Finalmente, dopo un inizio di stagione forse leggermente sottotono, Sebastien Ogier riesce a conquistare la prima vittoria della stagione: il trionfo è arrivato al termine di una corsa condotta autorevolmente quasi dall’inizio, nella quale è stato capace di imporre un ritmo insostenibile da chiunque altro, come accadeva nei tempi migliori in Volkswagen.
Si tratta dunque della sua terza vittoria consecutiva in Messico, uno degli eventi che storicamente gli vanno più a genio, come è dimostrato dal fatto che, dal 2013, il suo peggior risultato è stato un secondo posto: anche questo 2020 non è stato da meno per il fenomeno di Gap, nonostante il terzo nuovo team in quattro anni.
In verità, e di questo sicuramente se ne saranno accorti i lettori che conoscevano l’itinerario di gara, il Rally del Messico sarebbe dovuto terminare nel tardo pomeriggio di oggi, con la PS 24: l’allarme Coronavirus ha tuttavia costretto gli organizzatori a rivedere pesantemente il programma, cancellando l’ultima giornata ed assegnando i premi dopo la PS 21, come esposto più in dettaglio nell’articolo che trovate a questo link.
In tutto questo, Ott Tanak (+27.8) riesce a salvare una gara partita molto male: dopo 4 PS era ottavo a 35 secondi dalla testa, ma già dalla prova successiva è iniziata una furiosa rimonta che lo ha portato ad agguantare il secondo posto proprio allo scadere. L’estone, risultato essere il più veloce in strada quest’oggi, va così a guadagnare un’altra posizione in classifica Mondiale, portandosi a -24 dalla vetta occupata da Sebastien Ogier.
La vera sorpresa dell’evento è poi rappresentata da Teemu Suninen (+37.9), che fino all’ultimo ha lottato per tenersi il secondo posto. Il finlandese raggiunge comunque un podio inaspettato alla vigilia, ma, ancor più del risultato, quello che stupisce è la prestazione dietro al volante: venerdì è stato l’unico in grado di contenere il distacco da Ogier ed ha corso alcune delle PS migliori della carriera. Speriamo che riesca a ripetersi la prossima volta che le auto scenderanno in strada, il che purtroppo non accadrà prima di 2 mesi.
Quarto posto per Elfyn Evans (+1:13.4), che si trovava appaiato a Tanak venerdì sera: un sabato sottotono, unito alla prova magistrale dell’estone, lo hanno fatto scivolare indietro, anche se i vari “I have an issue” rilasciati nelle interviste post prova fanno pensare che la macchina non fosse perfetta verso il finale di gara.
Un saggio Kalle Rovanpera (+2:20.5) chiude quinto al termine di una gara a due facce: la prima venerdì, quando ha chiuso appaiato a Tanak ed a Evans. La seconda sabato, in cui improvvisamente ha smesso di far segnare buoni tempi, anche se, in modo simile ad Evans, anche il finlandese ha lamentato un problema alla vettura. È una teoria plausibile, considerando la differenza tra i tempi fatti segnare nelle due giornate, ma il ristretto numero di partenti gli consente di limitare i danni.
Per quanto riguarda le WRC, l’unico altro arrivato in zona punti è Gus Greensmith (+13:56.5), che chiude nono dopo aver perso oltre 10 minuti per cambiare un pezzo.
Sedicesimo posto finale per Thierry Neuville (+42:38.1), rientrato con il Rally 2, al quale l’annullamento dell’ultima giornata, e dunque anche della Power Stage, toglie l’unica possibilità di guadagnare qualche punto da una gara per lui veramente disgraziata.