La FIA ha ammesso che la decisione di non penalizzare Max Verstappen per l’impeding su Tsunoda nel corso delle qualifiche di Singapore è stata sbagliata. La Federazione, insieme allo steward Matteo Perini, presente a Marina Bay, hanno ammesso che questa mancata penalità non costituirà precedente.
Nel corso delle qualifiche dello scorso Gran Premio di Singapore, Max Verstappen è stato messo sotto investigazione per tre impeding: il primo ai danni di Tsunoda, il secondo ai danni di Sargeant e il terzo per essersi fermato in pitlane, bloccando il passaggio ai piloti alle sue spalle. Se per quello sullo statunitense della Williams è stato graziato, per gli altri due ha ottenuto una reprimenda, e per quello su Tsunoda la Red Bull ha ricevuto anche una multa di 5000 euro. La motivazione della mancata penalità è stata infatti ascritta alla responsabilità del team, reo di non averlo avvisato in radio del sopraggiungere del giapponese.
La mancata penalità aveva fatto storcere il naso a molti: solitamente, gli impeding non sono mai direttamente colpa del pilota, ma del team, che non avvisa in radio l’arrivo delle altre macchine. Era capitato, per esempio, a Montecarlo, con Charles Leclerc penalizzato di tre posizioni per aver ostacolato Lando Norris nel tratto del tunnel: in quel caso, il monegasco non vide in tempo la McLaren dietro di lui, ma l’errore fu fatto dal muretto della Ferrari, che mancò di avvisarlo. Diversi piloti si sono espressi negativamente con la mancata penalità, come Pierre Gasly (“Ho ricevuto penalità pesanti per questo genere di cose, come sei posizioni a Barcellona, ma per casi meno gravi di questo. Forse adesso è consentito”) e Lando Norris (“Credo che dovrebbero esserci penalità più dure per chi blocca i piloti, perché molti lo fanno. Yuki è uscito dalle qualifiche, e aveva ottenuto il miglior tempo nel Q1”). Lo stesso Verstappen, dopo le qualifiche, era sicuro che sarebbe stato penalizzato quantomeno di tre posizioni, ammettendo l’errore.
A Suzuka è arrivata però la rettifica, tardiva, della FIA. Nel corso della riunione dei team manager del venerdì, Matteo Perini, commissario presente sia a Singapore che a Suzuka, ha ammesso che rivedendo le immagini il gesto su Tsunoda sarebbe dovuto essere penalizzato con tre posizioni in griglia, che avrebbero fatto partire l’olandese campione del mondo dalla quattordicesima posizione. Rettifica che serve a ben poco, visto che, con una Red Bull poco in forma, probabilmente Verstappen non avrebbe concluso al quinto posto: e se questo è inutile ai fini di un campionato oramai praticamente nelle mani dell’olandese, poteva essere importante per gli altri team, che avrebbero potuto guadagnare più punti. Perini ha aggiunto comunque che la decisione di Singapore non farà precedente, e che la mancanza di una comunicazione radio non sarà considerata un’attenuante. Per quanto riguarda invece il fatto accaduto in pitlane, sempre Perini ha detto come questo non sia espressamente vietato dal regolamento, ma che dovrebbe esserci una regola apposita. In ogni caso, la domanda è se qualcuno pagherà dopo un errore così marchiano.