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Formula 1

Come sarebbe stata la presentazione di Miami se l’avessero fatta in Italia?





Una delle cose che ha fatto più discutere dell’ultimo GP di Miami, anche a compensazione del fatto che ci sia stato un dominio di Verstappen nonostante questo partisse nono, è stata la presentazione dei piloti molto americana prima della partenza. Introdotti da LL Cool J, i corridori sono usciti da dietro un sipario accompagnati da un’orchestra diretta da Will.I.Am, leader dei Black Eyed Peas, e, a parte Hamilton, sono tutti sembrati abbastanza imbarazzati. Così come, a dir la verità, lo siamo rimasti noi a casa, mentre aspettavamo che le vetture iniziassero il giro di ricognizione. Noi però oggi vogliamo analizzare quanto è successo: non appena è finito questo simpatico siparietto, una delle nostre prime domande è stata “Ma se facessero una cosa del genere nella prossima gara di Imola, in Italia, come la gestirebbero?”

Presentazione GP Miami
Photo by Chris Graythen / Getty Images / Red Bull Content Pool

Thank you for being so not italian

Stanis La Rochelle mentre guarda la presentazione dei piloti di Miami

Innanzitutto, la conduzione. Da un lato serve qualcuno che piaccia ai giovani, a cui chiaramente quest’evento è rivolto; dall’altro, però, non bisogna dimenticare che l’Italia è il terzo Paese con l’età media più alta al mondo, e che la maggior parte delle persone ha più di quarant’anni: pertanto, dopo attente riflessioni, siamo giunti alla conclusione che la conduzione sarebbe stata totalmente targata RAI, con un insolito tridente: ad annunciare i piloti sarebbe stato Amadeus, fresco del Festival di Sanremo, e quindi abituato a gestire grandi eventi internazionali. Al suo fianco, invece, per allietare il pubblico e fare commenti pur non conoscendo i piloti, ci sarebbero stati direttamente Valerio Lundini ed Emanuela Fanelli, con il primo pronto con le sue domande sempre geniali, mentre la seconda avrebbe fatto un monologo di denuncia per evidenziare l’assenza di piloti donne. Solo questo avrebbe fatto durare il tutto una buona mezz’oretta, ma, in fondo, a chi non sarebbe piaciuto?

E bvav Vevstà, hai vinto la gav, bvav!

Valerio Lundini che si congratula con il vincitore Max Verstappen in parco chiuso

C’è poi da definire l’accompagnamento musicale. Siamo pur sempre in Italia, e per queste cose c’è una risposta che vale sempre: Forze dell’Ordine. Così, è abbastanza probabile che a suonare la sigla della F1 sarebbe stata la banda dell’Aeronautica Militare, diretta per l’occasione nientepopodimeno che da Beppe Vessicchio, acclamato dalla folla più di Leclerc e Sainz. Al termine della presentazione, questi avrebbero accompagnato gli artisti incaricati di suonare l’Inno di Mameli, ossia l’insolito duo composto da Blanco e da Al Bano, con il secondo che, con la sua voce possente, impedirebbe al primo di spaccare qualche alettone perché non sente la musica.

AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

Al Bano mentre riscalda la voce

Infine, la scenografia. Bisogna valorizzare le bellezze e le tradizioni del nostro Paese. Dopotutto, quello di Imola si chiama “GP del Made in Italy” non a caso, e in fondo abbiamo anche un Ministro del Made in Italy, quindi quale occasione migliore? I piloti, quindi, sfoggiando i loro migliori sorrisi di circostanza, sarebbero usciti con ciascuno in mano un piatto regionale tipico italiano. Le Regioni sono venti, loro sono venti, quindi calzano a pennello. Anzi, andando a rubare quanto avviene con il latte alla Indy 500, sarebbero stati proprio i piloti, in ordine di classifica, a scegliere a quale regione rappresentare e quale piatto portare, in un bellissimo show messo al posto delle FP3, che tanto oramai non servono più a niente. Perez quindi, da buon messicano, sarebbe andato sulla Calabria, per via del peperoncino che accomuna queste due terre, portando in mano una nduja: Gasly, in quanto milanese francese, avrebbe rappresentato la Lombardia con un buon risotto; Alonso si sarebbe invece occupato della cucina marchigiana, ma solo perché avrebbe sbagliato a leggere il nome della regione: lui voleva solo elogiare il suo connazionale Marc Marche(z).

Ma ci siamo spinti addirittura oltre: perché fermarsi al pregara e non trattare anche il postgara? Così, sempre sulla falsariga di quanto avvenuto a Miami, abbiamo anche progettato la premiazione: in primis, i primi tre piloti sarebbero scesi dalle loro vetture per montare su tre FIAT Panda 4×4, simbolo di eccellenza italica riconosciuto in tutto il mondo. Queste le avrebbero condotte nel parco chiuso, dove sarebbero stati intervistati dai tre di prima, Amadeus, Lundini e la Fanelli. Sul podio, poi, a premiare ci sarebbe stata una personalità di spicco, la più famosa influencer italiana: la Venere di Botticelli. Sarebbe stata proprio la protagonista del celebre quadro rinascimentale a consegnare i trofei (a forma di pizza Margherita) ai primi tre, che come copricapo avrebbero portato delle coppole marchiate Pirelli, mentre gli inni del pilota e del team vincitore sarebbero stati intonati con un semplice mandolino.

C’è la possibilità di vedere qualcosa del genere a Imola? Purtroppo no. Ma sognare non costa nulla, no?





Tags : f1formula 1gp miami
Alfredo Cirelli

The author Alfredo Cirelli

Classe 1999, sono cresciuto con la F1 commentata da Mazzoni, da cui ho assorbito un'enorme mole di statistiche non propriamente utili, che prima che Fuori Traiettoria mi desse la possibilità di tramutarle in articoli servivano soltanto per infastidire i miei amici non propriamente interessati. Per FT mi occupo di fornirvi aneddoti curiosi e dati statistici sul mondo della F1, ma copro anche la Formula E (categoria per cui sono accreditato FIA), la Formula 2, la Formula 3, talvolta anche la Indycar e, se ho tempo, anche tutte le varie formule minori in giro per il mondo.