Quasi sei anni. Tanto è passato dall’ultima volta in cui mi sono intrufolato in una sessione della MKC Academy organizzata dagli amici del Milano Kart Championship. Sei anni trascorsi in preda a una convinzione, diventata sempre più erroneamente ottimistica man mano che il tempo trascorso al volante di un kart andava diminuendo. “Non ho bisogno di insegnamenti o suggerimenti per capire come abbassare i miei tempi sul giro”, mi sono infatti ripetuto fino alla nausea in questi sei anni. Avrò forse avuto ragione?
Neanche per sogno. Neanche. Per. Sogno. E lo dico cospargendomi il capo di cenere, dato che per mesi – anzi anni, per l’appunto – ho rimandato il momento in cui sarei dovuto tornare sui banchi di scuola pur intuendo che la mia poco promettente carriera da pilota di noleggioni stesse progressivamente perdendo di slancio.
A far suonare in modo definitivo il fatidico campanello d’allarme nella mia testa sono state un paio di mie recentissime prestazioni, sulle quali preferirei stendere un pietoso velo. Non è stato solo il cronometro a giustiziare i miei sogni di gloria: ancora prima, infatti, erano riuscite a farlo le sensazioni provate alla guida. Non vi nascondo che una volta sceso dal kart sono rimasto sinceramente sorpreso dal fatto che il Sindaco di Fermo, ridente località marchigiana, non fosse ad attendermi all’uscita del kartodromo per offrirmi la cittadinanza onoraria in virtù delle mie prestazioni. È vero, rispetto a qualche anno fa peso quasi 8 kg in più, ma a tutto c’è un limite. Prima che fosse davvero troppo tardi ho dunque deciso di correre ai ripari, iscrivendomi alla prima serata utile della MKC Academy. Giovedì 15 febbraio, in quel della Topfuel Racing Arena di Vignate, gli amici del Milano Kart Championship – e soprattutto i malcapitati istruttori che avranno a che fare con me – avranno il loro bel daffare per rimettere in sesto un quadro velocistico ormai disastrato rispetto ai “fasti” (si fa per dire) che furono. Nel corso della serata dovrò nuovamente vedermela tanto con lezioni teoriche quanto con lezioni pratiche, che promettono però di essersi tremendamente evolute rispetto a sei anni fa.
Come allora verrò inserito in uno dei tre gruppi di lavoro composti in base al proprio livello d’esperienza, per poi essere seguito assieme ai miei compagni di viaggio da uno degli istruttori MKC che avrà il buon cuore sia di rimuovere la polvere presente sugli scaffali dei rudimenti teorici sia di scoperchiare e svuotare gli scatoloni degli errori di guida. Nell’arco di quattro ore – tanto dura infatti una serata della MKC Academy, composta da quattro turni di guida – tornerò a vedermela con traiettorie e spostamenti del proprio peso, ma sembra non essere tutto qui. Da ciò che mi viene raccontato, infatti, la MKC Academy è migliorata allo stesso ritmo con cui sono peggiorato io. Voci di corridoio parlano di analisi video in real time, di collegamento radio con i coach, di test per i riflessi e di chissà cos’altro.
Se tutto questo basterà a farmi di nuovo avere un ritmo decente sui noleggioni lo scoprirò solamente il 15 febbraio a notte ormai inoltrata. Nel frattempo e fino a quel momento io, nel dubbio, torno a sperare.