“Karma”. È così che più di qualcuno ha sintetizzato quanto successo a Nasser Al-Attiyah nel corso delle Stage 8 e 9 della Dakar 2024. Il qatariota, che prima del via della gara profetizzava una rapida dipartita delle tre Audi RS Q e-tron, è stato infatti costretto a ritirarsi definitivamente dalla 46ª edizione del rally raid non solo prima dei piloti di Ingolstadt, ma anche a causa di quelle noie tecniche che prevedeva avrebbero colpito i prototipi dei Quattro Anelli.
I guai di Nasser Al-Attiyah sono iniziati nel corso della Stage 6B, seconda parte della temuta 48H Crono. Costretto a un lunghissimo stop per via del cedimento di un cuscinetto dello sterzo sul suo buggy Hunter, il qatariota aveva visto svanire la possibilità di centrare la terza affermazione consecutiva nella Dakar ancora prima che la corsa entrasse nella sua seconda settimana di gara. Il #200 a quel punto era rientrato in gara solamente per fornire supporto al proprio compagno di squadra Sebastien Loeb, in lotta accesa contro Carlos Sainz e i suoi scudieri Stephane Peterhansel e Mattias Ekström, ma le cose neppure questa volta sono andate secondo i piani.
Nel corso della Stage 8 della Dakar 2024 Nasser Al-Attiyah è stato infatti fermato dalla rottura del motore del suo buggy Hunter. Un guasto enorme, al quale ne ha fatto seguito un altro a neppure 24 ore di distanza: durante la Stage 9, infatti, la vettura #200 si è fermata poco dopo il via a causa della rottura della sospensione mandando letteralmente su tutte le furie il pilota del Qatar.
“Mi dispiace, ma non voglio più tornare su quella macchina” – ha dichiarato un furente Al-Attiyah una volta tornato nel bivacco di AlUla – “Sono venuto a ringraziare tutti, ma questa sera tornerò a casa. Quest’anno ho imparato qualcosa di nuovo dalla Dakar, e posso assicurarvi che ciò che è successo non accadrà mai più”. Le fonti presenti raccontano di un Al-Attiyah furibondo e deluso, dato che dopo due anni di successi in quella che per lui può essere considerata una sorta di gara di casa si è ritrovato costretto ad alzare bandiera bianca ben prima di quanto si aspettasse. “Ho parlato con Nasser” – ha dichiarato David Richards, patron di Prodrive, ai media presenti al bivacco di AlUla – “Era molto triste. C’è da capirlo: questa è la sua gara, riceve un supporto pazzesco da questa zona così vicina al Qatar. La Dakar è una gara che si tiene una volta all’anno, è come la 24 Ore di Le Mans. Si ha la possibilità di vincerla e poi si devono aspettare 12 mesi, conosco la sensazione che si prova quando qualcosa va male. È un grande dispiacere, posso immedesimarmi e capire come si senta”.
David Richards ha saggiamente tentato di distendere gli animi, avendo l’accortezza di pensare al prossimo futuro del suo team. Sarà infatti proprio Prodrive a supportare Dacia nella sua nuova avventura alla Dakar, e dato che tra i piloti del marchio rumeno figurerà lo stesso Nasser Al-Attiyah sarebbe bene appianare qualsiasi tipo di divergenza interna prima di iniziare la preparazione per una gara difficile, dura e intensa come la Dakar.