Si è spento Carlo Ubbiali, un meccanico divenuto il primo Campionissimo del motociclismo con ben nove titoli iridati fra le classi 125 e 250. Presente sin dalla stagione inaugurale del Motomondiale, chiamato anche “Professore di Assen” per i nove successi in dieci partecipazioni in quella che viene considerata l’Università del Motociclismo, è morto a Bergamo, dopo un mese di ricovero per problemi respiratori.
Nato a Bergamo nel 1929, Ubbiali vantava vari soprannomi. Per la stampa specializzata dell’epoca era “la Volpe“, per la sua condotta di gara attendista: era solito studiare da dietro gli avversari per la maggior parte della corsa, decidendo nel finale se attaccare per la vittoria o accontentarsi di un piazzamento dando maggior peso alla classifica mondiale rispetto al singolo exploit. Ne sono un esempio i ben 68 podi nei 74 Gran Premi iridati a cui prese parte. Un’altro nomignolo, questa volta legato all’ambiente del paddock, era quello di “Cinesino“, per il suo fisisco esile e soprattutto per gli occhi a mandorla. Infine era chiamato più genericamente “il Professore“, per il suo stile di guida sempre preciso e millimetrico e le notevoli conoscenze tecniche. Grazie ai risultati conseguiti ai GP d’Olanda, divente “il Professore di Assen“, l’Università del Motociclismo.
Il Bergamasco si appassionò al motociclismo aiutando il babbo, meccanico e venditore di motociclette. Carlo divenne meccanico nella concessionaria di MV Agusta del padre e nella seconda metà degli anni ’40 iniziò a gareggiare con mezzi di fortuna, anche presi in prestito dalla polizia, falsificando la data di nascita data l’età minima di 18 anni. L’ascesa di Ubbiali nell’olimpo del motociclismo fu rapida, ma non indolore. Alla Coppa di Bergamo del 1946 Ubbiali fece il proprio debutto in gara, vincendo con agilità ma alla sera due suoi amici morirono in un incidente automobilistico, di ritorno dalla festa per la vittoria.
Nel 1948 iniziò casualmente il rapporto con il reparto Corse dell’MV. Su proposta del padre, la MV lo prese come pilota sostitutivo per una gara promozionale alla Fiera Campionaria di Milano, dove non sfigurò chiudendo secondo alle spalle di Nello Pagani. I tecnici di Cascina Costa gli proposero di partecipare anche alla seguente gara promozionale, programmata a Monza per festeggiare la riapertura del tracciato brianzolo. Ubbiali replicò il risultato della gara precedente, guadagnandosi un contratto di due anni con la MV Agusta, con un ingaggio al minimo sindacale. Oltre a varie gare di regolarità in giro per l’europa, nel 1949 Ubbiali venne schierato nella Classe 125 del neonato Motomondiale. I buoni risultati, e le avances di Mondiale e Moto Guzzi in primis lo convinsero a chiedere un ritocco dell’ingaggio, che il Conte Agusta non gli concesse.
Il bergamasco passò quindi alla Mondial, con cui rimase legato dal 1950 al 1952 , vincendo il primo titolo iridato nel ’51, chiudendo in seconda posizione le altre due stagioni. Nonostante l’addio di qualche anno prima, i rapporti tra gli Ubbiali ed il Reparto Corse della MV rimasero ottimi, al punto che per il ’53 la Casa di cascina Costa fece di tutto per riavere l’ormai 24enne bergamasco tra le proprie file. Il ritorno non fu trionfale, fu terzo posto in quel Mondiale, anche alle spalle del compagno Cecil Sandford, e secondo l’anno seguente, alle spalle del solo Ruper Hollaus.
Il 1955 fu l’anno della svolta, Ubbiali vinse il secondo titolo personale in 125 con 5 vittorie ed un terzo posto in 6 gare e nel finale di stagione, per volonta sia della Casa che dello stesso pilota, nel finale di stagione gareggiò anche nell’ultima gara stagionale della Classe 250. Fu un debutto trionfale a Monza, che convinse Ubbiali a gareggiare in entrambe le classi.
Dal 1956 al 1960 Ubbiali conquistò altri 4 titoli mondiali in 125 e ben 3 in 250, arrivando ai fatidici 9 titoli iridati, a cui bisogna aggiungere 5 successi al TT di Man e otto titoli italiani. Fresco campione del mondo per la nona volta, Ubbiali annunciò il ritiro al termine del GP delle Nazioni di Monza, ultima gara stagionale del 1960, dopo 74 GP caratterizzati da 39 vittorie, 68 podi e 34 giri veloci. Disse addio alle corse da protagonista, ma non al motociclismo né alla MV Agusta, cui rimase legato come consulente e uomo immagine. Proprio Ubbiali convinse il Conte Agusta ad assumere un giovane conterraneo molto promettente, quel Giacomo Agostini che da primo italiano a vincere il titolo iridato nella Classe 350 diventò il Campionissimo.
Proprio lo scorso 16 dicembre, Carlo Ubbiali è stato premiato dal CONI con il “Collare d’Oro” al merito sportivo. Si tratta di un addio importante non solo per il motociclismo tricolore, ma anche e soprattutto per quello mondiale. A 91 anni si è spento il primo Campionissimo del Motociclismo.