Un primo posto sudato, sofferto, ma, soprattutto, meritato. Andrea Iannone ha conquistato il gradino più alto del podio in gara 1 nel round di Aragon. “Sono molto contento per me, perché oggi ho vinto la gara della mia vita. È tutto molto forte per me dopo questi quattro anni. Mi sono tenuto tutto dentro, senza parlarne molto, ma sono stati dei momenti difficili. Quella di oggi è sicuramente una liberazione per me.“
The Maniac è ufficialmente tornato a poter ambire alle posizioni più alte di ogni gara, dopo otto anni, un mese e quattordici giorni dalla sua ultima medaglia d’oro in MotoGP. “Penso sia una delle gare più importanti per diverse ragioni, ma non per la battaglia o la strategia, ma semplicemente perché sono tornato dopo tanto tempo. Non ero certo che sarei ritornato, non ero sicuro di continuare a crederci. È stato un periodo lungo ed è difficile trovare le parole per spiegarlo, perché solo io so quanto ho faticato in quel periodo, quanto mi siano mancati il mio lavoro, la mia moto e tutto quanto. Non è stato facile. Ho aspettato tanto tempo, quindi sono contento di aver ottenuto questo risultato oggi: è veramente importante per me come persona. Non per la mia carriera, che è un disastro, perché ho sicuramente perso il miglior momento della mia vita. Questa è una bella rivincita.“
Una rivincita che il #29 è riuscito a prendersi grazie alla sua forza e alla sua determinazione, ma anche grazie alla famiglia Ducati e ai suoi affetti. “Voglio ringraziare tutta la mia squadra, Marco Zambenedetti, Gigi Dall’Igna, Claudio Domenicali, Mauro Grassilli, Paolo Ciabatti e tutti coloro che mi hanno aiutato a ritornare, Go Eleven per aver creduto in me, la mia famiglia e la mia ragazza.” È una storia di fiducia quella di Iannone, che, a inizio stagione, ha parlato faccia a faccia con Dall’Igna: “Mi ha chiesto se ero sicuro, visto che non correvo da quattro anni. Gli ho detto che potevo essere veloce come in passato. Lui ha creduto in me e mi ha dato una possibilità. È fantastico. Credo che l’80% di questo risultato dipenda da Gigi, perché senza di lui forse io non sarei qui.“
Le gare non si vincono solo con la fiducia, ma anche con la strategia: “Non ho spinto, ho gestito all’inizio. Ho la spalla un po’ stressata e il muscolo un po’ irrigidito e dolorante dopo la botta di questa mattina, ma sono riuscito a gestire lo stesso. Dopo dieci giri ho cominciato a migliorare e a credere che fosse possibile vincere la gara. Oggi dovevo stare davanti, perché la moto perde un po’ in velocità e in accelerazione con le temperature alte e ho faticato con la gomma anteriore per la stessa ragione. Con l’esperienza che ho maturato in questa stagione, ho deciso di stare davanti e di provare a vincere.”
Dopo aver firmato il giro veloce a due giri dal traguardo, la moto ha detto basta, facendoci vivere un’ultima tornata al cardiopalma. “Penso di essere migliorato anche nell’ultimo passaggio, ma ho finito la benzina sul rettilineo opposto. La moto si è spenta quando ho inserito la sesta marcia, ma sono riuscito a farla ripartire lasciando la frizione, a fare l’ultima curva con la frizione e a portarla fino alla fine grazie alla velocità. Mi sono detto: ‘Cazzo, se non vinco questa gara per la squadra, torno a casa e poi non torno più‘. Credo che alla fine Dio sia stato dalla nostra oggi.“