Nonostante i giochi siano stati già chiusi in Indonesia, dove Alvaro Bautista ha messo le mani sul Titolo Mondiale, la stagione SBK 2022 ha ancora una tappa: Phillip Island. L’Australian Round, che solitamente apre la stagione alla fine dell’estate australiana, quest’anno invece spegnerà i riflettori sul 2022.
Si è fatta aspettare davvero tanto Phillip Island, ma finalmente anche la Superbike torna in Australia. L’ultima volta che le derivate di serie vi hanno fatto visita è stato nello strano 2020 che ha visto l’Australian Round aprire le danze a marzo, per poi portare tutti in una lunghissima e obbligata pausa di mesi a causa del Covid 19 che ha permesso la ripresa della stagione solo ad agosto. Si torna dall’altra parte del mondo, quindi, dopo due lunghi anni (l’isola aveva chiuso le porte a tutti i visitatori) per un rilassato finale di stagione a Titolo assegnato. Non ci sarà, però, molto da aspettare questa volta, visto che Phillip Island tornerà dal prossimo anno ad essere la prima pista che la SBK visiterà per la stagione 2023.
Nel calendario SBK dal 1990, la pista non è cambiata nel corso degli anni, lasciando il layout originale e old style che tanto piace a tutti i piloti delle due ruote. 4,445 Km e 12 meravigliose curve metteranno alla prova non solo i piloti, ma anche freni e gomme, come hanno ben spiegato gli ingegneri delle varie squadre. Per quanto riguarda i record, il più veloce in gara era stato Jonathan Rea nella Superpole Race del 2019, con un crono di 1’30.075, mentre Tom Sykes (che l’anno prossimo tornerà in SBK!) si prese la pole position nel 2020 con il giro veloce assoluto di 1’29.230.
Per quanto riguarda gli pneumatici, la situazione è complessa per Pirelli, come per qualunque costruttore di gomme che deve approcciarsi a Phillip Island. A detta di Giorgio Barbier, “Questo è uno tra i tracciati più aggressivi e difficili per le gomme, per via del suo particolare layout old-style che lo rende unico nel suo genere”. La pista porta stress sia termico che meccanico agli pneumatici, motivo per cui le soluzioni di sviluppo sono quelle su cui ha preferito puntare Pirelli. Per tutti i dettagli, clic sul bottone arancione qui sotto!
Che Phillip Island fosse una pista particolare era già chiaro a tutti, ma vediamo qualche statistica che la riguarda:
- La velocità più alta mai registrata in Superbike è di 330,3 Km/h, raggiunta da Chaz Davies nel 2020 in sella alla sua Panigale V4R in gara.
- Nello stesso anno, Tom Sykes ha registrato la Superpole più veloce mai segnata ad una velocità di 179.334 km/h e fermando il cronometro sull’1’29.230.
- Questo weekend si raggiungerà su questa pista il record di gare mai disputato su un solo tracciato: al momento in cima alla classifica vi è Assen, ma Phillip Island a fine Round roccherà quota 64, vista la sua presenza in calendario dall’inizio degli anni 90.
- Il record di vittorie appartiene a Troy Corser con 7 primi posti, seguito da Troy Bayliss e Jonathan Rea a 6. Se il nordirlandese dovesse riuscire a rompere la sua striscia negativa, potrebbe anche tentare l’impresa di rubare il primato a Corser.
- Le vittorie al fotofinish non sono una cosa rara a Phillip Island! Ben 18 gare nel corso della storia si sono concluse con un distacco di meno di un decimo. Nel 2019 i margini di vittoria furono incredibili: 0.007 (Razgatlioglu-Lowes), 0.067 (Rea-Razgatlioglu), 0.037 (Lowes-Rea). Il record, però, va a Gara 1 del 2010, quando Leon Haslam riuscì a battere Michel Fabrizio di… 4 millesimi!
Occhio agli orari di questo weekend, leggermente modificati e non propriamente simpatici per gli spettatori italiani. Ma siamo appassionati, è Phillip Island, saremo svegli.
Venerdì 18 novembre
01:30-02:15 – WorldSBK Prove Libere 1
06:00-06:45 – WorldSBK Prove Libere 2
Sabato 19 novembre
00:50-01:20 – WorldSBK Prove Libere 3
03:10-03:25 – WorldSBK Superpole
06:00 – WorldSBK Gara 1
Domenica 20 novembre
03:00 – WorldSBK Tissot Superpole Race
06:00 – WorldSBK Gara 2