“What a retard. Yeah, I’ve done it. What a mongol“. Non ha utilizzato troppi giri di parole, Max Verstappen, per definire Lance Stroll dopo l’incidente che ha visto protagonisti entrambi nel corso delle FP2 del GP del Portogallo.
Entrato in collisione con il #18 all’altezza di Curva 1 dopo quella che è parsa una banalissima incomprensione – entrambi si aspettavano che fosse l’altro ad alzare il piede -, il rampante olandese non le ha mandate a dire nel Team Radio immediatamente successivo all’impatto ed ha non troppo delicatamente definito “mongolo” il canadese. L’espressione utilizzata dal #33, diffusa in mondovisione, non è passata affatto inosservata agli occhi…dei diretti interessati. Mongol Identity, associazione che – come il nome suggerisce – ha lo scopo di proteggere l’identità etnica dei mongoli e di diffondere la conoscenza della loro cultura, ha infatti inviato a Max Verstappen una lettera in cui si dice molto delusa dalla infelice scelta di parole dell’olandese.
Tempers flare as Stroll and Verstappen collide at Turn 1 ????#PortugueseGP ???????? #F1 pic.twitter.com/9xhTKe43dp
— Formula 1 (@F1) October 23, 2020
“Vogliamo esprimere il nostro disgusto e la nostra profonda preoccupazione di fronte all’utilizzo del termine ‘mongolo’ come insulto“ – si legge nel comunicato diffuso dall’organizzazione – “Siamo scioccati e delusi dal fatto che la Formula Uno non abbia preso una posizione per opporsi a questa etichetta nonostante la sua valenza storica, e di ciò ne parleremo con gli organi preposti”. Dopo un breve paragrafo in cui viene spiegato il perché questo termine sia stato utilizzato a scopo offensivo nel corso di tutti questi anni, Mongol Identity aggiunge che in diversi paesi del mondo sono attualmente in corso delle campagne volte a evitare che la parola “mongolo” venga usata con una simile accezione negativa, richiedendo per questo le scuse pubbliche di Max Verstappen.
“Per i motivi da noi esposti, chiediamo che tu (Max Verstappen, ndr) faccia delle pubbliche scuse per rispetto, compassione e gentilezza umana nei confronti dei membri più vulnerabili della nostra società” – prosegue il comunicato di Mongol Identity – “Queste scuse saranno rivolte anche alla comunità internazionale mongola, per la tua mancanza di considerazione circa la complessità e la sensibilità che circonda l’utilizzo della parola ‘Mongolo'”. “Per favore, utilizza la parola Mongolo di nuovo e a voce ancora più alta. Ma fallo nel suo originale e autentico significato“, conclude infine una lettera rimasta finora senza alcuna risposta da parte del #33 della Red Bull.