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Cosa ci hanno detto le prove libere del GP di Azerbaijan di F1 (spoiler: poco)





Le prime due sessioni di prove libere del GP di Azerbaijan sono andate in archivio e verranno conservate per sempre tra gli scaffali della biblioteca Mirza Fatali Akhundov di Baku. Forse. Proviamo intanto a vedere che lavoro hanno effettuato le squadre, le differenze tra le varie vetture e dove qualcuno può migliorare (coff coff, Verstappen).

fp1 azerbaijan f1
Verstabben sbuca dal castello | © Clive Mason / Getty Images

Le sessioni del venerdì sono state caratterizzate da una pista con poca aderenza a causa dallo sporco portato in pista dal vento che soffia frequentemente sulla penisola di Absheron, ove sorge Baku. In aggiunta quest’anno non è stata neanche “lavata” con acqua ad alta pressione come era stato fatto nelle precedenti edizioni, aggravando il problema del poco grip. Queste condizioni ci fanno pensare che l’evoluzione delle condizioni della pista con il prosieguo del fine settimana porterà con sé cambiamenti nei rapporti di forza delle squadre. Abbiamo spesso visto nel corso della stagione infatti come minime variazioni delle temperature o delle condizioni della pista abbiano ribaltato i rapporti di forza, a volte anche tra il Q2 e il Q3. Detto questo analizziamo il lavoro fatto nelle prove libere perché comunque male non fa.

Il grafico sottostante mostra i giri effettuati nelle PL2 e la relativa mescola usata. Niente di speciale per quanto riguarda il programma di lavoro: primo stint per mettere a punto l’assetto, poi simulazione di qualifica e simulazione di gara. Vediamo che le due Mercedes sono state le uniche a usare la gomma dura per la simulazione di gara. In mattinata anche Gasly aveva effettuato qualche giro con la hard, quindi questi 3 piloti avranno sicuramente solo un treno di gomme dure nuove per la gara.

Le telemetrie dei 4 top team mostrate sotto fanno vedere una Red Bull (quella di Perez) e una Ferrari (intesa come macchina in generale) molto buone nelle curve a 90 gradi. Red Bull però prende un distacco importante nel terzo settore a causa della bassa velocità rispetto agli altri nella zona delle curve veloci che si affrontano in pieno prima del traguardo. In questo settore Perez ha perso un decimo rispetto a Leclerc e Verstappen addirittura mezzo secondo.

© FIA

Nella seconda telemetria dove vengono paragonate le due Red Bull possiamo notare l’importante differenza. Difficile pensare che un tale distacco sia da ricondurre alla superiorità di Perez rispetto a Verstappen, quindi forse l’olandese ha usato una mappatura molto più conservativa vista la moria di motori nella prima fase del campionato? Le qualifiche sveleranno l’arcano.

Nelle simulazioni di gara le due Mercedes sono state molto rapide con gomme dure. Russell è stato l’unico a fare diversi giri sull’1:48 basso. Bene anche Piastri, che ha fatto segnare tempi di qualche decimo al giro più veloci di quelli di Perez. I tempi degli altri piloti dei top team invece sono più difficilmente interpretabili dal momento che hanno alternato giri veloci a giri più lenti. Per quanto riguarda le monoposto di centro gruppo invece le due Williams di Albon e Colapinto hanno girato su tempi intorno all’1:50, pochi decimi meglio rispetto a un incredibile Bearman che sul passo gara è andato molto meglio di Hulkenberg. Le Aston Martin sono partite molto piano, ma hanno chiuso sui tempi dei rivali a fine stint. C’è da dire che le due monoposto verde scuro sono state le vetture con la velocità di punta più alta di tutti nel corso del loro giro veloce: questi due indizi potrebbero farci pensare che il team abbia optato per un assetto scarico con il quale però è necessario gestire un po’ le gomme. Alpine ha girato su tempi intorno all’1:50 come la Williams, poco più veloce della Racing Bulls. Male invece Sauber, che si è fermata sull’1:51.

In basso le velocità massima fatte segnare nel corso del giro più veloce delle prove libere 2 del GP di Azerbaijan.





Tags : bakuf1f1 2024gp azerbaijan
Fabio Catalano

The author Fabio Catalano

Appassionato di motorsport e dinosauri, motivo per cui provo a inserire riferimenti a questi ultimi negli articoli di Formula 1. D’altronde se lo fa AO Racing posso farlo anche io