Dal weekend del GP del Bahrain è passato meno di un mese eppure, in casa Mercedes, il fine settimana di Sakhir e la baldanza speranzosa che animava gli uomini di Brackley alla vigilia della prima gara stagionale sembrano essere già distanti anni luce. La Mercedes W15, apparentemente nata meglio delle vetture precedenti ma ben presto rivelatasi afflitta da alcuni dei problemi che hanno funestato la carriera di W13 e W14, non sta infatti funzionando come gli uomini della Stella avrebbero voluto e sperato.
La cartina al tornasole di quella che, almeno al venerdì di Melbourne, è a tutti gli effetti definibile come “crisi” è la posizione in cui Lewis Hamilton, un sette volte Campione del Mondo di Formula 1, ha chiuso le FP2. Il #44, peraltro autore di diversi svarioni tra i cordoli dell’Albert Park Circuit, non è infatti riuscito ad andare oltre una ben poco esaltante 18ª piazza, la penultima disponibile tenendo conto del forfait dato da Alexander Albon dopo l’incidente che l’ha visto coinvolto nel corso delle FP1. L’1’18”834 messo a segno dall’inglese è più lento di oltre 1”5 del crono con cui Charles Leclerc si è preso la vetta della classifica nella seconda sessione di libere, e se il tempo sul giro secco piange la simulazione di gara non ride: Lewis Hamilton e la Mercedes non sono parsi efficaci neppure nella simulazione di gara effettuata nella parte centrale delle FP2, con il #44 che più volte si è aperto in radio per chiedere quali fossero i riferimenti dei suoi avversari ritenendoli evidentemente inavvicinabili.
“Nel corso delle FP1 la macchina trasmetteva buone sensazioni” – ha raccontato Hamilton una volta uscito dall’abitacolo – “Forse nel primo run sono state addirittura le migliori mai avute, dopodiché però è andata sempre peggio. Abbiamo provato a fare dei grossi cambiamenti per le FP2 e… la sessione è stata decisamente dura”. “Credo sia evidente che non mi senta a mio agio con la vettura: penso che questa sia stata una delle peggiori sessioni che ho avuto” – ha proseguito il #44 – “Non ho mai avuto così poca confidenza con la macchine come alla fine di queste FP2, ma quanto visto durante la prima sessione ci permette di avere delle cose positive a cui pensare e su cui lavorare”.
Le prestazioni di George Russell, che seppure pagando 674 millesimi dal tempo di Leclerc è quantomeno riuscito ad avvicinarsi alla top five in virtù della sua 6ª posizione, non riescono a rendere mezzo pieno il bicchiere di Brackley. Ne è ben consapevole Toto Wolff che, interrogato sullo stato di forma di Mercedes in generale e di Hamilton in particolare, ha risposto predicando calma e rimandando il momento dei giudizi finali. “Abbiamo modificato la vettura come volevamo, ma così facendo non siamo riusciti a trovare la performance che cercavamo” – ha detto il manager austriaco – “Nel corso della seconda sessione credo che con Lewis abbiamo adottato un set-up rivelatosi non solo piuttosto drammatico ma addirittura controproducente. Queste sessioni, tuttavia, servono proprio per fare questi esperimenti”. “Mentirei se dicessi che non siamo frustrati da questa situazione: stiamo facendo dei tentativi da ogni punto di vista, ma sembra che non siamo ancora riusciti a trovare ciò che possa portarci effettivamente nella giusta direzione. Dobbiamo continuare a provare. Abbiamo visto come quest’auto possa offrire prestazioni migliori, quindi non voglio semplicemente deporre le armi e dire che non siamo in grado di affrontare questi problemi perché so che abbiamo i mezzi per risolverli nel miglior modo possibile”, ha infine concluso Toto Wolff.
Mercedes e Lewis Hamilton, dopo un intenso venerdì pomeriggio all’insegna dei debriefing, avranno a disposizione le FP3 di domattina per provare a rimettere insieme i pezzi del puzzle senza preoccuparsi troppo della classifica. Poi, a partire dalle qualifiche, il verdetto del cronometro inizierà a essere inappellabile. E a quel punto sarà bene farsi trovare assolutamente pronti.