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WEC, Matteo Cairoli a Le Mans: “Lamborghini SC63 cresce ogni volta che saliamo in macchina”





Per Lamborghini, alla prima 24 Ore di Le Mans con la LMDh SC63, quello de La Sarthe è il primo appuntamento con due prototipi contemporaneamente in pista. Abbiamo avuto il piacere di parlare nuovamente con Matteo Cairoli, pilota della #19 assieme a Andrea Caldarelli e Romain Grosjean, che con la sua solita disponibilità ci ha parlato dei continui progressi della vettura gestita dal team Iron Lynx, con sede a Cesena.

lamborghini le mans
© Fabrizio Boldoni / Fuori Traiettoria

Occasione speciale, quella della 24 Ore di Le Mans, per Matteo: alla sua 8a partecipazione, si trova per la prima volta a competere nella classe regina dopo 7 esperienze trascorse al volante delle vetture GT. Nell’hospitality di Iron Lynx, in cui siamo stati cortesemente accolti ancora una volta dopo l’intervista realizzata ad aprile durante la 6 Ore di Imola, ci ha dunque espresso le sue sensazioni in vista del grande appuntamento in terra francese.

Fuori Traiettoria: Abbiamo visto tantissimi fare fatica in uscita dai box anche con le medie, non solo con dure

Matteo Cairoli: È la parte più complicata delle LMDh; sembra di guidare con le slick sull’acqua! Non dico che i primi metri siano totalmente inguidabili, ma sono davvero molto complicati da gestire, difficoltà estrema. La gomma fa fatica a scaldarsi, devi aspettarti l’inaspettabile, e dal punto di vista della sicurezza non la vedo come una cosa positiva. Abbiamo già visto tanti incidenti per colpa di questa regola, e secondo me si potrebbero evitare; la sicurezza viene prima di tutto, e con questa regola andiamo dalla parte opposta dal mio punto di vista. Però va bene, fa parte il regolamento, dobbiamo farcela andare bene e, nel nostro caso, dobbiamo lavorare ancora più duramente per cercare di portare in temperatura le gomme il prima possibile.

FT: Quanto ci mettete a portarle nella corretta finestra di funzionamento?

MC: Dipende dalle condizioni della pista; durante il giorno alla fine del primo giro iniziano ad essere a posto, non puoi aspettarti il picco di prestazioni ma sono abbastanza a posto e puoi essere piuttosto tranquillo.

FT: Con quali mescole?

MC: Ho provato solo Medium, ma in generale che siano Soft, Medium o Hard la sostanza è sempre quella.

FT: Avete provato anche le gomme a mescola Hard?

MC: No, non le abbiamo provate; certo, le abbiamo provate nei test prima di Le Mans, ma non qui.

FT: Preferiresti dunque una gara in condizioni miste o asciutte?

MC: Personalmente io vorrei 24 ore di pioggia, perché la nostra auto sul bagnato va bene e ovviamente con il bagnato si mescolano un po’ le carte; un acquazzone ogni tanto ci potrebbe dare una mano.

FT: Argomento Power Gain: si percepisce quando sei in macchina?

MC: Da quando son salito in macchina, per me il power delivery non è cambiato; non sento differenze. Siamo partiti con i rapporti lunghi e adesso siamo passati a quelli corti, quindi faccio anche più fatica a percepirlo con queste marce.

FT: C’è differenza nel feeling dato dalle gomme in IMSA rispetto a quelle nel WEC?

MC: Difficile rispondere, perché in America abbiamo fatto solo una gara, a Sebring, che è il tracciato peggiore di tutto il Campionato. È la più complicata in termini di “durezza” della macchina. Tra quelle di IMSA e WEC Quello che cambia è sicuramente il grip che l’asfalto offre; a Sebring era decisamente limitato. Qui a Le Mans invece mi è sembrato che la pista sia stata gommata subito anche durante il test, forse dovuto al fatto che qualche altra serie ha girato prima di noi e ha aiutato a pulire; ma in generale nel WEC si ha sempre la percezione di avere più grip, probabilmente per le piste in cui si corre.

FT: Il format di qualifica così organizzato con 62 auto in pista ti piace? Tri trovi bene?

MC: Beh, è la mia 8° Le Mans, sono stato sempre nella categoria più bassa ma in generale il weekend di gara è sempre stato più o meno simile; chiaro che mi sarebbe piaciuto fare uno shot in qualifica, ma per altre circostanze non ho potuto. In ogni caso il weekend per me è ben organizzato. È lungo, certo, ma una volta che inizi a girare poi è abbastanza tranquillo, quindi va bene così.

FT: Come feeling con la macchina, in evoluzione durante la stagione, come sta andando?

MC: Stiamo crescendo ogni volta che saliamo in macchina. Ci sono tante aree in cui possiamo migliorare, per creare una base solida; invece in certi casi – e lo dico un po’in contrapposizione con l’attuale trend – stiamo cercando già di affinare dei dettagli che secondo me vanno sistemati successivamente. Io mi focalizzerei sul sistemare la base al 100%, mettendo la macchina a posto agendo sui macro problemi, e poi sistemare i micro problemi quando abbiamo una base adatta.

FT: Come ci avevi anticipato a Imola, la Lamborghini SC63 #19 che usate in questa 24 Ore di Le Mans è una vettura diversa alla #19 che corre in IMSA: dopo questa esperienza con 2 auto in pista nel WEC possiamo aspettarci di vederle anche nel 2025?

MC: Lamborghini ha dichiarato di essere pronta in caso di obbligo per i costruttori di schierare 2 prototipi (annuncio che è stato effettivamente fatto il giorno successivo all’intervista, durante la conferenza FIA/ACO, ndr), dunque l’idea è quella di rimanere nel WEC aderendo a questa modalità.

FT: A livello di ibrido avete tutto automatizzato o lavorate su qualche parametro?

MC: Lavoriamo tantissimo, magari durante un giro ci dicono di cambiarlo 4/5 volte; abbiamo diversi settaggi di ibridi, diverse posizioni. Non sono un tecnico e dunque non so di preciso ognuna di queste che cosa faccia, ma capita molto frequentemente che in radio ci dicano di cambiare la modalità dell’ibrido a seconda di quello che serve. Devi prima di tutto conoscere tutti i bottoni a memoria e sapere a quello che servono, devi sentirti a casa. Sono modifiche che devi fare in millisecondi, dunque l’importante è avere tutto a portata di mano, tutto sotto controllo, tutto chiaro, con tutti i tasti a portata di mano.

FT: E alla guida si percepiscono le differenze tra i diversi settaggi?

MC: Sinceramente le differenze principali sono i “Mode” che abbiamo: out-lap, push-lap…quello sì, aiuta, soprattutto con gomma fredda. Stiamo lavorando con i settaggi di traction per trovare il migliore compromesso, con i diversi Mode senti proprio le differente di spinte: out-lap ti fa sentire la macchina più gestibile, più tranquilla, mentre quando la metti in push diventa bella aggressiva, tosta.

FT: Hai già lavorato su multi-stint per provare la durata delle gomme?

MC: Sì, nei test abbiamo provato e concluso un triplo stint, e l’idea sarebbe quella di farne un altro. Un quadruplo stint con lo stesso set di gomme, per come siamo arrivati alla fine del terzo, può essere fattibile. Dal mio punto di vista vorrei cercare di tenere le gomme il più possibile, perché nel momento della sota e uscita con gomme fredde perdiamo molto di più – circa 15” nell’out-lap – rispetto a quanto si perda con un passo più lento su gomme usate. Fare meno soste diminuisce anche il rischio di fare danni: di notte non voglio neanche immaginare come sarà.

FT: Avete già deciso chi farà la partenza e la distribuzione degli stint?

MC: Sì, la partenza la farà Andrea (Caldarelli, ndr), mentre l’esatta distribuzione degli stint non ancora. Vediamo di fare una gara lineare, senza errori; l’obiettivo, ancor prima di pensare alla posizione, sarebbe quello di finirla in qualunque posto ma vedere la bandiera a scacchi.

FT: Grazie per il tuo tempo Matteo, e in bocca al lupo!

MC: Grazie a voi!





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Lorenzo Mangano

The author Lorenzo Mangano

Classe '97, appassionato di motorsport dal 2004. Con la tastiera scrivo di F1, IndyCar, GT World Challenge, nonché FIA WEC e FIA Formula E per cui sono accreditato FIA. Con il microfono commento campionati come European Le Mans Series, DTM e Intercontinental GT Challenge.