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ACO ed IMSA svelano i primi dettagli regolamentari delle LMDh. E Porsche ci pensa…





 

Eravamo ormai alle porte di febbraio quando, circa 4 mesi fa, ACO ed IMSA annunciavano di essere giunte ad un accordo per la creazione di una classe di vetture che potessero essere in grado di partecipare tanto nel World Endurance Championship quanto nella serie di durata d’oltreoceano. Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia seppur a motori fermi, e dopo diverse settimane di perdurante silenzio oggi sono stati annunciati i primi dettagli del regolamento tecnico a cui dovranno sottostare le vetture LMDh.

LMDh
© Joao Filipe / AdrenalMedia.com

Inizialmente previste per marzo, le linee guida che dovranno rispettare i progettisti delle auto appartenenti alla classe Le Mans Daytona “h” non sono andate molto distante da quelle che erano state le prime previsioni. Con il debutto in pista confermato per la stagione 2022, le LMDh dimostrano quanto ACO ed IMSA si siano impegnate per tentare di calmierare i costi ed attrarre così il maggior numero possibile di Case automobilistiche: presumibilmente invogliate dalla possibilità di creare un prototipo che figuri nella classe regina delle gare di durata senza però dover investire i capitali monstre richiesti dai vari programmi LMP1, si presume che diversi Costruttori possano decidere di riavvicinarsi alle gare endurance rinfoltendo così una griglia di partenza che nel corso degli ultimi anni ha subito una vera e propria diaspora.

Pensate per poter correre indistintamente tanto negli appuntamenti del World Endurance Championship quanto in quelli dell’IMSA WeatherTech SportsCar Championship, le vetture di classe LMDh verrano realizzate sulla base di un telaio che potrà essere realizzato solamente da Dallara, Ligier, Multimatic ed Oreca. I costi di realizzazione verranno limitati grazie alla presenza di un budget cap, e le vetture della classe nascitura condivideranno la “spina dorsale” (ovverosia l’auto priva di aerodinamica, motore e sistema ibrido) con le LMP2: le LMDh potranno essere schierate solamente da quelle Case automobilistiche che decideranno di associarsi ad uno dei quattro fornitori di telaio poco più sopra citati, ed a condizione che ciascuna di loro omologhi il proprio prototipo per almeno 5 anni. 

I singoli Costruttori potranno poi personalizzare la veste aerodinamica della vettura – che sarà unica, uguale per tutti e non più dunque “adattabile” ai vari circuiti – ed il propulsore, con un sistema ibrido condiviso che andrà ad intervenire solamente sull’asse posteriore della vettura. Dal punto di vista dei numeri, le auto di classe LMDh non dovranno essere in grado di erogare più di 500 kW dalla combinazione ICE + sistema ibrido, dovranno avere un peso minimo pari a 1.030 kg e saranno soggette ad eventuali BOP per far sì che le loro prestazioni siano più o meno in linea con quelle delle Hypercar chiamate a sostituire le LMP1 come classe regina del WEC.

“Il sogno di parecchi costruttori diventa finalmente realtà” – ha dichiarato Pierre Fillon, Presidente dell’ACO – “Le Mans Daytona h e Le Mans Hypercar rappresenteranno le due categorie di vertice delle corse endurance. Questo è uno storico e decisivo momento per il futuro della nostra disciplina”. “C’è ancora molto lavoro da fare – ha affermato Ed Bennet, CEO dell’IMSA, in riferimento alla pianificazione di tutti gli ulteriori dettagli che saranno svelati prima della 24 Ore di Le Mans 2020 – “Credo però che lo spirito di collaborazione tra ACO, IMSA, i quattro costruttori di telai e le varie Case sia stato davvero fantastico e senza precedenti. Questi regolamenti forniscono delle prime indicazioni per i primi design dei progetti LMDh, auto che rivoluzioneranno una delle categorie di vertice del motorsport in tutto il mondo”. “Con le LMDh abbiamo cercato di trovare la miglior risposta possibile ai desideri tecnici e sportivi dei costruttori, offrendo loro allo stesso tempo il massimo della visibilità per i loro marchi” – ha chiosato Gérard Neveu, CEO del FIA WEC – “La categoria regina delle gare endurance ora includerà auto dai costi contenuti ma dalle performance elevate che saranno in grado di soddisfare le esigenze di entrambi i campionati a cui parteciperanno”. 

La strategia messa in piedi da ACO ed IMSA sembra aver dato i suoi frutti sin dalle primissime fasi. Porsche, uno dei marchi che ha fatto la storia delle gare di durata, per bocca del vice-presidente della sezione Motorsport ha infatti subito mostrato un certo interesse nei confronti della nuova categoria. “ACO ed IMSA hanno pienamente soddisfatto le nostre aspettative – ha dichiarato Fritz Enzinger“Sarà davvero possibile correre alla ricerca di vittorie assolute nei più importanti campionati endurance con un solo progetto. Ora inizieremo a lavorare sullo studio di fattibilità che ci hanno commissionato dal nostro consiglio d’amministrazione”. Che il mondo dell’Endurance sia davvero finalmente riuscito a gettare delle basi su cui poter fondare il proprio prossimo futuro?

 

 





Tags : acoenduranceimsale mans daytona hlmdhporsche
Stefano Nicoli

The author Stefano Nicoli

Giornalista pubblicista, innamorato dal 1993 di tutto quello che è veloce e che fa rumore. Admin e fondatore di "Andare a pesca con una LMP1", sono EXT Channel Coordinator e Motorsport Chief Editor di Red Bull Italia, voce nel podcast "Terruzzi racconta", EXT Social Media Manager dell'Autodromo Nazionale Monza e Digital Manager di VT8 Agency. Sono accreditato FIA per F1, WRC, WEC e Formula E e ho collaborato con team e piloti del Porsche Carrera Cup Italia e del Lamborghini SuperTrofeo, con Honda HRC e con il Sahara Force India F1 Team. Ho fondato Fuori Traiettoria mentre ero impegnato a laurearmi in giurisprudenza e su Instagram sono @natalishow