Che il mondo dell’automotive stia effettuando una brusca virata ormai è chiaro a tutti. Nel corso degli ultimi anni, infatti, un numero sempre crescente di marchi ha abbandonato la rotta dei motori endotermici per dirigersi a vele spiegate in direzione della mobilità elettrica.
Non si contano neppure più i Paesi che, nelle leggi destinate a governarli nel prossimo futuro, hanno inserito norme volte a incentivare la progressiva elettrificazione del proprio parco auto: Norvegia, Olanda, Danimarca, Svezia, Gran Bretagna e persino Italia, Germania e Giappone sono solamente alcune delle nazioni pronte – chi nel 2025, chi nel 2030 e chi nel 2035 – a imporre lo stop totale alla vendita di veicoli diesel o benzina. Un cambiamento estremamente drastico dunque, che pur trovando parecchi sostenitori non riesce a dissipare i dubbi di chi, legittimamente, crede che realizzare un simile obiettivo entro i poco più sopra citati termini possa essere quantomeno complicato.
L’ultimo in ordine di tempo a esprimere le proprie perplessità circa la direzione che sta prendendo l’automotive globale è stato Akio Toyoda, Presidente della quasi omonima Toyota nonché della Japan Automobile Manufacturers Association. Durante una conferenza stampa, il numero uno del marchio nipponico si è mostrato piuttosto scettico non solo sulla fattibilità di un’elettrificazione su larga scala, ma anche sulla sua effettiva e concreta utilità. Secondo uno studio compiuto dalla stessa Toyota, ad esempio, un parco auto composto solamente da vetture elettriche causerebbe una sorta di perenne blackout in Giappone per via dell’elevatissimo consumo di energia. Per ovviare a un simile problema occorrerebbe investire in strutture capaci di garantire l’elettricità sufficiente a ricaricare le auto di un’intera nazione, operazione che costringerebbe a sostenere una spesa che oscilla tra i 14.000 e i 37.000 miliardi di yen: l’equivalente, rispettivamente, di 165 e 438 miliardi di euro.
“Quando i nostri leader politici sostengono che sia arrivato il momento di liberarsi delle auto a combustione interna, capiscono cosa significhi in concreto?“, pungola Toyoda. Verrebbe da rispondere che no, molto probabilmente non lo capiscono perché è ormai da parecchio tempo che non tastano più con mano il polso del mondo dell’automotive, preferendo che siano le mode a stabilire quali decisioni prendere. “I veicoli elettrici sono sopravvalutati, attorno a loro c’è un clamore troppo grande, eccessivo“ – prosegue Toyoda – “Inoltre, una simile rivoluzione porterebbe al collasso l’intero modello di business su cui l’industria automobilistica si fonda attualmente, causando la perdita di un numero incalcolabile di posti di lavoro“. “E anche la questione costi e prezzi dovrà essere tenuta sotto controllo: non dovremo commettere l’errore di rendere le auto fiori in cima a una vetta, beni totalmente fuori dalla portata del ceto medio“, ha concluso infine il numero uno di Toyota cercando di aprire gli occhi di molti su problemi che sembrano finora essere visibili solamente a pochi.