Chip Ganassi ci sa fare. Ecco che Tony Kanaan cambia la livrea per accogliere dollaroni extra e sopperire alla dipartita dello sponsor storico Target. Perché anche in IndyCar il budget è fondamentale e rimanere col cerino in mano non piace a nessuno.
Il pilota brasiliano perderà quindi la sua livrea blu, identica tranne nel colore a quella del compagno di squadra Scott Dixon. Per sempre? Non necessariamente. L’accordo che Chip ha firmato con il nuovo brand include solo quattro gare. Ma che gare: l’inizio stagione a St. Petersburg, poi Long Beach e il Texas Motor Speedway. Poteva mancare la 500 miglia di Indianapolis? Ovviamente no.
«Per me è una sensazione incredibile tornare nella famiglia di 7-Eleven» ha confidato Tony Kanaan alla stampa specializzata. Perché sì, il nuovo sponsor di Chip Ganassi è un franchising con oltre 63mila punti vendita in tutto il globo. È un associated sponsor, cioè compare in livrea per meno gare ma mette anche meno soldi. In pratica serve a far quadrare i conti. Rimane invariato il primary sponsor del carioca: NTT Datas.
Ma perché Kanaan è così emozionato per un semplice cambio di livrea? Chiunque lo sarebbe al suo posto: nel 2004 il pilota sudamericano ha vinto il titolo con Andretti. E la vettura era sponsorizzata proprio dalla 7-Eleven. Una partnership che ha portato visibilità al marchio mondiale e che perciò ha trovato spazio per essere riproposta.
Riuscirà questa mazzetta di dollari in più a fermare lo strapotere del Team Penske? Quest’anno le macchine di Roger l’hanno fatta da padrone. Il titolo è stato affar privato tra i suoi due assi nella manica: Will Power e Simon Pagenaud. Ed è per questo che l’australiano si è lasciato andare ai microfoni di Motorsport.com: «Penso che potremmo perfino fare primo, secondo, terzo e quarto in campionato quest’anno». E non ha tutti i torti, visto che gli altri due piloti della squadra sono un peso massimo come Helio Castroneves e la stella nascente Josef Newgarden.
Il vero antagonista del Team Penske è sempre stato il Chip Ganassi Racing nella storia recente. Senonché Chip ha provato il colpaccio cambiando sponda: cioè comprando i motori Honda. I propulsori migliori della serie a stelle e strisce hanno però uno sgradevole effetto collaterale: nel pacchetto è incluso l’aero-kit nipponico. Che ha inchiodato le vetture giapponesi nel fondo classifica. E Power gongola: «Perciò, yeah, direi che abbiamo ancora un buon vantaggio su Ganassi!»
Ma la metà più lenta della griglia non ha intenzione di mollare. Anzi, è più determinata che mai. Dall’Andretti Autosport, finora team di riferimento per la Casa giapponese (prima del ritorno in grande stile di Ganassi), si leva una voce molto conosciuta nel paddock americano. Quella del campione 2012: Ryan Hunter-Reay. «Sappiamo le aree su cui dobbiamo migliorare, e ci siamo concentrati su quelle nel post-stagione. Penso possiamo migliorare sul serio». E prevede un futuro roseo per la sua squadra: «Quattro o cinque vittorie nel 2017, magari di più». Figuriamoci Ganassi.
Nelle retrovie, la mascotte del gruppo inizia ad affilare gli artigli. «Per ora sta andando tutto bene e mi sta piacendo ogni cosa»: sono le parole di Sebastien Bourdais, accasato alla squadra più piccola del Circus statunitense: il Dale Coyne Racing. Una squadra che ha fatto incetta di ingegneri e che cerca il rilancio con 2017 scoppiettante. Le premesse sono ottime: dopo soli due giorni di test, il francese pluri-vincitore della ChampCar ha detto di trovarsi bene coi motori Honda e di aver fatto progressi fondamentali.
Tutto tace sul fronte KV Racing. Nei giorni passati si era parlato di una trattativa in stato avanzato con Pastor Maldonado, ma il pilota colombiano ha spento gli entusiasmi con dichiarazioni di smentita. Che però non convincono a pieno. Ma Vasser e Kalkhoven, team owner della squadra, hanno le ore contate: con l’accordo con Carlin a gambe all’aria, o trovano una soluzione o chiudono la scuderia per fallimento.