Andrà in scena tra le curve dell’Autodromo José Carlos Pace il 19° e quartultimo appuntamento stagionale del 2021 della Formula 1. Ad Interlagos, su uno dei tracciati storici del Circus, i protagonisti della F1 scenderanno in pista a meno di una settimana di distanza dallo sventolare della bandiera a scacchi sul GP del Messico per il secondo atto di un trittico che si concluderà a Losail domenica 21 novembre.
Con l’esito della gara dell’Hermanos Rodriguez ancora ben chiaro in mente, è inevitabile pensare che anche il circuito brasiliano possa ricoprire un ruolo importante nella lotta per il Mondiale. Sarà infatti lungo i 4,309 km dell’impianto che sorge alla periferia di San Paolo che Lewis Hamilton, reduce da una inappellabile sconfitta sul suolo messicano, tenterà di ricucire il gap di 19 punti che lo separa ormai da Max Verstappen. Il #44, per mettere il proverbiale sale sulla coda di una RB16B che pare sempre più imprendibile, avrà a disposizione 71 giri, l’equivalente di 305,909 km complessivi. In ciascuno di essi il britannico, l’olandese e tutti gli altri protagonisti del Circus dovranno affrontare 15 curve – 10 a sinistra e 5 a destra – non dimenticando però di fare costante affidamento anche sui propri propulsori. In Brasile si trascorre infatti il 64% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, ma nonostante questo dato piuttosto alto il consumo di carburante non rappresenterà un problema per le scuderie.
Mediamente stressato, secondo i dati di Brembo, è invece l’impianto frenante. La presenza di lunghi curvoni veloci permette infatti ai piloti del Circus di non ricorrere troppo spesso e con troppa violenza a pinze e dischi, che infatti vengono chiamati in causa solamente in 7 curve. Si trascorrono 13″3 – ovvero il 20% del tempo complessivo di gara – con il pedale del freno completamente pigiato, ed il valore medio di decelerazione è pari a 3,6 G. Nell’arco dei 71 giri – percorrendo i quali ciascuna monoposto dissiperà 206 kWh di energia – i piloti eserciteranno 46 tonnellate e mezzo di carico sul pedale del freno, con una sola staccata davvero impegnativa per gli impianti italiani: quella della “S do Senna”. In Curva 1 si passerà infatti da 340 a 132 km/h, percorrendo 145 m in 2″44, subendo una decelerazione pari a 5,8 G ed esercitando un carico sul pedale del freno pari a 174 kg. Poco stressato è poi il cambio, con 36 cambi marcia registrati nel corso di ogni giro durante l’edizione 2019, mentre la forza G più elevata in percorrenza la si registra in Curva 6, nella si toccano picchi di 4,6 G.
Due saranno le zone DRS, con annessi Detection Point. La prima area d’utilizzo dell’ala mobile sarà sulla “Reta Oposta” – ovvero il rettilineo che collega Curva 3 a Curva 4 – con il DP piazzato nella percorrenza della “S do Senna”, mentre la seconda zona DRS troverà posto sul rettifilo di partenza / arrivo con il Detection Point piazzato invece all’uscita di Curva 13. Le velocità massime dovrebbero essere nell’ordine dei 340 km/h, e si spera che la doppia area d’utilizzo dell’ala mobile possa favorire i sorpassi (64 nel 2019) su un circuito in cui, storicamente, è stato possibile assistere ad esaltanti rimonte. La possibilità di veder scendere in pista la Safety Car si attesta poi al 44%, mentre con una Pit Lane lunga 392 m si prevede che un Pit Stop ottimale possa costare attorno ai 20″8.
Appartiene poi a Valtteri Bottas il record del circuito: il #77, nel corso dell’edizione 2018 del GP del Brasile, ha infatti fermato il cronometro sull’1’10″540. L’ultimo pilota a salire invece sul gradino più alto del podio di Interlagos è stato Max Verstappen, che al termine di un finale al cardiopalma era riuscito ad avere la meglio su Pierre Gasly e Carlos Sainz, 3° dopo che Lewis Hamilton era stato penalizzato per via del contatto con Alexander Albon.
Pirelli per questo GP ha deciso di mettere a disposizione di team e piloti le mescole Hard C2, Medium C3 e Soft C4, vale a dire i compound intermedi dell’intera gamma. “Quest’anno siamo tornati su una nomination più simile a quelle fatte fino al 2018, con la mescola C4 come Soft” – ha dichiarato Mario Isola – “Nel 2019 avevamo fatto una selezione di uno step più dura, per cercare di limitare graining e degrado con la Soft, ma il risultato è stato uno scarso utilizzo della Hard. Interlagos è un circuito vecchia scuola, che mette alla prova sia i piloti che gli pneumatici, ed è spesso teatro di gare spettacolari, come abbiamo visto nell’ultima edizione. Un’altra variabile è il meteo: qui in passato abbiamo visto temperature dell’asfalto da record, a volte le più alte della stagione, altre volte piuttosto basse. Di conseguenza, la nomination mescole di quest’anno, più versatile, dovrebbe adattarsi bene alle sfide poste dal circuito e favorire una maggiore differenziazione delle strategie. Anche se la gara si corre all’incirca nello stesso periodo dell’anno dell’ultima volta, i team non hanno mai sperimentato una Sprint Qualifying a Interlagos, quindi quest’anno ci sarà tanto da scoprire”. A disposizione di team e piloti ci saranno ovviamente anche Intermedie e Full Wet, che potrebbero tornare utili nel corso del venerdì: le FP1 e le Qualifiche potrebbero infatti andare in scena sotto la pioggia, con il sole pronto invece – stando alle previsioni meteo attuali – a tornare a splendere tanto sabato quanto domenica.
Il GP del Brasile sarà trasmesso in diretta solamente da SkySport F1 HD (canale 207), mentre TV8 proporrà in differita Qualifiche, Sprint Qualifying e gara. Ecco tutti gli orari:
Venerdì 12 novembre
• 16:30 – 17:30 -> FP1 | diretta Sky
• 20:00 – 21:00 -> Qualifiche | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 20:00 di sabato 13 novembre
Sabato 13 novembre
• 16:00 – 17:00 -> FP3 | diretta Sky
• 20:30 -> Sprint Qualifying | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 21:30
Domenica 14 novembre
• 18:00 -> GP del Brasile | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 21:30