Si è chiuso con la prima vittoria stagionale di Valtteri Bottas il Gran Premio di Turchia 2021. Il #77 della Mercedes, abile a tramutare in una vittoria la pole position che la penalità comminata ad Hamilton gli aveva consegnato tra le mani, sul traguardo dell’Istanbul Park ha preceduto le due Red Bull di Verstappen e Perez e la Ferrari di Leclerc, 4^ davanti alla Mercedes del rimontante Hamilton. In una gara bagnata che ha visto andare in scena tanti errori quanti sorpassi, chi sarà stato il migliore? E chi il peggiore? Scopriamolo insieme con le pagelle del GP di Turchia.
VALTTERI BOTTAS – 10. Consapevole della ritrovata forza Mercedes e non più costretto a preoccuparsi della gara di Hamilton, scatta bene dalla pole e imprime alla corsa un ritmo che nessun altro riesce a reggere. Su un circuito che nel 2020 lo aveva visto andare in testacoda un giro sì e l’altro pure coglie la sua prima vittoria stagionale: una bella rivincita.
MAX VERSTAPPEN – 6. Siamo onesti: questa volta il #33 ha svestito i panni del fenomeno assoluto per indossare – giustamente – quelli dell’onesto e calcolatore mestierante. Capisce che per contrastare Bottas non ce n’è, e a quel punto si limita a gestire gomme e ritmo per un 2° posto finale che gli riconsegna tra le mani la leadership del Mondiale. E a lui quello serviva.
SERGIO PEREZ – 8. Ecco, lui fa qualcosa di più del semplice compitino. Scatta bene, ha un buon ritmo e, soprattutto, diventa enorme quando si tratta di sbarrare il passo a un Hamilton lanciatissimo in rimonta. L’eventuale titolo di Max Verstappen passa anche attraverso le sue prestazioni, e in Turchia l’#11 della Red Bull è sembrato esserne decisamente consapevole.
CHARLES LECLERC – 8. Sulla carta l’assetto scarico che lo penalizza in qualifica dovrebbe complicargli la vita anche in gara, ma Leclerc non lo sa e per qualche giro accarezza addirittura il sogno di una vittoria fatta d’azzardo. Le Intermedie nuove montate nel momento sbagliato lo costringono a remare nel finale, ma l’ottima gara resta. Al netto di qualche sbavatura qua e là.
LEWIS HAMILTON – 7,5. In alcune fasi della corsa è un’autentica iradiddio, ma impiega troppo tempo per liberarsi di Tsunoda. Avrebbe voluto tentare l’azzardo che è riuscito a Ocon per inseguire una vittoria che avrebbe avuto del clamoroso, ma il box Mercedes è questa volta più lungimirante del #44: meglio 10 punti certi oggi che non uno 0 per una foratura domani.
PIERRE GASLY – 7. Frombola via Alonso dopo neanche 100 metri buscandosi 5” di penalità, ma il francese sa che in Turchia l’AlphaTauri ha diverse carte da giocarsi e quindi tutto fa tranne che perdersi d’animo. Ricostruisce – bene – la propria corsa arrivando addirittura a impensierire Hamilton nel finale, ma l’errore allo start resta.
LANDO NORRIS – 6. Protagonista dell’edizione turca di “Chi l’ha visto?”, il #4 della McLaren è presenza evanescente del GP. Scatta 8°, finisce 7° per via delle peripezie di Alonso e, nel complesso, non riesce a incidere in nessuna fase di gara. Prova a tenere a galla la papaya di Woking in una giornata complicata.
CARLOS SAINZ – 9. Nota il buon ritmo della SF21 sin dal venerdì e inizia a mangiarsi le mani a partire dalle FP1. Costretto a partire dal fondo, si rimbocca le maniche e inizia a sgomitare a centro gruppo senza remore. Tanti sorpassi, ottimo ritmo nella fase centrale della corsa e forse ben più di qualche rimpianto.
LANCE STROLL – 6,5. Ok, non sarà stato un fulmine di guerra, ma in una giornata nella quale era molto semplice commettere errori lui non sbaglia alcunché. Conquistando anche qualche punticino, che male non fa.
ESTEBAN OCON – 8. Le sue Intermedie sembrano durare più delle gomme di pietra dell’auto dei Flintstones, e non appena il #31 se ne accorge decide che sia il caso di tentare l’azzardo. Percorre 58 giri con lo stesso treno di pneumatici, sbagliando poco e gestendo molto, e artiglia la top ten nonostante le enormi difficoltà incontrate nel finale. Stoico.
ANTONIO GIOVINAZZI – 6,5. Un’altra domenica al termine della quale è difficile dargli un giudizio. Rimonta, mette nel mirino la zona punti proprio nelle ultime fasi ma poi vede sfumare un risultato che avrebbe dato morale per l’ennesima incomprensione con i box. Lui ci prova, per carità, ma sembra sempre che qualcuno – gli uomini? La sorte? – gli remi contro.
KIMI RAIKKONEN – 5. Trascorre sostanzialmente tutto il weekend alle spalle di Giovinazzi, con una sorta di involuzione (nel ritmo e nell’aggressività) rispetto a quanto messo in mostra a Sochi. In questi passaggi un pochino a vuoto si intravede il rossore tipico di qualunque viale del tramonto.
DANIEL RICCIARDO – 4,5. Scatta dal fondo e non riesce a risalire, mette su le Intermedie nuove e non riesce a rimontare, finisce le gomme quando gli altri le hanno nuove proprio perché è stato il primo a sostituirle: c’è molto poco che ha girato per il verso giusto, nella domenica del #3, e il risultato finale ne è la conferma.
YUKI TSUNODA – 5. Prima fase di gara da 7,5, seconda parte di GP da insufficienza grave. Tiene bene botta su Hamilton, poi va in testacoda e si perde tra i flutti di centro gruppo. Mentre il compagno di squadra, penalizzato per di più, chiude 6°. Ahi.
GEORGE RUSSELL – 6. In Turchia la Williams fatica forse più del previsto, e questa volta neanche il funambolico George può metterci una pezza. Rema nelle retrovie per tutto il GP senza avere neppure la possibilità di esibirsi in un acuto ma, come molto spesso accaduto in tante domeniche seduto al volante dell’auto di Grove, la colpa non è sua.
FERNANDO ALONSO – 4. Stava per azzeccare – di nuovo – una partenza clamorosa, ma Gasly non si dice d’accordo e lo spedisce sul Bosforo senza troppi riguardi. Due smoccolate e un incidente con Schumacher (con annessa penalità) dopo, il #14 è troppo distante dalle posizioni che contano per fare qualsiasi cosa degna di nota. Occasione sprecata.
NICHOLAS LATIFI – 5. Condivide il destino di Russell finendogli però dietro. La domenica turca non era la giornata delle Williams ma, in fin dei conti, probabilmente non era neppure la sua.
SEBASTIAN VETTEL – 3,5. Come le volte in cui rischia di finire fuori gara quando, assieme al team ma confermando lui per ultimo la scelta, decide di montare le Medium – neanche le Soft Seb, le Medium… – mentre tutti gli altri sono alle prese con il secondo set di Intermedie. In un giro perde oltre mezzo minuto e la possibilità di prendere punti: non male, direi.
MICK SCHUMACHER – 6,5. I suoi onesti e modesti sogni di gloria dovuti alla ottima 14^ posizione in griglia si spengono dopo pochi giri, quelli che impiega un furibondo Alonso per incocciarlo e spedirlo in fondo allo schieramento. Da quel punto in avanti è, purtroppo per lui, la solita, mesta gara al volante della Haas VF-21.
NIKITA MAZEPIN – 1,5. Lento in qualifica, lento in gara dove Schumacher prima gli finisce dietro per colpe non sue e poi lo rimonta, pericoloso quando dovrebbe farsi da parte per lasciare passare l’astronave Hamilton. Al termine di domeniche come questa, criticarlo come pilota non è accanimento: è realismo.