Il punto più basso della storia delle qualifiche Moto3 è probabilmente stato toccato oggi. Scene indecorose sia in pitlane che davanti ai garage, tra piloti che fingono di avere problemi alle moto e meccanici che placcano un concorrente. Dorna e FIM devono intervenire, la situazione sta sfuggendo di mano.
La brutta storia della guerra delle scie in Moto3 è iniziata letteralmente con la fondazione della categoria, che sostituì la 125 nel 2012. Con le piccole maledette zanzarine 2 tempi, moto stupende ma complesse, erano meno i piloti capaci di sfruttare il 100% del mezzo. Inoltre andavano fortissimo solo una manciata di moto ufficiali, le altre erano praticamente battute in partenza. La Moto3, più semplice da guidare e più standardizzata (soprattutto negli ultimi anni), ha permesso di avere un bel plotone di piloti in lotta per la pole position o la vittoria finale. Un gran bello spettacolo, ma ecco che, a quasi parità di moto, è la variabile scia che può regalare 5-10 posizioni sulla griglia o un piazzamento migliore in gara. E l’introduzione nel 2019 di Q1 e Q2, copiate dalla MotoGP, forse ha perfino peggiorato la situazione! Le poco edificanti scene che prima si vedevano in qualifica ora si vedono in parte anche nelle prove libere oltre che nel Q1 e nel Q2. Ricordiamo il regolamento: i migliori 14 piloti del combinato delle prove libere accedono direttamente alla Q2, mentre fanno il Q1 tutti gli altri, con i migliori 4 che si aggiungono agli altri per conquistare la pole. La ricerca della scia a tutti i costi porta già dalle FP a varie tattiche di attesa, sia in pista, con incroci pericolosissimi tra piloti che “passeggiano” e riders lanciati a tutta, sia fuori dal tracciato, dove i giovani concorrenti vengono avviati dai meccanici solo nel miglior momento possibile, cioè quando possono uscire insieme al più veloce degli avversari. Tipicamente inizia poi una “melina” scandalosa, dove soprattutto nei minuti finali nessuno vuole dare la scia agli altri.
Negli anni abbiamo visto le manate e gli scontri, abbiamo ammirato gruppi di 10 piloti che passavano sotto la bandiera a scacchi fuori tempo massimo, abbiamo visto tante brutte cose. Oggi però si è passato il segno. Fare i nomi è perfino superfluo, anzi limitante, li faremo solo per cronaca e non per puntare il dito: la malattia della scia è diffusissima, colpisce praticamente tutti. I colpevoli di oggi sono stati vittime in passato e torneranno probabilmente a esserlo, e così tutti gli altri, anche quelli che accusano ma hanno la coscienza sporca. E non sembra sia possibile fermare questi atteggiamenti, visto che, ovviamente solo in caso di impedimento, i long lap penalty non sono bastati, e si è passati ai doppi LLP, o perfino alle partenze dalla corsia box quando si è creato un incidente per l’impeding in pista. Niente da fare. Il primo episodio di oggi è l’estremizzazione del concetto di aspettarsi in pista invece che girare da soli per cercare il giro veloce. Dalla pista si è passati addirittura alla pitlane, assurdo. Inizio Q2, escono dal garage Leopard i due piloti, con Foggia davanti. Questi si ferma subito, seguito dal suo compagno Suzuki. Problema tecnico reale o finta? Non si capisce bene, ma sicuramente non possono avere in contemporanea uno strano spegnimento i 6 piloti che seguivano l’italiano del Team Leopard. Scena imbarazzante, ci sono moto di MTA, Sterilgarda Max, SIC 58, oltre alle già citate Leopard. Sette piloti completamente piantati alla fine della pitlane, che chiamano i meccanici per recuperare la moto e riprovare a partire. Solo un paio di questi alla fine decidono di avviarsi lo stesso, finendo quindi per girare da soli.
Impossibile fare peggio? Come no! Poco dopo c’è il secondo brutto episodio di oggi, ancora più grave. Esce regolarmente dal box di Sterilgarda Husqvarna Max Team il #71 Ayumu Sasaki, che fino ad ora si è tenuto fuori dai giochetti di scia. Ha una idea diversa il Tech3 KTM Team, che vuole posizionare il suo Adrian Fernandez #31 esattamente al gancio del giapponese del team di Biaggi. Timing scelto perfettamente, rovinato solo da un piccolo particolare: due meccanici di Sasaki tagliano la strada al pilota KTM, scontrandosi con lui e impedendogli di partire subito per inseguire l’avversario. Scena veramente indecente, una influenza esterna sul gioco di scie dei piloti non si era mai vista. Passino le finte in corsia box, divertenti ma tristi, però andare a impattare contro un ragazzino durante un campionato del mondo è qualcosa di veramente scandaloso. Il punto più basso della lotta per le scie, nonché una delle peggiori pagine del motomondiale dei tempi recenti. Andiamo a vedere il video dell’episodio, prima di un paio di considerazioni.
Due adulti contro un ragazzino classe 2004, potremmo pure chiudere qua. Non è minimamente giustificabile neppure il concetto di “difesa” della scia di Sasaki agli avversari. Indecente e basta, e difatti Max Biaggi, che mette fondi e faccia nel team Sterilgarda Husqvarna, si è immediatamente scusato pubblicamente, a nome suo e del team. La squadra inoltre, tramite un comunicato, oltre a scusarsi ha dichiarato che punirà i colpevoli. Che dalla organizzazione sono già stati colpiti da 2000€ di ammenda a testa e dalla squalifica per due gare, Australia e Malesia. Saranno presenti nei prossimi due GP in Giappone e Thailandia, a causa di richiesta visti e limitazioni di viaggio. Punizione minima, anzi forse pure meno. Sarebbe interessante capire se i due sconsiderati abbiano agito in autonomia o in accordo col team, improbabile vista l’azione assurda atta a difendere la scia di Sasaki. Mentre è curioso leggere il tweet del Team ufficiale KTM, Tech3, che praticamente si autoaccusa di aver calcolato l’uscita di Fernandez per entrare nel “gruppo buono” della Q2. Pure qui, velo pietoso.
Ma come si elimina una pratica così radicata? La F1, dopo il disastro di Monza 2019 e altri episodi simili, ha introdotto recentemente un tempo massimo per percorrere la pista durante la qualifica, onde evitare attese eccessive da parte di chi cerca la scia. In passato in Moto3 erano state applicate penalità in griglia per chi percorreva lentamente più settori consecutivi, ma a regolamento, oltre al punto 1.21.2 che impone ai riders un comportamento responsabile su tracciato e pitlane, non è presenta una norma precisa. Andrebbero anche sensibilizzati i piloti stessi, ma c’è da dire che pure i “fratelli maggiori” di Moto2 e MotoGP non sempre danno un grande esempio in merito. Si potrebbe partire con il convincimento dei più piccoli magari mostrandogli i risultati finali della sessione di oggi, dove i primi in qualifica hanno ottenuto il loro best lap girando da soli! Speriamo vengano intraprese azioni da Dorna o FIM, quello che è successo oggi deve rimanere il punto più basso di sempre. Non iniziate a scavare.