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Mercedes Classe A 250e: buona fortuna alla diretta concorrenza | #MiSonoInnamorauto?, Ep. 6





L’elettrificazione – totale o parziale che sia – del mondo dell’automotive è un processo al quale stiamo assistendo ormai da diversi anni. Non si contano più i modelli ormai privi del tradizionale propulsore a combustione interna, e spuntano letteralmente come funghi varianti ibride di automobili nate con il tradizionale motore a scoppio ma cresciute e sviluppatesi in modi differenti.

Classe A 250e
© ASPhotography

Tra le Case che procedono a grandi passi verso una sempre crescente elettrificazione – o, se preferite, ibridazione – della gamma c’è sicuramente Mercedes. Un marchio che, forte anche dell’immagine che la Formula 1 fornisce di lei, sta puntando in maniera decisa verso modelli e versioni in cui il motore termico non è più il solo ed essenziale protagonista. Non è dunque affatto un caso che, come test drive “d’esordio” con una vettura della Stella a Tre Punte, mi sia stata proposta la Mercedes Classe A 250e: la prima versione ibrida plug-in della segmento C premium made in Stoccarda.

Esteriormente, vista la sua ormai pluriennale presenza sul mercato, la conoscete tutti. Caratterizzata da linee affusolate lontane parenti di quelle della sua progenitrice dal baricentro altissimo, la Classe A è forse una delle auto più riuscite del suo segmento. L’esemplare della prova, equipaggiato con quel pacchetto Premium che offre anche i vezzi estetici dell’AMG Line, non ha fatto altro che confermare la mia idea: proporzionata, con quello che – a detta di Mercedes – è il Cx più basso della categoria, riconoscibile pressoché da tutte le angolazioni, la “piccola” di Stoccarda su strada fa una gran figura. I cerchi da 19″ riempiono bene la fiancata, la calandra (qui impreziosita da cromature) e la firma ottica degli efficacissimi gruppi ottici anteriori la rendono inconfondibile, la particolare colorazione metallizzata contribuisce a farla risaltare nel traffico di tutti i giorni: definirla “bella” non è impresa difficile, ammettiamolo. Di segni distintivi rispetto alle più tradizionali sorelle termiche, questa A 250e non ne ha poi troppi: il badge EQ Power appena dietro i passaruota anteriori e lo sportellino che apre le porte alla ricarica elettrica sono infatti gli unici vezzi “ibridi” che questa versione della Classe A concede a se stessa. L’obiettivo degli uomini di Stoccarda, che puntavano a mantenere pressoché invariata la linea di uno dei propri modelli più popolari, può dunque dirsi ampiamente raggiunto.

Classe A 250e
© ASPhotography

Se paragonata alle versioni diesel o benzina, la Mercedes Classe A 250e non cambia neppure una volta che ci si cala nel moderno – e quasi futuristico – abitacolo. Il sistema di infotainment MBUX, con i suoi due enormi schermi da 12″ e con a disposizione ben 64 combinazioni di colori per quanto riguarda le luci d’ambiente, è sconvolgente: la segmento C della Stella a Tre Punte, rispetto alla diretta concorrenza, sembra appartenere a un’altra categoria. Ho avuto modo di provare, munita di un allestimento che si avvicinava al top di gamma, una sua acerrima rivale: il paragone, credetemi, è quasi impietoso per quest’ultima. A livello di design, di possibilità di personalizzazione, di quantità di funzioni, la creatura di Stoccarda scava un solco disarmante nei confronti delle sue avversarie. Siamo forse di fronte al sistema di infotainment perfetto? Non ancora, perché se è vero che una simile miniera di informazioni torna particolarmente utile quando si tratta di capire come – e quando – gestire l’energia della batteria, è altrettanto vero che l’MBUX scopre il fianco ad alcuni difetti. Il fatto che tanto Android Auto quanto Apple CarPlay siano disponibili solamente come optional su un’auto che con questo allestimento ha un prezzo di partenza di quasi 46.000 €, ad esempio. Oppure il fatto che le piccole superfici touch poste sulle razze laterali del volante multi-funzione non siano di così pratico – e immediato – utilizzo, per dirne un altro.

Classe A 250e
© ASPhotography

Per il resto, tuttavia, siamo di fronte a quello che per la categoria è lo stato dell’arte. Stato dell’arte che, per quanto riguarda l’abitacolo, viene sfiorato anche sotto altri punti di vista. La qualità dei materiali è ottima e non scema in modo rilevante neppure quando ci si dirige nelle zone basse dell’abitacolo, ed il comfort a bordo offerto da questa Mercedes Classe A 250e è impressionante a prescindere tanto dalla modalità di guida utilizzata quanto dall’essere seduti davanti o dietro. Una volta aperta la portiera, rispetto alle più vicine rivali si parla forse di vittoria su tutta la linea.

Se dunque esteriormente e interiormente la A 250e si mimetizza molto bene tra le sue consanguinee a motore termico, è sottopelle che questa versione della segmento C di Stoccarda si distingue rispetto a tutte le altre. Al fianco dell’affidabile milletrè 4 cilindri turbobenzina da 163 CV troviamo infatti un propulsore elettrico in grado di erogare fino a 102 CV: complessivamente, grazie all’unione d’intenti dei due motori, questa Classe A può contare su 218 CV di potenza e su 450 Nm di coppia massima per scattare da 0 a 100 km/h in 6″9 e per raggiungere una velocità massima di 235 km/h. Dati alla mano, non si tratta affatto di cifre banali. Si deve infatti tenere bene a mente che la presenza delle batterie da 15,6 kWh (posizionate tra il divanetto posteriore e il pianale del bagagliaio) fa lievitare di ben 200 kg il peso di questa Classe A portandolo fin sulla soglia dei 1.600 kg: la lancetta della bilancia, infatti, si arresta solamente a quota 1.560, e capite dunque come muovere con una certa rapidità una simile massa non sia poi un’impresa così scontata.

Classe A 250e
© ASPhotography

Anche perché, con il tipico stupore di chi da diverso tempo non si ritrovava tra le mani una vettura ibrida, la rapidità garantita dalla propulsione elettrica è silenziosamente tangibile. La A 250e è scattante, reattiva, brillante: la coppia e la potenza messe istantaneamente a disposizione dal propulsore elettrico sono in fretta supportate dal motore termico, che grazie all’efficacia del cambio automatico doppia frizione ad 8 rapporti – qui non tarato per delle cambiate fulminee – si alterna o si accompagna al suo alter ego a batteria con una fluidità impressionante. E’ proprio questa perfetta simbiosi tra elettrico e termico a stupire chi guida: il passaggio da un propulsore all’altro avviene velocemente, senza indugi di sorta e, soprattutto, senza neppure farsi troppo notare. Questo fattore, unito a quel comfort di cui vi ho parlato poco più sopra, fa sì che a bordo della Classe A 250e ci si senta perennemente coccolati, indipendentemente dalla modalità di guida selezionata. Sembra di galleggiare sulla superficie del manto stradale, con i due motori sempre pronti a garantire spinta ma mai disposti a farlo bruscamente.

Un accenno di… scontrosità la A 250e non lo mostra neppure quando si seleziona la modalità Sport, quella che spreme fino all’ultimo CV tanto il motore termico quanto quello elettrico. E’ una modalità sinceramente apprezzabile perché esalta ulteriormente le doti dinamiche di un’auto che nonostante l’aumento di peso è rimasta estremamente piacevole da guidare, ma non è forse quella che più si confà a questa versione della compatta di Stoccarda. Pur confessando di averla utilizzata spesso e volentieri, infatti, ammetto – ahimè – di avere trovato più adatte a questa tipologia di auto le modalità Full Electric e Battery Level: la prima, come lascia intuire il nome stesso, disattiva totalmente il motore termico fino all’esaurimento della carica delle batterie garantendo a chi guida un’autonomia di circa 50 km “a 0 emissioni”; la seconda, invece, lascia alla A 250e l’incombenza di gestire i due propulsori, con la mente elettronica dell’auto che si preoccupa di utilizzare il motore termico quel tanto che basta per mantenere il più costante possibile il livello di carica delle batterie. 

Classe A 250e
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In modalità Normal, infatti, la Classe A 250e predilige – ove possibile e fino a esaurimento dell’energia – il motore elettrico. Questa scelta, se da un lato vi consente di percorrere quasi 30 (!!!) km con un litro sin tanto che il propulsore elettrico fornisce la propria spinta, dall’altro rischia di esporvi all’autonomia non propriamente infinita offerta da un motore termico munito di un serbatoio forse troppo minuto o alla necessità di una sosta per ricaricare le batterie. Il 1.3 da 163 CV non è infatti così parco nei consumi, oberato com’è dei quasi 1.600 kg di massa portati in dote dalla tecnologia EQ Power, e se non si ha la possibilità di un rabbocco d’elettricità le percorrenze con un litro di benzina si abbassano fin sulla soglia dei 14 km/l su un tragitto misto. Nell’arco della mia prova ho invece potuto apprezzare come, contando anche sulla possibilità di ricarica in movimento offerta dalla frenata rigenerativa, utilizzando la modalità Battery Level si riuscisse a tenere sempre nel taschino quel tanto di energia elettrica necessaria e sufficiente per fare la differenza nei tratti in cui il motore termico “soffre” di più sul fronte consumi (in città, ad esempio).

Classe A 250e
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L’aver saputo garantire consumi medi che strizzano clamorosamente l’occhio al portafoglio, comunque, non ha costretto Mercedes a sacrificare il piacere di guida. Anzi, il brio del motore elettrico – unito al fatto che il pacco batterie sia stato posizionato in modo tale da abbassare il più possibile il baricentro – rende quasi irrilevanti i 200 kg di peso in più. La Classe A 250e si muove benissimo tra le curve, con uno sterzo preciso in Normal (e ancora più preciso in Sport) che permette di prendere davvero un discreto ritmo tra le pieghe di un tragitto extraurbano. A ricordare a chi guida di essere al volante di un’auto elettrica provvedono solamente un rollio lievemente più accentuato rispetto a vetture di pari segmento ma di minor peso e il pedale del freno, che per essere utilizzato nel migliore dei modi richiede un – breve – periodo di adattamento: con una corsa tipica delle vetture ibride, infatti, dà l’impressione di essere “vuoto” nella prima parte salvo poi reagire con vigore non appena si pesta più a fondo il pedale. Non è il più intuitivo degli impianti frenanti, ma una volta prese le misure si dimostra ampiamente in grado di assolvere i propri compiti e soddisfare le aspettative. Come tutto il resto di questa Mercedes Classe A 250e, insomma. 

Il giudizio che chiude il sesto episodio di #MiSonoInnamorauto è…

Andiamo a vivere insieme?

Tecnologica, ben rifinita, comoda, piacevole da guidare e con ottime prestazioni: la Classe A 250e è una Mercedes in tutto e per tutto. Impressionante per comfort e fluidità di marcia, è una straordinaria fusione tra due mondi che sempre più spesso troviamo uniti al di sotto della carrozzeria delle auto di vari marchi e un ottimo esempio di come strizzare l’occhio al futuro non voglia dire, per forza di cose, dimenticare il proprio passato. Perché dunque non chiederle di sposarmi? Perché, essendo il giudizio personale, sulle distanze particolarmente lunghe che sono solito coprire l’efficacia dell’ibrido perde un po’ di mordente. Per non dover contare solamente sul piuttosto assetato milletrè, su distanze superiori ai 400/500 km si rende infatti necessaria la sosta per la ricarica del pacco batterie: una sosta che a seconda del caricatore e della colonnina selezionata (di serie è proposto il cavo da 3kW, come optional è offerto invece da 7 o 20 kW) potrà durare circa 6 ore, quasi due ore e mezza oppure poco meno di un’ora. Se avessi davvero bisogno di un’auto ibrida e avessi modo di ricaricarle le batterie a ogni sosta, non avrei dubbi: in questo segmento non credo ci sia partita, contro la Classe A 250e. Ma per il momento, non avendone bisogno e non avendo questa possibilità, mi torna ancora piuttosto difficile volere spendere quel tempo di cui sopra in questo modo. 

Classe A 250e




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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow