In Italia erano da poco scoccate le tre del mattino quando, praticamente dall’altra parte del mondo, la Williams FW42 di Robert Kubica andava a muro piuttosto violentemente all’altezza della Curva 18 del circuito di Suzuka. La causa della fine tremendamente anticipata della sessione di qualifica del polacco – che non era neppure riuscito a lanciarsi per il proprio giro veloce – era stata individuata nel forte vento che sin dal mattino sferzava il circuito giapponese, ma quanto detto dallo stesso Kubica ai microfoni dei media una volta finita la sessione ha fatto luce su uno scenario leggermente diverso.
“Le condizioni in pista erano uguali per tutti” – ha esordito un visibilmente contrariato #88 – “Sapevamo che non sarebbe stato semplice, ma per noi tutto questo casino era già iniziato al mattino. Non voglio entrare troppo nei dettagli, ma qui sembra che invece di semplificare le cose si voglia complicare la vita al pilota, forse anche di proposito“. “Al posto di aiutarci a vicenda, sembra che qui ci sia gente a cui piace complicarmi la vita“ – ha proseguito senza freni il polacco – “Sicuramente il vento ha influito su quanto accaduto, ma ci sono stati altri fattori che hanno complicato ulteriormente la situazione“.
An early end to qualifying for Robert Kubica, who was a victim of the blustery conditions on the exit of Turn 18 ????#JapaneseGP ???????? #F1 pic.twitter.com/hWMtRITCj8
— Formula 1 (@F1) October 13, 2019
A cosa si stesse riferendo Robert Kubica con delle parole tutt’altro che al miele lo si è scoperto solamente diverse ore dopo, quando la bandiera a scacchi era già stata sventolata sul GP del Giappone. Nella giornata di venerdì, infatti, sulla monoposto del #88 era stata montata una nuova ala anteriore, portata dal team nella terra del Sol Levante in un esemplare unico. Tuttavia, quella stessa nuova ala anteriore (il primo sviluppo che a detta di Kubica stesso sia riuscito a portare dei miglioramenti tangibili nel corso di questo 2019) è stata arbitrariamente rimossa – senza preavviso alcuno – dalla vettura del polacco proprio domenica mattina, prima ancora che il semaforo verde venisse acceso sulla sessione di qualifiche mattutina.
“Venerdì era stata una giornata molto positiva” – ha spiegato Kubica una volta terminato il GP del Giappone – “Per la prima volta dopo molto tempo l’utilizzo di uno sviluppo ha migliorato di parecchio il rendimento della mia auto, nonostante l’altra vettura avesse considerato peggiorativa la nuova ala. Ero contento, ma per alcune strane ragioni l’ala è stata rimossa dalla mia macchina prima che iniziassero le qualifiche“. “Credo che questa decisione non sia stata presa in pista, ma altrove (Claire Williams non era con la squadra a Suzuka, ndr)“ – ha proseguito il polacco – “La mattina di domenica mi ha aiutato a comprendere meglio diverse dinamiche. Ero già a conoscenza di alcune situazioni, ma in questo caso alcuni limiti sono stati passati. Sono rimaste 20 sessioni di guida quest’anno, spero sinceramente che determinate cose possano essere risolte“.
L’augurio di Robert Kubica è probabilmente condiviso da tutti. Perché nessuna delle due parti coinvolte, né il polacco né tantomeno lo storico e blasonato team di Grove, merita di essere disegnato in questo modo al termine di una delle stagioni più fallimentari ed ignominiose che la scuderia di Sir Frank ricordi. La speranza, da qui fino alla fine dell’anno, è che tutto questo possa capirlo anche Claire Williams.