Dopo aver inventato una nuova festa nazionale estiva – il Ferrariosto – la Scuderia e i rivali lasciano l’Austria per trasferirsi a Le Castellet, ridente cittadina nel sud della Francia. Perché ridente? Beh, perché ha già letto le 10 cose che nessuno vi ha mai detto sul Gran Premio di Francia che trovate qua sotto!
Prima di parlare di Francia, un passo indietro: ricapitoliamo (termine tra l’altro utilizzato con tutt’altro significato al box di Sainz dopo l’ennesimo ritiro per affidabilità). In Austria le Ferrari hanno fatto – più o meno letteralmente – faville; la bella gara di Leclerc è stata sì offuscata dal fumo generato dalla Power Unit del povero Carlos Sainz, ma anche da quello di colore arancione generato sulle tribune gremite di tifosi di Max Verstappen. I supporters del #1 hanno attizzato svariati dispositivi generando una cappa di polvere che ha impedito la visuale per parecchi giri. Dalle tribune di fronte si è dunque sollevato questo sarcastico pensiero: “Fumo? Geni…”
Ma torniamo al presente. In Francia, oltre al motore della Ferrari del #55, cambia anche il colore di riferimento; dall’arancione dei fumogeni al blu delle caratteristiche vie di fuga. Di erba, attorno al tracciato, non vi è traccia. Ciononostante, l’impianto è dotato di un efficientissimo impianto di irrigazione che può essere attivato al bisogno per simulare le più disparate condizioni di bagnato. Signore e Signori, non ringraziatemi: ho solamente trovato il sistema per combattere la siccità che ci sta colpando. #climatechange
Se siete dunque pronti a farvi una doccia – fredda – di umorismo, prego di proseguire con la lettura del seguente elenco, che contiene alcune cose. Per l’esattezza, le 10 cose che nessuno vi ha mai detto sul Gran Premio di Francia!
- Non tutti sanno che, dopo Notre-Dame, il prossimo monumento francese che andrà a fuoco sarà quasi certamente la Reggia di Versainz;
- È caratterizzato da una una serie di spigolose curve proprio nel mezzo del rettilineo del Mistral. La variante è veramente orrenda, ma i francesi l’hanno aggiunta perché la trovavano carina: chic ane;
- Si corre in una località molto vicina a Marsiglia, ed è forse per questo motivo che per il primo classificato al Paul Ricard la vittoria profuma di più;
- Il circuito è intitolato al magnate Paul Ricard, famoso per aver inventato una bevanda alcolica profumata all’anice da consumare prima dei Pastis;
- Va ricordato un dettaglio che solo i più esperti conosceranno: il pilota più veloce nelle qualifiche non conquisterà la Pole Position, ma la Paul Position.
- Data l’invidia della popolazione francese verso l’Italia e le sue bellezze, se l’anno prossimo fosse costruito un circuito nel parco di Versailles sono sicuro che i nostri cugini realizzerebbero la Variante “della Reggia”;
- Viste dall’alto, le vie di fuga lungo la pista assomigliano molto ad un dipinto dell’epoca post-impressionista. Naturalmente queste sono cose che nessuno conosce o, come direbbero i tanti napoletani che abitano la zona, “Chist so cos ca’ nun Cezanne”;
- Effettivamente sembra di stare nel blu, dipinto di blu, e forse è per questo motivo che si corre di Domenico;
- È comunque incredibile che l’impianto del Paul Ricard offra ben 167 configurazioni diverse di tracciato. La particolarità è che, ovviamente, la Ferrari non vincerebbe in nessuna di queste;
- Le famose vie di fuga colorate, create da un mix di asfalto e tungsteno, sono state testate per la prima volta da Kimi Raikkonen a bordo di una piccola Ford. Il fatto che le strisce colorate blu rallentino le vetture uscite di pista “è una questione di Kimi Ka, Kimi Ka, Ki Ki Ki Ki Ki Ki Kimi Ka, Kimi Ka”;