Sono trascorse poco meno di due settimane dallo sventolare della bandiera a scacchi del GP di Russia, e team e piloti sono infatti ormai pronti a scendere di nuovo in pista per il GP del Giappone, 17° appuntamento del mondiale 2019 di Formula 1. A fare da scenario ad un nuovo atto dell’ormai sempre più vano inseguimento nei confronti di Lewis Hamilton e Sebastian Vettel sarà uno dei circuiti più iconici della Formula 1: Suzuka.
Un giro di pista dello storico tracciato di proprietà di Honda è lungo 5,807 km, ed al termine dei 53 passaggi previsti i piloti avranno percorso una distanza complessiva di 307,471 km. 18 sono le curve che caratterizzano il layout del nastro d’asfalto nipponico, delle quali 10 a destra ed 8 a sinistra, ma nonostante questa sua tortuosità Suzuka è un circuito decisamente veloce: i piloti trascorrono infatti il 72% del tempo sul giro con il pedale dell’acceleratore completamente pigiato, con un consumo medio di 2,08 kg/giro. Secondo i dati forniti da Brembo ad essere poco sollecitati sono i freni, con il tracciato nipponico che è classificato come “scarsamente impegnativo” dal fornitore italiano: vi basti pensare che in 8 curve il pedale del freno non viene neppure sfiorato, e che in altre 5 invece lo spazio di frenata non supera i 32 m. I piloti utilizzeranno pinze e dischi solamente per 13″ nell’arco di ciascun giro – vale a dire il 16% del tempo complessivo di gara -, per un totale di poco più di 11′30 di frenata nell’arco dell’intero GP.
Il valore medio di decelerazione è pari ad appena 2,8 G, mentre l’energia dissipata da ciascun pilota nel corso della gara sarà pari a 120 kWh ed il carico esercitato invece sul pedale del freno si aggirerà attorno alle 29 tonnellate. Due sono le frenate del circuito giapponese che possono essere definite impegnative: la più dura in assoluto è quella di Curva 16, la chicane “del Triangolo”, dove si passa da 315 a 103 km/h in 2″41 percorrendo 120 m e subendo una decelerazione pari a 5,3 G, ma di un certo rilievo è anche la staccata di Curva 11. All’Hairpin si passa infatti da 284 ad 80 km/h nell’arco di 2″82, percorrendo 121 m e subendo una decelerazione pari a 3,5 G. Mediamente stressata sarà poi la trasmissione, con 56 cambi marcia registrati in media nel corso dell’edizione 2018, ed invece la maggiore accelerazione laterale i piloti la affronteranno durante la percorrenza della 130R, dove si raggiungerà un picco di 4,4 G per 0″8.
Una sola sarà la zona DRS, con conseguente unico Detection Point. L’area di utilizzo dell’ala mobile verrà posta in corrispondenza del rettilineo di partenza / arrivo, con il DP posizionato poco prima dell’ingresso di Curva 16. Sono stati 48 i sorpassi andati in scena nel corso dell’edizione 2018, con le velocità massime previste per questo GP che dovrebbero invece essere nell’ordine dei 335 km/h. Per 17 volte nel corso della storia a trionfare in Giappone è stato il pilota che partiva dalla Pole, mentre si era qualificato addirittura 17° il pilota – che risponde al nome di Kimi Raikkonen – che ha trionfato a Suzuka partendo più indietro nello schieramento. La probabilità di veder scendere in pista la Safety Car si attesta al 38%, mentre con una pit lane lunga 396 m si stima che la sosta ideale possa costare circa 22″6.
Dal punto di vista dei record, il più veloce a Suzuka risulta finora essere ancora Kimi Raikkonen, che nel 2005 a bordo della McLaren MP4-20 siglò un 1’31″540 che resta imbattuto da ormai 14 anni. L’edizione 2018 del GP è stata vinta da Lewis Hamilton, che ha tagliato il traguardo davanti al compagno di team Valtteri Bottas ed alla Red Bull di Max Verstappen.
I lunghi curvoni veloci di Suzuka rappresentano poi un severo banco di prova per le gomme. Pirelli, oltre alle solite Intermedie e FullWet, ha messo a disposizione di team e piloti le Hard C1, le Medium C2 e le Soft C3, vale a dire i compound più duri dell’intera gamma. Elevatissimi carichi laterali ed un’accentuata aderenza dell’asfalto rendono il circuito giapponese uno dei più duri da affrontare per le coperture italiane, ed a confermarlo è lo stesso Mario Isola: “Da sempre, Suzuka è una delle gare più imprevedibili ed entusiasmanti dell’anno: un circuito old school che premia l’impegno e il coraggio dei piloti” – ha detto infatti il responsabile di Pirelli in Formula 1 – “Abbiamo nominato le tre mescole più dure della gamma, visti i carichi impegnativi imposti dal tracciato. Una scelta che dovrebbe consentire ai piloti di spingere al massimo, anche con una strategia a una sosta, la tattica più utilizzata lo scorso anno. Nel 2017 è stato firmato il nuovo record assoluto in qualifica, e sarà molto interessante vedere se sarà abbassato nel corso di questo fine settimana date le prestazioni in curva delle monoposto attuali. Suzuka è famosa anche per il meteo variabile, quindi potremmo vedere in pista i pneumatici da bagnato su questo circuito particolarmente esigente”. A tenere banco nel giovedì nipponico sono infatti proprio le condizioni meteorologiche: la vicinanza del tifone Hagibis, che ha intensificato la propria forza sorvolando l’Oceano Pacifico e le cui propaggini dovrebbero colpire il circuito di Suzuka nel corso di sabato pomeriggio, dovrebbe non solo portare a più di una sessione bagnata ma addirittura ad un rinvio della sessione di qualifica a domenica mattina prima della gara.
Il GP del Giappone sarà ancora una volta trasmesso in diretta esclusiva da SkySport F1 (canale 207), mentre TV8 proporrà qualifiche e gara in differita. Ecco tutti gli orari del weekend, salvo modifiche causate dal sopracitato Hagibis.
Venerdì 11 ottobre
- 03:00 – 04:30 -> FP1 | diretta Sky
- 07:00 – 08:30 -> FP2 | diretta Sky
Sabato 12 ottobre
- 05:00 – 06:00 -> FP3 | diretta Sky
- 08:00 -> Qualifiche | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 14:00
Domenica 13 ottobre
- 07:10 -> GP del Giappone | diretta Sky / differita su TV8 a partire dalle 14:00