Iker Lecuona quest’anno salta da una moto all’altra con la gioia di chi questo sport lo ama davvero. Pilota del Team HRC nel WorldSBK, ha sostituito prima Marquez e poi Mir in MotoGP ed è tornato a Suzuka per preparare la 8 Ore. Gli abbiamo chiesto di raccontarci della sua impegnativa stagione durante l’Italian Round della Superbike in quel di Imola.
FUORITRAIETTORIA: Ciao Iker, come sta andando la stagione?
IKER LECUONA: Difficile, abbastanza difficile quest’anno. Abbiamo iniziato bene in Australia, in Indonesia si è un po’ complicata la situazione e poi durante la stagione ho avuto alti e bassi, non abbiamo capito bene il perché e dobbiamo vedere come procedere.
FT: Sei al secondo anno in SBK, cosa hai imparato lo scorso anno che stai mettendo in pratica quest’anno?
IL: Sto continuando ad imparare, però alla fine sta tutto nel fare esperienza. Quest’anno solo Imola è un circuito nuovo per me, già è un passo in avanti, conosco la squadra e continuo a migliorare, questo ci permette di continuare anche a fare passi in avanti.
FT: Sei pronto per la 8 Ore di Suzuka?
IL: Sì! L’anno scorso abbiamo vinto, la settimana scorsa siamo stati in Giappone per un test, è andato bene, abbiamo trovato un buon ritmo e buone sensazioni e abbiamo voglia di vincere per il secondo anno consecutivo.
FT: Tutti dicono che sia LA gara, per te a livello emotivo come è stato l’anno scorso?
IL: L’anno scorso è stato spettacolare! È stato molto bello perché è una gara leggendaria del motociclismo ed è stata un’emozione unica. È un ambiente diverso, c’è una gran voglia di fare bene e una vera mentalità vincente. I piloti che condividono sia la squadra che la moto, il fatto che cambia la luce, corri di notte, tutto l’ambiente è meraviglioso. È qualcosa che bisogna vivere e mi ha davvero incantato.
FT: Dopo questo ultimo test, hai detto che le sensazioni con la moto sono diverse, che succede?
IL: La moto è cambiata un poco dall’anno scorso e questo fa che, ovviamente, non mi senta come lo scorso anno. Però, in ogni caso mi sento veloce e siamo davanti con la #33. Io venivo da molte settimane di viaggio, molti cambi di pneumatici e condizioni di piste molto diverse fra loro e quando sono arrivato lì… era di nuovo tutto diverso! Ma bisogna abituarsi, come ho detto, sono stato veloce e siamo stati nel target del tempo e questo indica il potenziale che abbiamo.
FT: Il telaio che avete qui nel WorlSBK è diverso da quello usato a Suzuka?
IL: Non saprei dirti, non conosco la scheda tecnica, ma so che usiamo motore e scarichi diversi. Alla fine, io e Xavi [Vierge, ndr] arriviamo lì e troviamo una moto su cui possiamo cambiare ben poco, la base è stata già preparata da Nagashima e dobbiamo più che altro essere noi ad adattarci alla moto.
FT: L’Endurance è anche adattamento…
IL: Esattamente.
FT: Tornando alla Superbike, con le concessioni il lavoro è facilitato o no?
IL: Se fosse facile staremmo vincendo! Non è facile, ma magari ti facilita un pochino il lavoro sulla moto, possiamo fare qualche cambio in più sulla base. Dopo ogni test io e Xavi ci sediamo con i tecnici del team e siamo abbastanza allineati, stiamo lavorando per avere più passo, bisogna avere pazienza, arriveranno altre cose da provare.
FT: Ti piace il nuovo pneumatico morbido anteriore Pirelli, lo SC0?
IL: Io solitamente uso il 674 all’anteriore, che era la media di sviluppo l’anno scorso e di gamma come SC1 in questo. I nuovi SC0 li abbiamo provati un paio di volte, visti i nostri problemi un po’ ci aiuta l’anteriore morbido a curvare, ma solo nella gara corta e in qualifica. Nelle gare principali invece ha un calo troppo importante che non lo rende competitivo per noi.
FT: Pirelli in Superbike, Bridgestone a Suzuka, Michelin in MotoGP… le gomme le hai provate tutte!
IL: Sì! È difficile a volte! Quando sono arrivato a Suzuka, venivo da vari Round della SBK in cui avevamo cambiato molti pneumatici… lì ho trovato proprio un marchio diverso. Ero un po’ perso riguardo il limite… mi sentivo a mio agio, ma non sapevo dove fosse il limite. Ho chiesto a Nagashima di spiegarmi come pormi in confronto alle specifiche delle Bridgestone, non chiedendo come vanno, ma fin dove potevo spingermi. Sapere in che margine tenermi è stato importante soprattutto nelle prime uscite, avevo molte informazioni da assimilare e mettere in pratica in poco tempo.
FT: E parlando di MotoGP, sei tornato anche lì. Come è stato?
IL: Il ritorno in MotoGP è stato come un sogno fatto realtà! Non sono tornato in MotoGP andando in un team satellite, ma in Repsol HRC con il miglior costruttore del mondo che è Honda, con la migliore squadra del mondo e, anche se al momento la moto non è la migliore del mondo, lo è stata per tantissimi anni. Per me è stato un autentico piacere, con tanta gioia di stare lì. Il primo ritorno è stato molto tranquillo, me lo sono goduto molto, è stato come un regalo per il lavoro fatto nel WorldSBK e a Suzuka, mentre la seconda volta ad Assen mi sono detto “conosco un poco la moto” e sapevo di avere comunque il livello per potermi giocare un po’ la mia occasione. Ad Assen sono stato veloce, sono molto contento.
FT: E hai trovato moto molto diverse dal 2021?
IL: Per quanto riguarda le moto, sono cambiate molto, soprattutto la “mia” vecchia KTM è cambiata tantissimo, praticamente è un moto completamente diversa a detta delle persone con cui ho parlato. Alcune cose come l’aerodinamica sono cambiate tantissimo, ce n’è molta di più e si guida in maniera diversa, io ho dovuto imparare da zero come utilizzarla.
FT: Ora c’è la Sprint in MotoGP, è uguale o diversa dalla Superpole Race?
IL: È uguale E diversa. Mi spiego, è uguale perché è una gara corta in cui si fa ciò che si può, ma è diversa perché le moto sono diverse e la grande aerodinamica della MotoGP ti impedisce di lottare, senza tutta quelle alette sarebbe come la Superpole Race!