Come Vettel, Sainz, Alonso e Perez, Daniel Ricciardo sta trovando qualche difficoltà ad adattarsi alla guida della MCL35M. Ma quali sono i veri motivi di quello che lo stesso australiano ha definito un “reale problema”?
In Formula Uno, come ben saprete, ogni dettaglio può fare la differenza. Specialmente in una stagione dove spesso e volentieri nell’arco di due decimi di secondo ci sono quasi 10 diversi piloti.
Daniel Ricciardo nel passaggio in McLaren, ha dovuto fare i conti non solo con un Lando Norris in forma smagliante, ma anche con una vettura radicalmente diversa dalla Renault guidata la passata stagione e molto meno adatta al proprio stile di guida.
Lo stesso direttore tecnico della McLaren, James Key, ha detto: “La frenata ha un grosso impatto sui tempi sul giro. E Daniel è sempre stato un pilota in grado di frenare molto in profondità nella curva. ““Abbiamo visto alcuni dei suoi sorpassi in passato e frenava veramente tardi, riuscendo comunque a completare con successo la manovra. Quindi è decisamente una sua caratteristica spiccata. Penso che cambiando auto, devi sempre cercare di adattarti ad un feeling differente in frenata. Inoltre c’è da dire che è un insieme di fattori, i cui il predominante non è certo solo il tipo di impianto frenante: usiamo tutti materiali e sistemi molto simili, ma entra in gioco anche il balance aerodinamico e diverse altre caratteristiche.”
Le monoposto di Formula Uno odierne, sono abbastanza difficili da personalizzare in base alle proprie esigenze in frenata; il sistema Brake By Wire, il freno motore gestito dalla parte elettrica ed un’aerodinamica esasperata non fanno altro che aggiungere complicate variabili.
Basta pensare anche solo all’altezza posteriore, che determina l’angolo di rake. Ogni vettura, dipendentemente dal proprio pacchetto aerodinamico e sospensivo, si esprime al meglio con valori di rake differenti rispetto ad un’altra qualsiasi vettura, e l’altezza da terra del posteriore è un fattore determinante per la stabilità dell’auto in frenata e ingresso curva. Gli ultimi anni di Sebastian Vettel in Ferrari ne sono una palese dimostrazione.
In più, in frenata ogni vettura ha un punto di applicazione del centro di pressione differente. Quando il pilota inizia a premere il freno, l’auto si piega in avanti e quindi varia anche la posizione (e l’intensità) della risultante delle varie pressioni aerodinamiche, a differenza di altre serie (GT) in cui le vetture differiscono tanto per il bilanciamento dei pesi ma avendo meno carico aerodinamico, il comportamento per quanto molto differente da un’auto all’altra rimane comunque prevedibile e quindi più facilmente assimilabile dal pilota.
“Ciò che abbiamo capito, è che la nostra vettura ha caratteristiche che la rendono molto particolare da guidare. Daniel viene da una situazione opposta in termini di come guidare un’auto di Formula Uno.” ha detto Andrea Stella, capo degli ingegneri di pista in McLaren.
Complice sicuramente è anche il cambio regolamentare, che è andato ad influire ulteriormente sulle reazioni in curva delle varie vetture.
“La nostra auto richiede un adattamento speciale, e stiamo lavorando per miglioraare questo aspetto. Non è un segreto che la nostra macchina sia molto buona nelle curve ad alta velocitaà, ma non sia la migliore nelle curve in cui bisogna inserirsi più lentamente”
Queste particolarità però, sono frutto di un lavoro svolto nel corso degli anni; dal 2019 McLaren ha adottato una ben definita filosofia di progettazione della monoposto, quindi è opportuno dire che alcune caratteristiche siano rimaste medesime anche rispetto agli anni passati.
Quindi ecco spiegato perchè debba essere Ricciardo ad adattarsi alla McLaren e non viceversa: è l’operazione che richiede meno risorse e meno tempo.
Probabilmente la storia cambierà nel 2022, quando le monoposto saranno completamente stravolte dal cambio regolamentare che era previsto inizialmente per questa stagione.