E’ stata una delle notizie che hanno fatto più rumore nel corso del venerdì austriaco della Formula 1, la presentazione da parte di Red Bull Racing di un reclamo contro l’ormai già famigerato DAS della Mercedes. La scuderia di Milton Keynes, tenendo fede ad intenzioni che erano state palesate già alla vigilia del poi annullato GP d’Australia, ha infatti chiesto alla FIA di valutare nuovamente la regolarità del Dual Axis Steering, l’innovativo sistema introdotto dalla Mercedes durante i test di Barcellona.
Alla base delle argomentazioni portate da Red Bull all’attenzione dei Commissari Sportivi presenti a Spielberg ci sarebbero state le presunte violazioni degli articoli 3.8 e 10.2.3 del regolamento tecnico della Formula 1, le stesse norme di cui vi parlavamo qualche mese fa. Semplificando all’estremo quelle che sono state le tesi dei tecnici di Milton Keynes – tra cui spiccava ovviamente anche l’ingombrante nome di Adrian Newey -, gli uomini di Christian Horner sostenevano che la possibilità di variare la convergenza in movimento avrebbe conseguentemente causato lo spostamento di alcune parti aerodinamiche mentre la monoposto era in corsa. Un qualcosa che, ex articolo 3.8 del regolamento, è espressamente vietata.
In più (sempre secondo gli uomini Red Bull), la variazione della convergenza provocata dall’utilizzo del DAS sarebbe stata in contrasto con il disposto dell’articolo 10.2.3 del medesimo regolamento tecnico, secondo il quale “Non è possibile effettuare alcuna regolazione su qualsiasi sistema di sospensione mentre l’auto è in movimento”. Newey e compagni hanno tentato di sostenere che le ruote dovessero essere considerate una parte del sistema di sospensioni, e che dunque un qualsiasi loro movimento potesse configurare una violazione della norma appena citata.
Dall’altro lato, ovviamente, Mercedes ha professato la propria totale innocenza. Guidati da James Allison, gli uomini delle Frecce d’Argento hanno sostenuto la piena regolarità del sistema da loro creato: per gli uomini di Brackley il Dual Axis Steering non è affatto un sistema di sospensione, e fa parte – in tutto e per tutto – dell’impianto sterzante senza poter causare quindi lo spostamento di parti aerodinamiche. Dopo diverse ore di confronto in videoconferenza, ad averla vinta in questa diatriba che ha anticipato di diverse ore la lotta vera e propria in pista è stata la Mercedes: le argomentazioni addotte dalla Red Bull, infatti, non sono riuscite nell’impresa di convincere i Commissari Sportivi di quella FIA che, già ormai diversi mesi fa, aveva considerato pienamente regolare il DAS delle Frecce d’Argento. “Il sistema Dual Axis Steering non è parte della sospensione“ – è stato decretato – “Non si può quindi ipotizzare che esso possa influire in modo irregolare sul comportamento della sospensione stessa”. “Stando così le cose, i Commissari considerano il DAS una parte legittima del sistema di sterzo, che rispetta la normativa vigente in materia di sospensioni ed influenza aerodinamica”, si legge nel documento ufficiale pubblicato dalla Federazione.
Ora, di fronte ad un reclamo rigettato perché “non fondato”, la palla passa nuovamente tra le mani di una Red Bull che, per bocca di Christian Horner, si diceva pronta a sviluppare un proprio DAS da installare a bordo della RB16: gli uomini di Milton Keynes ora lasceranno correre e cercheranno di arginare la W11 con mezzi propri oppure tenteranno di battere le Frecce d’Argento con le loro stesse armi?