriva all’ultimo round con le due squadre separate da un solo punto. Alla fine tutto si decide tragicamente: nel corso delle prove dell’ultima gara stagionale a Watkins Glen Francois Cevert, il secondo pilota della Tyrrell, muore in un incidente. Stewart, che aveva già intenzione di ritirarsi, decide di non correre, lasciando campo libero alla Lotus che, grazie alla quarta vittoria stagionale di Peterson, si aggiudica il Mondiale Costruttori.

3. 1976 (Ferrari – James Hunt)

Il campionato 1976 di Formula 1 è quello reso immortale dal film “Rush” di Ron Howard: nelle prime nove gare Niki Lauda, campione del mondo in carica, ottiene cinque vittorie e sale altre tre volte sul podio, arrivando a metà stagione con un vantaggio immenso nei confronti degli inseguitori. Quando però il mondiale sembra oramai archiviato, nel GP di Germania al Nurburgring Lauda ha l’incidente che gli cambierà per sempre la vita: la sua vettura prende fuoco, con le ustioni e i fumi tossici che gli causano danni che lo tengono fuori dalle corse per tre gare. In questo frangente riemerge James Hunt, che vince proprio in Germania e nei Paesi Bassi rifacendosi sotto in campionato; Lauda torna in pista a Monza, ma nelle ultime quattro gare è comprensibilmente sottotono, mentre l’inglese continua a vincere. Nell’ultimo appuntamento in Giappone, disputato sotto la pioggia, Lauda decide di ritirarsi, mentre Hunt, dopo una grande rimonta nel finale, chiude terzo vincendo il titolo. Tra le squadre pesa tuttavia la stagione deludente di Jochen Mass per la McLaren, autore di soli due podi: la Ferrari riesci quindi a vincere quantomeno il Mondiale Costruttori, grazie alle buone prestazioni di Clay Regazzoni, vincente a Long Beach.

4. 1981 (Williams – Nelson Piquet)

Nel 1980 la Williams vince per la prima volta sia il Mondiale Costruttori che quello Piloti, con Alan Jones, e anche nel 1981 si presenta come la squadra da battere. Nelle prime cinque gare arrivano tre vittorie, una con Jones e due con Carlos Reutemann: in particolare l’argentino si dimostra molto competitivo, conquistando anche altri tre podi e involandosi in testa al campionato. Un calo di competitività nella fase centrale della stagione porta però gli altri piloti a farsi sotto in classifica, soprattutto Nelson Piquet sulla Brabham e Jacques Laffitte sulla Ligier Talbot. Si arriva quindi all’ultima gara di Las Vegas con questi tre piloti ancora in lizza per il titolo ma, a questo punto, inizia una pagina abbastanza oscura della storia della Formula 1: la Williams, già campione Costruttori, si disinteressa completamente delle sorti di Reutemann, e questo, dopo aver conquistato la pole al venerdì (la gara si disputava di sabato), sprofonda in classifica, mentre Jones vince la gara. La Williams festeggia il successo, nonostante il titolo piloti vada a Piquet, quinto al traguardo; nel 2021 la figlia di Reutemann parlerà di un assetto stravolto nella notte prima del GP all’insaputa del pilota per fargli perdere le possibilità di vincere il Mondiale, forse anche a causa dei tesi rapporti tra Argentina e Regno Unito precedenti alla Guerra delle Falkland.

Formula 1

5. 1982 (Ferrari – Keke Rosberg)

Il Mondiale 1982 è probabilmente quello più equilibrato della storia della Formula 1, con ben undici vincitori diversi in sedici gare e una parità mai più raggiunta tra le vetture con motore turbo, più veloci e fragili, e quelle con motore aspirato, più affidabili. Ad un certo punto della stagione sembra che la Ferrari sia la squadra migliore, con Didier Pironi che vince a Imola e a Zandvoort e mette una seria ipoteca sul campionato, ma le tragedie che colpiscono la squadra di Maranello compromettono la corsa al titolo piloti: Gilles Villeneuve muore nelle qualifiche del GP del Belgio dopo un incidente con Jochen Mass, lo stesso Pironi si distrugge le gambe in Germania dopo un contatto con Alain Prost, e anche Patrick Tambay, chiamato a sostituire Villeneuve e vincente proprio in Germania, accusa problemi alla schiena che lo portano a saltare alcune gare. I risultati combinati di questi tre piloti, con anche Mario Andretti, consentono comunque alla Ferrari di vincere il Mondiale Costruttori, mentre tra quello piloti restano a lottare Keke Rosberg e John Watson. Alla fine Rosberg vince il titolo nonostante avesse vinto una sola gara, il GP di Svizzera a Digione, e nonostante la Williams termini solo quarta nel Mondiale Costruttori: a tutt’oggi è ancora il risultato più basso mai raggiunto da una squadra che abbia vinto il Mondiale Piloti!

6. 1983 (Ferrari – Nelson Piquet)

Per il terzo anno di seguito Mondiale Piloti e Mondiale Costruttori differiscono nel vincitore. Nelson Piquet della Brabham lotta per tutta la stagione con la Renault di Alain Prost e la Ferrari di René Arnoux, vincendo il titolo nell’ultima gara stagionale in Sudafrica dopo un Mondiale macchiato da alcuni sospetti sulla regolarità delle benzine usate dalla Brabham. Mentre Piquet vince però tra i piloti, tra le squadre è la Ferrari a imporsi, grazie a quattro successi conquistati da Arnoux e da Tambay; in Brabham paga l’utilizzo del secondo pilota, Riccardo Patrese, come tester per le soluzioni da montare sulla vettura di Piquet, cosa che gli causa una marea di problemi di affidabilità; in Renault Eddie Cheever non riesce invece a tenere il passo di Prost, e non vince neanche una gara nel corso dell’anno.

7. 1986 (Williams – Alain Prost)

Dopo due stagioni vinte dalla McLaren, nel 1986 è la Williams la squadra da battere, con una coppia di piloti fenomenale come quella composta da Nelson Piquet e Nigel Mansell e una vettura imbattibile. Ma se la squadra di Grove non ha problemi a vincere il Mondiale Costruttori con ben nove vittorie, i due piloti si tolgono punti a vicenda. La Williams non stabilisce delle gerarchie, anche perché Frank Williams è alle prese con la riabilitazione dopo un terribile incidente, e ad approfittarne è il campione in carica Alain Prost, che vince cinque gare e sale altre sette volte sul podio. Nell’ultima gara stagionale ad Adelaide si arriva con Mansell, Prost e Piquet in lotta per il titolo e separati da pochi punti, ma per la Williams la gara si rivela essere un disastro: Mansell accusa problemi di gomme e fora, dovendosi ritirare, mentre Prost vince clamorosamente la corsa e il titolo davanti a Piquet. Ad oggi il successo del francese è ricordato come uno dei pochissimi casi, se non l’unico, di un pilota capace di vincere con una vettura nettamente inferiore.

8. 1994 (Williams – Michael Schumacher)

Dopo due stagioni con ottimi risultati, la Benetton del 1994 si rivela essere una vettura in grado di lottare per il titolo, anche grazie al suo pilota di punta Michael Schumacher. Il tedesco nelle prime sette gare ottiene sei vittorie e un secondo posto, e sembra lanciato verso il Mondiale anche per la morte di Ayrton Senna a Imola. Nel GP di Gran Bretagna una sciocchezza del tedesco riapre però il campionato: Schumacher supera due volte Damon Hill nel giro di ricognizione, e una serie di incomprensioni tra il team e la Direzione Gara sulla penalità da scontare portano, al termine dalla gara, non solo alla squalifica in quel GP, ma anche in quelli d’Italia e Portogallo. A questi si aggiunge anche una squalifica nel GP del Belgio, vinto, per un eccessivo consumo del pattino di legno sotto la vettura. Hill si fa sotto in campionato, mentre i vari piloti che si alternano sulla Benetton non riescono a portare i punti necessari al team per permettergli di lottare per il titolo: Jos Verstappen conquista soli due podi, e insieme a JJ Letho e Johnny Herbert raccolgono soli 11 punti, contro di 92 di Schumacher. Di contro, Hill, David Coulthard e Nigel Mansell riescono a portare alla Williams il Mondiale Costruttori. Alla fine il titolo piloti si decide nell’ultima gara ad Adelaide, con un contatto tra Schumacher e Hill che porta al ritiro di entrambi e assegna il campionato al tedesco.

9. 1999 (Ferrari – Mika Hakkinen)

La prima parte della stagione 1999 sembra un sequel di quella precedente, con un duello tra Michael Schumacher e Mika Hakkinen: tutto cambia a Silverstone, quando un incidente provoca al tedesco della Ferrari una frattura ad una gamba e lo tiene fuori per sei gare. A quel punto in Ferrari viene promosso come prima guida Eddie Irvine, che vince in Austria e in Germania e recupera in classifica, grazie anche anche ad una serie di problemi che colpiscono Hakkinen. Nell’ultimo appuntamento stagionale in Giappone Irvine ha quattro punti di vantaggio sul finlandese, e può vincere il Mondiale, ma la vittoria del finlandese e il suo terzo posto regalano il titolo al pilota della McLaren: i suoi risultati sono comunque sufficienti per consegnare alla Ferrari, insieme a Schumacher e al suo sostituto Mika Salo, il suo primo Mondiale Costruttori dopo sedici anni, il primo di una serie di sei consecutivi.

10. 2008 (Ferrari – Lewis Hamilton)

Ancora Ferrari contro McLaren. Dopo una stagione 2007 decisa all’ultimo a favore della Ferrari di Kimi Raikkonen, e dopo i fatti della Spy Story, nel 2008 queste sono ancora queste due squadre, insieme alla BMW Sauber, a lottare per il titolo. Se però la confermata coppia Raikkonen – Massa continua a confermarsi ad alto livello, in McLaren Heikki Kovalainen non tiene il passo di Lewis Hamilton, che si ritrova ben presto a lottare da solo. Dopo una lotta senza esclusione di colpi, nell’ultima gara Hamilton e Massa si giocano il titolo piloti, e a vincerlo è l’inglese (se Massa non glielo fa togliere…) dopo un sorpasso all’ultima curva su Timo Glock, che gli vale la quinta posizione e i punti necessari. Le prestazioni non ottimali di Kovalainen consentono però alla Ferrari di vincere il Mondiale Costruttori, l’ultimo della sua storia. Finora.

Felipe Massa Lewis Hamilton
Felipe Massa Lewis Hamilton

11. 2021 (Mercedes – Max Verstappen)

Il 2021 è una delle stagioni più combattute di sempre, con la sfida tra Max Verstappen e Lewis Hamilton. I due, tra vittorie, sorpassi e contatti, arrivano a giocarsi il Mondiale Piloti fino all’ultima gara di Abu Dhabi, dove vi approdano a pari punti. La stessa gara sarà poi condizionata dall’incidente di Nicholas Latifi nelle battute finali, che causerà l’ingresso di una Safety Car che permetterà, nel restart dell’ultimo giro, a Verstappen di vincere il suo primo titolo in carriera. Le prestazioni del suo compagno di squadra Sergio Perez non sono però altrettanto brillanti, specie paragonate al pilota della Mercedes Valtteri Bottas, e pertanto la squadra di Brackley riesce a consolarsi vincendo, quantomeno, il suo ottavo Mondiale Costruttori consecutivo.

silverstone
© Lars Baron / Getty Images




Tags : f1mondiale piloti
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.