È stato necessario attendere qualche giorno in più del previsto, ma alla fine il sipario è definitivamente calato anche sulla stagione 2021 di Formula 1. Mercedes, pochi minuti fa, ha infatti ufficialmente dichiarato di volere rinunciare all’appello presentato nella tarda serata della domenica di Abu Dhabi.
La FIA, lo ricordo, al termine dei 58 passaggi previsti a Yas Marina aveva già respinto le due distinte proteste fatte dalla Stella a Tre Punte. Giudicando “inammissibile” una richiesta e “non fondata” un’altra, la Direzione Gara aveva difeso il proprio operato nonostante i grandi – e numerosi – punti interrogativi sorti per quanto successo dal 54° all’ultimo giro del Gran Premio degli emirati. Mercedes, a quel punto, aveva tentato di percorrere l’ultima strada rimasta: quella dell’appello, per l’appunto, che avrebbe messo il team di Brackley di fronte alla Federazione in una battaglia legale complessa e in grado di esacerbare ulteriormente gli animi.
Una volta sbollita la comprensibile rabbia provata nell’immediato dopo gara, tuttavia, la Mercedes è tornata a più miti consigli. Interrompendo un silenzio stampa che andava avanti da domenica sera e probabilmente assecondando la volontà di Lewis Hamilton – il quale pare volesse sin dall’inizio ritirare l’appello –, il team di Brackley ha pubblicato un comunicato con il quale rinuncia ufficialmente al ricorso presentato pochi giorni fa. “Cara Formula 1, cari fan” – si legge – “Abbiamo lasciato Abu Dhabi non potendo credere a ciò che avessimo appena visto. Fa parte del gioco perdere una gara, ma perdere fiducia nelle corse è un qualcosa di assolutamente diverso”.
“Insieme a Lewis abbiamo riflettuto a lungo su come reagire a quanto accaduto nell’ultimo round stagionale della Formula 1” – prosegue il comunicato – “Siamo sempre stati guidati dal nostro amore per questo sport e crediamo che ogni competizione debba essere vinta esclusivamente per meriti. Nella gara di domenica molti, noi compresi, hanno avuto la sensazione che le cose non siano andate in maniera corretta. Il motivo per cui abbiamo sporto protesta contro il risultato del GP è stato il nuovo modo con cui sono state applicate le regole in materia di Safety Car, un nuovo modo che ha influenzato il risultato finale dopo che Lewis aveva dominato la corsa e si stava avviando a conquistare l’ottavo Titolo Mondiale”.
“Accogliamo con piacere la decisione della Federazione di istituire una commissione per analizzare in maniera approfondita quanto accaduto ad Abu Dhabi e per migliorare la stabilità delle regole, della governance e del processo decisionale operante in Formula 1” – scrive ancora Mercedes – “Accogliamo inoltre, con altrettanto piacere, l’invito fatto a team e piloti di prenderne parte. Considereremo la FIA responsabile dell’inizio di questo processo e con il presente comunicato ritiriamo il nostro appello”.
Quella di Mercedes, oltre a essere probabilmente giusta dal punto di vista sportivo, è una scelta saggia anche – e forse soprattutto – sul fronte politico. Lanciarsi in questi mesi cruciali, di cambiamenti anche in seno alla FIA, in una battaglia legale contro l’organo giudicante che ha già definito il proprio operato legittimo sarebbe stato un dispendio enorme di energie e risorse (mentali e non) che neppure il Leviatano di Brackley potrebbe permettersi di affrontare a cuor leggero. In più, al termine di un Mondiale in cui la Red Bull e Max Verstappen sono riusciti a metterli alle corde come mai accaduto prima, gli uomini di Stoccarda sanno in cuor loro che esiste solamente un luogo dove potersi prendere la giusta rivincita sull’armata di Milton Keynes. Quel luogo non è un’aula di un tribunale: è la pista.