Durante lo scorso GP di Germania a Hockenheim sono stati rotti molti digiuni. Ad esempio, la Honda è riuscita a piazzare due auto sul podio, cosa che non accadeva dal GP del Portogallo 1992, quando Senna e Berger sulle loro McLaren giunsero secondo e terzo. Inoltre, essendo questo risultato stato raggiunto da una Red Bull e da una Toro Rosso, è stata la prima volta dal GP d’Australia 1988 in cui sempre la casa nipponica ha piazzato due team diversi con la stessa motorizzazione: allora fu una doppietta McLaren con Prost davanti a Senna, con la Lotus di Piquet sul gradino più basso del podio. C’è stato anche il ritorno al podio della Toro Rosso: la discendente della Minardi non piazzava un pilota su quei gradini da quel piovoso pomeriggio di Monza del 2008, quando Vettel si impose in una delle più strane vittorie di sempre, mentre stavolta è toccato al russo Kvyat, che tra l’altro non andava a podio da più di tre anni, Cina 2016. Inoltre, ci sono da registrare la prima vittoria RB a Hockenheim grazie a Verstappen (la squadra austriaca si era imposta in terra germanica già due volte, ma entrambe al Nurburgring) e il ritorno al podio di Vettel in casa sua (che non avveniva dal 2013 al Nurburgring, addirittura dal 2010 per quanto riguarda il circuito nella Foresta Nera). Tutti argomenti di cui avrete sicuramente sentito parlare. Ma c’è un altro digiuno che è stato spezzato, passato quasi nell’ombra, ed è giusto menzionarlo. Ma per farlo, prima dobbiamo fare un salto indietro.
Spa Francorchamps, 2 settembre 2001. Michael Schumacher, fresco del suo quarto titolo conquistato a Budapest la gara prima, si impone per la cinquantaduesima volta in carriera, superando Alain Prost e diventando così il pilota più vincente di sempre. Cosa c’entra, direte voi. Beh, quel giorno al terzo posto si piazzò la Benetton del romano Giancarlo Fisichella, in quello che fu l’ultimo podio del team prima di diventare Renault. Ecco, quella fu l’ultima volta in cui due team italiani giunsero insieme a podio, perché nonostante la Benetton avesse la sua sede ad Enstone, la licenza era italiana. Beh, l’ultima volta fino ad oggi. Perché, come abbiamo già detto, quasi diciott’anni dopo la Ferrari di Sebastian Vettel e la Toro Rosso di Daniil Kvyat hanno condiviso un podio al termine di una gara semplicemente assurda. E, nonostante purtroppo nessuno dei due si sia piazzato al primo gradino del podio, privandoci della gioia di sentire il nostro inno, deve comunque farci piacere che finalmente due nostri team siano tornati là in alto.
Certo però, direte voi che, essendo la Benetton di fatto inglese, in realtà non conti. Beh, andando ancora più indietro, l’ultima volta che due team italiani con sede in Italia sono andati a podio, fu nel GP d’Italia 1984, quando la Ferrari di Alboreto e l’Alfa Romeo di Patrese fecero esaltare il pubblico di casa giungendo secondo e terzo, in quello che fu anche l’ultimo podio della casa di Arese. Ma alla fine, conta poco. Quello che conta è che il nostro Paese, almeno per una gara e per circostanze più o meno discutibili, sia tornato a recitare la parte del leone. E anche se sappiamo che purtroppo la piccola Toro Rosso non vivrà un’altra giornata di gloria come questa tanto presto, ci auguriamo di no dover aspettare altri diciott’anni per rivedere (metaforicamente) due tricolori lassù. Sperando nel frattempo che magari ci si infili anche un pilota nel prossimo podio, oltre che le squadre.