Il cielo è a stelle e strisce sopra Romain Grosjean. Il francese, che già nel corso del 2020 aveva annunciato di non avere prolungato il proprio rapporto lavorativo con il team Haas in Formula 1, nella stagione motoristica che si avvicina ormai sempre più a grandi passi salirà a bordo di una delle monoposto Dallara che si sfidano nella IndyCar Series.
Grosjean è stato infatti messo sotto contratto dal Dale Coyne Racing, team appartenente – come il nome suggerisce – all’ex pilota americano Dale Coyne e da anni impegnato nel campionato statunitense. Per il 34enne di Ginevra la sfida non sarà delle più semplici: non solo infatti dovrà familiarizzare in fretta con una vettura e con dei circuiti completamente differenti rispetto a quelli a cui era abituato, ma dovrà vedersela anche con i fantasmi che (in maniera comprensibile) lo seguono dal giorno del terrificante incidente che lo ha visto protagonista nel primo giro del Gran Premio del Bahrain.
Le immagini le ricordate tutti, lo so benissimo. E dunque tutti capirete bene come non sia semplice, per Romain Grosjean, calarsi nuovamente in un abitacolo sapendo cosa può accadere quando si viaggia a oltre 300 km/h con muretti e barriere distanti solamente una manciata di metri. Non deve quindi affatto stupire che lo stesso Grosjean, in un’intervista rilasciata di recente ai microfoni di Motorsport.com, abbia dichiarato di non volere scendere in pista nei famosi ovali della IndyCar per via dei rischi che le gare nei “catini” tradizionalmente comportano. “Sono due i tracciati nei quali non correrò in questo 2021: il Texas Motor Speedway (che da calendario ospiterà due gare consecutive, ndr) e Indianapolis“ – dice il francese – “Mi piacerebbe molto disputare la 500 Miglia, ma sono consapevole del fatto che questa tipologia di tracciati presenti dei rischi maggiori: gli incidenti che si sono visti nel passato sono stati davvero impressionanti. I piloti viaggiano affiancati a oltre 200 miglia orarie, e questo è molto pericoloso“.
“Sono di fronte a un mio limite, che mi accompagna da dopo l’incidente avuto a Sakhir. Se avessi 25 anni e nessun figlio farei tutta la stagione, non ho dubbi“ – prosegue Grosjean – “Sono però padre di tre figli, e so che tutti loro in quei minuti del Bahrain hanno pensato di avere perso il proprio papà. Fossi più giovane accetterei tutti i rischi connessi al Motorsport, ma essendo padre non posso permettere che la mia famiglia sia nuovamente costretta a rivivere momenti simili. Di solito i piloti non riportano gravi conseguenze, ma quando vedi le immagini in TV il cuore si ferma in ogni caso. Credo che i miei figli abbiano già provato una sensazione che nessuno vorrebbe mai avere: non voglio che accada di nuovo“.
Com’era ampiamente prevedibile data la brutalità dell’impatto, l’incidente del Bahrain ha lasciato in eredità a Romain Grosjean cicatrici che vanno al di là delle bruciature alle mani. E’ lo stesso francese infatti a rivelare come, nel corso dell’inverno, abbia effettivamente pensato di appendere guanti e casco al chiodo prima di confrontarsi con la propria famiglia e decidere di proseguire. “Durante questi ultimi mesi mi sono domandato se volessi davvero smettere“ – prosegue infatti Grosjean nell’intervista – “Dopodiché però ho parlato con mia moglie e, pur dispiacendomi, le ho detto che avrei voluto tornare a correre. Lei mi ha sostenuto, così come i miei figli: mi hanno sempre supportato in questa scelta”. “Sanno che se voglio essere davvero felice e rimanere chi sono ho bisogno di salire in auto e scendere in pista. Il non disputare gare nei superspeedway è stato una sorta di compromesso: lì il rischio sarebbe davvero troppo alto”, ha infine concluso il nuovo pilota di Dale Coyne.