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F1, GP di Spagna: ecco le pagelle di tutti i protagonisti





E’ stato Lewis Hamilton a trionfare al termine dei 66 giri del GP di Spagna. Il #44, dominatore praticamente incontrastato della gara andata in scena sull’asfalto del Circuit de Catalunya, ha preceduto sul traguardo Max Verstappen e Valtteri Bottas dopo un Gran Premio pressoché perfetto. Sarà stato l’inglese il migliore in pista? Oppure qualcuno dei suoi colleghi avrà saputo fare come – o meglio – di lui?

© LAT Images / Mercedes AMG F1 Press
© LAT Images / Mercedes AMG F1 Press

LEWIS HAMILTON – 10. Sta iniziando a diventare noioso e monotono. Pole, gara trascorsa in prima posizione dall’inizio alla fine, nessuna sbavatura che possa incrinare la sua patina di vincente perfezione. Domina e allunga ulteriormente in un Mondiale che pare sempre più – e già – a senso unico.

MAX VERSTAPPEN – 10. Se non ci fosse lui saremmo di fronte ad un monologo Mercedes un GP sì e l’altro pure. Per carità, le Frecce Nere fanno comunque abbastanza spesso quello che vogliono, ma almeno devono vedersela con la scheggia impazzita col #33 sulla carena. Che anche in Spagna e in assenza di problemi di gomme era pronto ad approfittare di una qualsiasi incertezza altrui.

VALTTERI BOTTAS – 5. Attendo con ansia il commento – ormai prevedibile – di chi mi dice che sono troppo severo con lui. Fa 3°, con una macchina che consente di essere praticamente sempre agilmente primo, alle spalle di una monoposto decisamente più lenta della sua sulla carta. A bordo di una W11 dovresti mordere i calcagni di Lewis Valtteri, non finire alle spalle persino di Verstappen.

LANCE STROLL – 8. Pronti, partenza, ed eccolo che sbuca all’interno di Curva 1 lasciando di stucco Valtteri Bottas. Dopo aver subito il confronto con Hulkenberg nel GP del 70° Anniversario, corre con un buon ritmo, rintuzza gli attacchi di Perez riuscendo così a finirgli davanti pur partendogli dietro. Olè.

SERGIO PEREZ – 7. Indovinate un po’ perché ha un voto più basso rispetto a Stroll? Esatto, perché gli parte davanti e gli finisce dietro. Ha il merito di tornare in pista con una buona baldanza dopo due gare di stop, ma diciamo che in Spagna il messicano non esalta.

CARLOS SAINZ – 8. Evidentemente ringalluzzito dall’aria di casa, corre bene e regola Norris sia al sabato che alla domenica. Sfrutta i patemi di Albon per recuperare una posizione, e a fine GP recrimina per il tempo perso a causa del doppiaggio di Max: senza di quello, a suo dire, Perez e la sua penalità sarebbero stati a portata di tiro. A prescindere da queste elucubrazioni, comunque, il suo è un weekend positivo.

SEBASTIAN VETTEL – 8. Media tra una prima parte di gara da 5,5, una seconda metà di GP da 9 ed un clamoroso arrotondamento per eccesso deciso dal sottoscritto perché non è concepibile che il team gli chieda di fare 36 giri su un set di Soft – usate – letteralmente 5′ dopo avergli chiesto di spingere su quelle stesse gomme. Lui deve pensare a guidare, non a mettere pezze alle scelte scellerate di un muretto che sbanda peggio del retrotreno della SF1000.

ALEXANDER ALBON – 6,5. Poverino, preda ad una mancanza cronica di grip – che stavolta denuncia con tutte le mescole – è costretto a fermarsi probabilmente nei momenti peggiori. La prima sosta lo spedisce in balia del traffico di centro gruppo, e fare sorpassi al Montmelò non è mai cosa semplice. Perde tanto, troppo tempo in quelle fasi ed alla fine, pur non commettendo errori particolari, le due posizioni perse su Sainz e Vettel sembrano quasi il minimo sindacale. Mezzo voto in più perché pare che non abbia ancora imparato a superare all’interno.

PIERRE GASLY – 7,5. A bordo di una AT01 decisamente pimpante, non sciupa una ghiotta occasione come accaduto a Silverstone. Parte molto bene, si piazza davanti a Leclerc ed imposta il proprio ritmo senza mai strapazzare troppo le gomme. A fine GP mi aspettavo un duello rusticano con Albon, ma il Montmelò è pista che – purtroppo – non si presta a simili beltà.

LANDO NORRIS – 5,5. Smarrito, e il punto che racimola a fine gara non basta per salvare una prestazione un po’ incolore. Subisce il confronto con Sainz nei momenti cruciali, e nei 66 – rectius, 65 – giri del GP non fa mai vedere una scintilla, un guizzo, un qualcosa. Un passaggio a vuoto in una prima parte di stagione assolutamente positiva.

DANIEL RICCIARDO – 5,5. Uno dei tanti che si ritrovano impelagati a centro gruppo, nonostante una strategia ad una sosta che è stata un po’ demodé in quel di Barcellona. Combatte, si sbatte, guadagna una posizione al netto del ritiro di Leclerc, ma poi poco altro. La domenica sembra sempre perdersi un po’.

DANIIL KVYAT – 5,5. Ripete anche lui il leitmotiv del centro gruppo, ovverosia che la macchina sembrava più veloce ma che i trenini di metà classifica hanno complicato le cose. Corre senza far danni, ma non riesce ad incidere per via di una posizione di partenza non troppo felice. Deve migliorare in qualifica, perché non tutti i GP sono travagliati (per gli altri) come quello del 70° Anniversario.

ESTEBAN OCON – 5,5. Stesso voto di Ricciardo – nonostante parta ed arrivi dietro di lui – solo per premiarlo del sussulto con cui ha svegliato metà degli spettatori appisolatisi durante il GP. Anche lui annaspa tra le difficoltà Renault, ed il suo GP di Spagna non è affatto indimenticabile.

KIMI RAIKKONEN – 7. Alla guida di una monoposto tremendamente involuta rispetto a quella del 2019, sfodera una buona prestazione dopo weekend trascorsi in un amaro anonimato. Entra in Q2, lotta con chi può e come può, offende qualche collega – che non fa mai male – e chiude 14°. Che, con l’Alfa di quest’anno, non è poi così malaccio.

KEVIN MAGNUSSEN – 6. Il suo è un GP senza infamia e senza lode, corso non commettendo errori ma preda di una monoposto che semplicemente non ne ha per andare oltre la 15^ posizione in classifica. Fa forse il minimo sindacale, ma dato che con la stessa macchina c’è anche chi ha fatto di peggio…

ANTONIO GIOVINAZZI – 5. A fine GP parla di aspetti positivi e di un buon passo gara, ma è chiaro che sta facendo buon viso a cattivo gioco. La macchina non c’è, e in Spagna anche Antonio non sembra essere al massimo della forma (come evidenzia stavolta il confronto con Raikkonen). Il suo è un weekend non indimenticabile, ecco.

GEORGE RUSSELL – 6,5. Non riesce nel suo solito miracolo del sabato pomeriggio, ma rispetto alle precedenti uscite è più costante in gara. Supera Grosjean, battaglia con Raikkonen, sta davanti al compagno di squadra. Molto altro, in un weekend e su una pista simile, non può fare.

NICHOLAS LATIFI – 6. Si busca il classico mezzo voto in meno figlio dell’essere dietro al compagno di scuderia sia in qualifica che in gara. Però la sufficienza, considerando che questa volta non arriva ultimo e che mette a segno una buona partenza, la merita forse anche lui.

ROMAIN GROSJEAN – 3,5. Il lupo perderà forse il pelo, ma di certo non quel vizio di spostarsi nella stessa direzione di chi lo insegue a sorpasso iniziato. Sarebbe anche ora di dire basta, dopo anni di precedenti. Menzione d’onore per come ha imitato i fumi bianchi della pattuglia acrobatica spagnola pur avendo a disposizione solamente un’auto e 4 pneumatici piuttosto usurati.

CHARLES LECLERC – 7. Attacca, scalpita, non vuole accettare di dover remare ai margini della zona punti e per questo insegue Norris ferocemente, anche in barba alle indicazioni del suo ingegnere che gli chiedeva di far rifiatare la SF1000. Termina ritirato dopo un guasto e un’ingenuità piuttosto grande che anche qui gli costa qualcosa: si era slacciato le cinture convinto che la macchina non sarebbe ripartita, ed invece…

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Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow