Questo weekend la Formula 1 correrà a Montecarlo. Il GP del Principato è di fatto la gara di casa di buona parte dei piloti in griglia, avendo essi la residenza nel microstato, ma solo per uno di loro rappresenta la gara di casa anche per il passaporto. Quell’uno, lo sappiamo tutti e senza bisogno di ricordarlo, negli anni passati non ha però avuto troppa fortuna con le strade che lo hanno visto crescere.
Quell’uno, innominabile quest’oggi, non è però l’unico pilota a vivere una relazione complicata con il GP casalingo. Ci sono diversi casi di piloti che non sono riusciti mai ben performare sul suolo natio, pur essendo piloti plurivincitori di GP, e alcuni anche campioni del mondo. Ne abbiamo scelti cinque. Ecco le loro storie.
Jenson Button, GP di Gran Bretagna
Jenson Button è uno dei piloti più longevi della storia della F1. Diciassette stagioni complete, culminate con il titolo del 2009 con la meteora Brawn GP. Tuttavia, il pilota di Sua Maestà non è mai riuscito ad arrivare sul podio sul circuito di Silverstone, neanche nella stagione del titolo. I suoi migliori risultati sono due quarti posti conquistati nel 2004 e nel 2010, a cui si aggiungono due quinti posti, un sesto e un ottavo. Per il resto solo piazzamenti fuori dai punti o ritiri. Tuttavia, è da menzionare l’eccellente prestazione del 2000, nella sua stagione d’esordio: alla sua quarta gara in F1, il pilota inglese ottenne in qualifica un’ottima sesta posizione, battendo il suo compagno di squadra più esperto Ralf Schumacher; in gara, invece, condusse un’ottima corsa, finendo in quinta posizione, il suo miglior piazzamento fino a quel momento: fu proprio in quella gara che iniziarono ad accendersi i primi riflettori sul giovane pilota britannico.
Jacques Villeneuve, GP del Canada
Vincere la gara di casa è sicuramente una delle più grandi soddisfazioni per un pilota; ma ancor di più se il circuito porta il tuo stesso nome, o meglio, il cognome. Il circuito di Montreal è infatti dedicato a Gilles Villeneuve, e qui il leggendario Aviatore canadese ha ottenuto la sua prima vittoria nel 1978, ma suo figlio Jacques non è mai stato particolarmente fortunato: vanta sul solo podio proprio nell’anno di esordio, il 1996, con il secondo posto conquistato, ma per il resto solo due arrivi al traguardo fuori dai punti in dieci edizioni. L’edizione più memorabile, ma in negativo, fu quella del 1997: nell’anno della sfida mondiale con Schumacher, il canadese partì secondo accanto al rivale, ma la sua gara durò appena due giri, prima di andare a sbattere all’ultima chicane, sul celebre Muro dei Campioni. Stessa sorte gli toccò anche nel 1999, proprio nell’anno in cui il muro assunse questo nome, mentre nel 2000 si tamponò con Ralf Schumacher. Seguirono poi tre ritiri consecutivi per guasto dal 2001 al 2003, mentre nel 2006 fu vittima di un altro incidente. Non è chiaro se il pilota canadese sentisse particolarmente la pressione sul circuito di casa, ma certo è che sicuramente avrebbe voluto dare di meglio per onorare il padre.
Rubens Barrichello, GP del Brasile
Dire che Rubens Barrichello fosse di casa sul circuito di Interlagos è dire poco, visto che i suoi nonni abitavano proprio nei pressi del tracciato paulista. Su questo tracciato il brasiliano ha conquistato un solo podio e due pole position, ma incredibilmente è stato bersagliato da una serie di sfortune clamorose: ad esempio, nel 1996 partì secondo, e in una gara disputata sotto la pioggia lottò a lungo con Schumacher per il podio, ma a dodici lunghezze dalla fine andò in testacoda e fu costretto al ritiro; nel 1999, invece, partì terzo, ma già al secondo giro balzò al comando davanti a Schumacher e ad Hakkinen, essendo più leggero di carburante. Dopo la prima sosta scese al terzo posto, ma comunque sul podio, prima di rompere il motore al 43esimo giro, con grande delusione sugli spalti. Altra delusione anche nel 2000 quando, partito quarto, passò Coulthard al via con una grande partenza, lottando poi duramente con Hakkinen. prima che un problema al motore lo fermasse di nuovo nel corso del 27esimo giro, privandolo di un altro podio. Ancora un incidente nel 2001 al terzo giro e un problema idraulico nel 2002 mentre era al comando, ma fu nel 2003 che si consumò il vero dramma sportivo: partito dalla pole, inizialmente il brasiliano perse diverse posizioni per via della scarsa performance delle sue Bridgestone da bagnato, ma via via, con l’asciugarsi della pista, e con l’eliminazione dei vari concorrenti, tra cui Schumacher, tornò al comando nel corso del 44esimo giro. La leadership durò però solo fino al giro 47, quando incredibilmente dovette fermarsi a bordo pista per la mancanza di benzina, abbandonando la più ghiotta occasione di vittoria. Infine, è da ricordare l’edizione del 2009, gara in cui si giocava il titolo con Jenson Button: il padrone di casa partì dalla pole con il compagno relegato in quattordicesima posizione, ma durante la corsa un contatto con Hamilton lo fece scivolare all’ottavo posto, mentre con un quinto posto Button divenne matematicamente campione del mondo.
Mark Webber, GP d’Australia
Mai nessun pilota australiano è salito sul podio nel GP di casa, ma tra tutti quello che ha avuto le possibilità maggiori è stato sicuramente Mark Webber. A Melbourne l’australiano ha esordito nel 2002, realizzando una delle più belle gare della sua carriera: sfruttando una serie di ritiri, riuscì a portare la sua Minardi fino al quinto posto, salendo anche eccezionalmente sul podio a fine gara (ne abbiamo parlato QUI). Ma dopo di ciò mai nessun altro acuto. Nel 2003 fece una buona gara, lottando per le prime posizioni, ma nel corso del sedicesimo giro dovette ritirarsi per un guasto alla sospensioni della sua Jaguar. Anche l’anno successivo si trovò in zona punti, ma un altro guasto, questa volta al cambio, lo costrinse ad alzare bandiera bianca. Nel 2005 arrivò al traguardo in quinta posizione dopo essere partito terzo, ma nel 2006 ebbe un altro guasto, questa volta alla trasmissione, mentre si trovava addirittura in testa alla corsa. Nel 2008 un altro incidente con Davidson e Nakajima, mentre nel 2009 al primo giro finì subito ultimo, rallentato dalla pessima partenza di Barrichello. Nel 2010 ebbe però la sua grande occasione: partito secondo, lottò per la vittoria nei primi giri, ma un errore nel passaggio alle gomme slick prima, e un contatto con Hamilton poi, danneggiarono completamente la sua gara, relegandolo al nono posto. Infine, negli ultimi tre anni andò sempre a punti, sempre però ben lontano dai tre gradini del rostro.