Piove sul bagnato in Casa Ferrari dopo il Gran Premio d’Ungheria. Alla delusione per il mesto “0” incassato da Charles Leclerc in un GP nel quale si sarebbe potuto ambire al bersaglio grosso, si è infatti aggiunta ora anche la rabbia per i danni meccanici subiti: la Power Unit montata sulla SF21 #16, pesantemente colpita dalla Aston Martin di Lance Stroll, non potrà più essere utilizzata nel corso di questa stagione.
Che la fiancata destra della monoposto del monegasco fosse stata urtata con forza dalla vettura del canadese lo avevamo visto tutti. Le immagini circolate subito dopo la carambola del via raccontavano di un danno visibile e vistoso, ma nei cuori degli uomini di Maranello albergava la speranza che più di qualcosa potesse essere scampato alla manovra folle del #18. Così però non è stato, e gli esami approfonditi effettuati quest’oggi hanno emesso un inappellabile verdetto: i danni rimediati dalla Power Unit utilizzata in Ungheria sono irrimediabili.
Con 12 Gran Premi ancora da affrontare, sulla stagione di Charles Leclerc piomba – suo malgrado – una tegola piuttosto rilevante. Sono infatti solamente tre le Power Unit che possono essere installate (seppure a rotazione) sulle monoposto senza incappare in una penalità, ed è improbabile che il #16 riesca a completare questa annata senza dover ricorrere a una quarta unità propulsiva che lo costringerà ad arretrare sulla griglia di partenza.
“Se non sei colpevole, avere questi danni compresi nel budget cap è ancora più grave“ – aveva profeticamente detto Mattia Binotto nel dopo gara ungherese – “Dovremmo aggiungere delle esenzioni? Non sono sicuro che sia la soluzione, temo che potrebbe rivelarsi molto difficile da controllare. Credo però che, se un pilota è colpevole, potremmo pensare di far pagare alla sua squadra i danni causati e le riparazioni necessarie. Questo potrebbe rendere i piloti più responsabili”. E spingerli, magari, a essere più prudenti nei primi 500 metri di un Gran Premio lungo oltre 300 km.